Per la Champions e per il futuro. Obiettivi diversi quelli che restano a Inter e Milan di qui a fine stagione: i nerazzurri credono ancora al terzo posto e useranno le 8 giornate rimanenti per provare a raggiungerlo, i rossoneri invece, privi di grosse velleità di classifica, giocheranno soprattutto per il proprio allenatore, la cui conferma è ancora in bilico e legata solo a un’eventuale riscossa finale. A livello di campo è quindi l’Inter a giocarsi di più: la sfida di San Siro contro il Torino (ore 20.45) non si può sbagliare per nessun motivo, tanto più nella giornata del derby di Roma. “Speriamo che i giallorossi perdano punti – ha sospirato Mancini. – Mancano 8 partite e se riusciremo a vincerne molte allora risaliremo, ne sono sicuro. Purtroppo paghiamo il calo tra gennaio e febbraio e non abbiamo molta scelta: dobbiamo proseguire il trend delle ultime settimane”. Il sogno Champions, insomma, resta vivo, per quanto il pallino del gioco sia sicuramente nelle mani della Roma, attualmente terza in classifica con 5 punti di vantaggio (anche sulla Fiorentina). “Vengono da tanti risultati utili consecutivi, prima o poi perderanno qualcosa – ha proseguito Mancini. – Noi però dobbiamo pensare al Torino, contro di loro non sono mai partite facili o banali. Sono in grado di mettere in difficoltà tutti, anche se ultimamente non hanno raccolto molti punti”. I nerazzurri invece stanno bene, sia a livello di morale (2 vittorie e 1 pareggio nelle ultime 3 partite) che fisico: infortunato D’Ambrosio a parte, il tecnico di Jesi avrà a disposizione tutti gli uomini della rosa. A San Siro vedremo il solito 4-2-3-1 con Handanovic in porta, Nagatomo, Miranda, Murillo e Telles in difesa, Brozovic e Medel a centrocampo, Eder, Palacio e Perisic sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Icardi. Ventura, privo dello squalificato Glik e dell’infortunato Immobile, risponderà con il seguente 3-5-2: Padelli tra i pali, Maksimovic, Jansson e Moretti nel reparto arretrato, Bruno Peres, Acquah, Gazzi, Baselli e Molinaro in mediana, Belotti e Maxi Lopez in attacco.
Ma la domenica delle milanesi comincerà nel pomeriggio, con il Milan atteso dall’insidiosa trasferta in casa dell’Atalanta (ore 15). Una partita che, come detto in precedenza, non sembra avere particolari risvolti di classifica per i rossoneri: il terzo posto è ormai irraggiungibile e anche Inter e Fiorentina sembrano viaggiare ad altre velocità. L’unico vero obiettivo stagionale rimasto è la finale di Coppa Italia con la Juve del prossimo 21 maggio, data che, non a caso, è stata cerchiata in rosso da Silvio Berlusconi: quel giorno, infatti, si decideranno le sorti di Sinisa Mihajlovic. “Il mio futuro non lo decido io – ha confermato il tecnico. – Capisco bene le esigenze societarie e presidenziali, vincere un trofeo cambierebbe l’immagine della nostra stagione. Anche lui però sa bene come non possa dipendere tutto da una partita, le valutazioni si fanno sull’intera annata”. Ecco perché il serbo non vuole cali di tensione, a cominciare dalla partita odierna con l’Atalanta. “In Italia non esistono gare facili, all’andata loro ci misero in grande difficoltà e noi speriamo di ripagarli con la stessa moneta”. A Bergamo si rivedrà il solito 4-4-2, eccezion fatta per gli indisponibili Alex e Kucka. Davanti a Donnarumma ci saranno Abate, Zapata, Romagnoli e Antonelli, De Sciglio (favorito sull’acciaccato Honda, comunque a disposizione), Montolivo, Bertolacci e Bonaventura a centrocampo, Bacca e Luiz Adriano in attacco. Reja risponderà con il seguente 4-2-3-1: Sportiello in porta, Masiello, Paletta, Stendardo e Dramè nel reparto arretrato, De Roon e Cigarini in mediana, Raimondi, Diamanti e Gomez sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Pinilla.