L’Inter aggancia la Lazio. I nerazzurri, grazie alla vittoria sul Torino, passano così in un colpo solo dal quarto al secondo posto, seppur in coabitazione coi biancocelesti (ma in vantaggio per differenza reti). Un bel colpo, non c’è che dire, specialmente dopo una settimana ricca di polemiche (su tutte quella relativa ai malumori di Conte verso la società) e, soprattutto, un inizio da brividi, che aveva fatto pensare a un’altra serata davvero difficile. Il Toro di Longo infatti si era portato in vantaggio dopo appena 17’ con Belotti, anche se il gol andrebbe attribuito, suo malgrado, ad Handanovic: la sua presa difettosa ha permesso al Gallo di realizzare il più facile dei tap-in.
Sotto a San Siro e tradito da una delle sue più grandi certezze, oltretutto nella sera in cui mancava Lukaku: per Conte si era messa molto male, anche perché la formazione scelta, in caso di sconfitta, avrebbe alzato un bel polverone. La seconda panchina consecutiva di Eriksen, infatti, certificava come il danese, da pezzo pregiato del mercato, fosse diventato quasi un problema, con il tecnico che gli preferiva (come a Verona) Borja Valero, 35 anni e contratto in scadenza a fine stagione. Ma siccome nel calcio, si sa, contano i risultati, ecco che la rete di polemiche è andata a smontarsi a inizio ripresa, quando l’Inter ha trovato l’uno-due che ha messo il Toro al tappeto.
Protagonisti due elementi poco attesi come Young e Godin, il primo con un bel tiro al volo su assist di Lautaro (48’), il secondo di testa dopo una sponda di Sanchez (51’). In tre minuti i nerazzurri hanno così rimesso a posto le cose e quando Lautaro, complice la deviazione decisiva di Bremer, ha siglato il 3-1 (60’), ecco che i fantasmi della terza partita senza vittoria hanno lasciato San Siro, anche perché Immobile, cinque minuti dopo, ha stampato sulla traversa la palla del possibile 3-2. Forse si sarebbe riaperto tutto, forse non sarebbe cambiato niente, ad ogni modo l’Inter, comunque più volte vicina al quarto gol, ha concluso senza ulteriori patemi il suo monday night, portandosi a casa una vittoria pesantissima, sia per la classifica che per il morale.
“I tre punti servono per dare certezze, soprattutto ai calciatori, e per ripagarti dei sacrifici di giocatori e staff – il commento di Conte – Quando non arrivano spiace, nell’ultimo periodo siamo stati puniti da errori individuali che ci hanno penalizzato oltremodo, ma la strada è quella giusta. Le voci sul mio futuro? Sono stato preso per un progetto triennale, poi magari il presidente mi allungherà il contratto… Io sono contento del progetto e di questi ragazzi, ma non voglio essere di troppo in niente: se la gente è contenta di me non vedo perché non si possa andare avanti, in caso contrario non resterò a dispetto dei santi”.
Parole forti, in controtendenza con quelle di Marotta nel prepartita (“siamo soddisfatti di Conte, non c’è nessun cambiamento in vista”), a testimonianza di una diversità di vedute, sul mercato e sui giocatori attualmente in rosa, ancora da appianare. Ad ogni modo l’Inter si è presa il secondo posto, anche se questo, però, potrebbe non durare a lungo: questa sera, infatti, è già tempo della trentatreesima giornata, con l’Atalanta di Gasperini, quarta ma a un solo punto di distanza, impegnata nel derby lombardo contro il Brescia penultimo (ore 21.45). Sulla carta non dovrebbe esserci partita, ma guai a dare qualcosa per scontato in questo pazzo torneo estivo: gli esempi, in tal senso, continuano a fioccare turno dopo turno…