L’Inter sprofonda a Udine e chiede aiuto al mercato. Perché andando avanti di questo passo sarà difficile raggiungere la zona Champions, obiettivo minimo (ma imprescindibile) di questa stagione. I numeri sono impietosi: nelle ultime 8 partite l’Inter ha raccolto solo 8 punti, tutti a San Siro. In trasferta poi le cose vanno male, anzi malissimo. Dalla vittoria di Torino i nerazzurri hanno sempre perso lontano dalle mura amiche, raccogliendo sconfitte a Bergamo, a Parma, a Roma e, per l’appunto a Udine. La debacle del Friuli impressiona anche perché arrivata dopo un’ora di buon calcio. Il solito 3-5-2 di Strama, seppur privo di Milito, aveva piano piano preso possesso del campo, con la sola pecca di non saper concretizzare le occasioni.
E così, dopo aver sbagliato due gol clamorosi con Jonathan (imperdonabile il suo errore a porta vuota!) e con Palacio, i nerazzurri sono stati puniti da Di Natale. Da lì in poi si è spenta la luce: nell’ordine sono arrivate l’espulsione di Juan Jesus e le reti di Muriel e ancora Di Natale. Un tracollo preoccupante, ma Stramaccioni non si abbatte: “Credo fermamente in due cose e ci credo ancora di più dopo questa gara: nei miei giocatori e nel lavoro. Abbiamo nove indisponibili che recupereremo a breve, poi è normale che una squadra si possa migliorare, ma in un modo o nell’altro siamo sfortunati in ogni partita”.
Si riferisce agli episodi, anche, se non soprattutto, arbitrali. L’oggetto del contendere è un contatto tra Domizzi e Palacio al 25° del primo tempo: rigore per Stramaccioni, simulazione per l’arbitro Gervasoni. La verità? Come sempre sta nel mezzo. Il contatto, seppur lieve, c’è tutto, ma l’argentino parte in posizione di fuorigioco, dunque l’azione andava fermata sul nascere. “Non siamo fortunati con le decisioni arbitrali: su Palacio c’era rigore e Domizzi andava espulso. Non è possibile non assegnare un rigore del genere, è strano. Quell’episodio ha indirizzato in modo chiaro la partita: Palacio era davanti alla porta, Domizzi gli taglia la strada e lo sbilancia. Era rigore ed espulsione, invece abbiamo preso un’ammonizione per simulazione. Non ho sospetti sulla buonafede degli arbitri, loro fanno il loro lavoro, ma noi siamo sfortunati. È innegabile come abbiamo subito tante valutazioni sbagliate. Palacio è partito in fuorigioco? Se l’avessero fischiato sarebbe stato meglio”.
Ora è tempo di buttarsi sul mercato, a cominciare dal caso Sneijder, l’unico in grado di portare soldoni freschi nelle casse di Corso Vittorio Emanuele. “Alla fine del mercato estivo avevamo in mente un’Inter diversa, ci mancava un cambio della punta centrale. Il percorso tattico iniziale è cambiato in corsa, oggi giocando così è normale che in qualche ruolo possiamo perfezionare l’organico”. Tradotto: la squadra va rinforzata. Altrimenti la situazione rischia di precipitare.