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Inter, Roma e Lazio in corsa Champions: il Milan si butta via

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Il Milan si butta via. L’1-1 con l’Udinese sancisce una crisi nell’aria da tempo e, soprattutto, regala alle concorrenti una ghiottissima chance per prendersi il posto Champions, ora ufficialmente vacante. Già, perché la quarta piazza, obiettivo minimo della squadra di Gattuso, non è più nelle mani dei rossoneri, non dopo questo deludente pareggio casalingo contro un’avversaria decisamente inferiore, uscita però da San Siro con un risultato tutt’altro che immeritato.

I bianconeri, infatti, non solo hanno saputo imbrigliare il Milan ma hanno addirittura sfiorato a più riprese il vantaggio, legittimando al meglio un punto importantissimo in chiave salvezza. Per i rossoneri, ovviamente, vale il discorso opposto: le difficoltà delle ultime gare si sono palesate in pieno e costringono Gattuso a riflettere sulle reali possibilità di agganciare la zona Champions.

Il problema della sua squadra è soprattutto mentale, visto che nemmeno il cambio di modulo è riuscito a ridare un po’ di brillantezza a una manovra che sembra ormai un lontano ricordo. L’idea di Paquetà trequartista alle spalle della coppia Piatek-Cutrone sembrava poter essere la risposta alle difficoltà offensive di Genova e quando Patrick, a pochi istanti dall’intervallo, serviva Krzysztof per l’1-0 (44’) in molti, nonostante le enormi difficoltà di gioco espresse, pensavano potesse essere la risposta giusta.

Ma una rondine non fa primavera e così a metà ripresa, peraltro dopo un corner che poteva valere il 2-0, ecco il contropiede fulminante dell’Udinese, che in 11” ha attraversato il campo spingendo Lasagna a segnare il quarto gol a San Siro della sua carriera (65’). I rossoneri, costretti già nel primo tempo a sostituire gli infortunati Donnarumma e Paquetà con Reina e Castillejo (entrambi salteranno anche la trasferta di Torino), hanno provato a vincere in tutti i modi ma le occasioni, eccezion fatta per un tiro centrale dello stesso spagnolo, sono risultate sterili e indegne di nota, a differenza di un’Udinese pericolosa sia con De Maio che con Lasagna.

Al fischio finale di Banti San Siro ha espresso tutto il suo disappunto, prima di svuotarsi sconsolato per un passo falso che, numeri alla mano, rischia di rivelarsi fatale. “E un momento così, è facile parlare di schemi ma dobbiamo anzitutto toglierci la paura – l’analisi di Gattuso. – Anche a livello fisico abbiamo fatto fatica, nella ripresa la squadra è stata molle. Stiamo giocando con il freno a mano tirato anche sul piano mentale, è un momento negativo in cui ci sta girando tutto storto ma abbiamo il dovere di riuscire a sterzare subito. Dobbiamo fare di tutto per uscire da questo momento non positivo”.

La corsa Champions si trasferisce ora sull’asse Inter-Lazio-Roma, impegnate contemporaneamente (ore 21) in questo ricchissimo mercoledì di campionato. Per tutte si tratta di test molto importanti a cominciare dall’Inter di Spalletti, chiamata a riscattare la sconfitta di domenica sull’insidioso campo del Genoa. La grande novità è il ritorno di Icardi, non solo tra i convocati ma addirittura tra i titolari: l’argentino, quasi due mesi dopo l’ultima volta, guiderà l’attacco dei suoi dal primo minuto.

“Marotta ha svolto un lavoro ottimo e determinante, chi vuole metterci in contrapposizione distorce la realtà – ha spiegato Spalletti – Da questa situazione usciamo tutti sconfitti, ora però ripartiamo. E con lui siamo sicuramente più forti”. La decisione lascia basiti visto quanto accaduto appena due giorni fa, quando fu proprio il tecnico a silurare Icardi prima mandandolo in tribuna e poi attaccandolo in sala stampa.

Evidentemente la notte (diciamo così) ha portato consiglio e l’argentino è di nuovo al suo posto, peraltro proprio nel giorno in cui la Curva Nord, attraverso un comunicato ufficiale, ne ha preso pubblicamente le distanze (“Avanti con gli interisti, Icardi vattene!” lo striscione appeso sui cancelli di Appiano Gentile). Al di là dell’eterna vicenda c’è però una partita da giocare e, possibilmente, vincere, tanto più dopo il passo falso del Milan.

Spalletti tornerà al 4-2-3-1 della prima parte di stagione con Handanovic in porta, D’Ambrosio, Skriniar, Miranda e Asamoah in difesa, Gagliardini e Brozovic a centrocampo, Politano, Nainggolan e Perisic sulla trequarti, Icardi in attacco. Prandelli, reduce dalla brutta sconfitta di Udine (con litigio tra Lazovic e Rolon annesso) e privo dello squalificato Criscito, risponderà con un 4-4-1-1 che vedrà Radu tra i pali, Pereira, Romero, Zukanovic e Pezzella nel reparto arretrato, Lazovic, Rolon, Radovanovic e Lerager in mediana, Sturaro alle spalle dell’unica punta Kouamé.

Contemporaneamente toccherà anche a Lazio e Roma, la prima sul campo della Spal, la seconda all’Olimpico contro la Fiorentina. Per i biancocelesti di Inzaghi si tratta di una prova-verità: vincere a Ferrara darebbe un enorme segnale di forza, qualsiasi altro risultato, invece, saprebbe tanto di occasione sprecata.

“In questi due giorni abbiamo cercato di recuperare le energie – le parole del tecnico biancoceleste – La Spal è una squadra molto organizzata, dovremo essere bravi e provare a fare una grande partita”. L’infortunio di Correa induce un atteggiamento più difensivo, dunque una punta in meno (in questo caso Caicedo) e un centrocampista in più (Parolo), con i soliti Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Immobile in attacco.

La gara più delicata però è sicuramente Roma-Fiorentina, con i giallorossi costretti a vincere per non sprofondare in una crisi senza ritorno. I ko con Spal e Napoli hanno insinuato il dubbio sull’effettiva capacità di Ranieri di traghettare la squadra in Champions, tanto che alcuni definiscono già a rischio la sua panchina. “Stiamo vivendo un momento particolare ma non ho parlato con il presidente Pallotta – ha fatto sapere il tecnico romano – Mi aspetto che i miei sappiano reagire alle difficoltà, è proprio quando le cose vanno male che bisogna aiutarsi gli uni con gli altri. Penso 25 ore al giorno a come aiutare questa squadra, non è affatto facile ma, credetemi, ci sto mettendo tutto me stesso”.

Nessun dubbio sull’impegno, certo però che i risultati raccolti (2 sconfitte in 3 partite) sono nettamente al di sotto delle aspettative. Ranieri ha deciso di archiviare il 4-4-2 canonico in virtù di un 4-3-3 con Olsen in porta, Santon, Marcano, Fazio e Kolarov in difesa, Zaniolo, Nzonzi e Cristante a centrocampo, Under, Dzeko e Perotti in attacco. Pioli, all’ultima chiamata per l’Europa League, tenterà di affossare definitivamente i giallorossi con un sistema analogo che vedrà Lafont tra i pali, Milenkovic, Vitor Hugo, Pezzella e Biraghi nel reparto arretrato, Benassi, Veretout e Gerson in mediana, Chiesa, Simeone e Muriel nel tridente offensivo.

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