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Inter prima in classifica, Juve delude, Napoli si rilancia

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Adesso comanda l’Inter. La vittoria sull’Udinese, unita al pareggio della Juve a Firenze, vale il cambio della guardia in cima alla classifica, oltre che un nuovo segnale a tutto il campionato. Che, a dire il vero, arriva anche dal Napoli: i 3 punti sulla Samp, infatti, gli permettono di archiviare al meglio il ko dello Stadium e di restare in scia al vertice. Ma partiamo dalla nuova capolista in solitaria, seppur in attesa del monday night tra Torino e Lecce, ovvero l’Inter di Conte, arrivata alla terza vittoria in altrettante partite giocate. Un filotto che non autorizza ancora a fare voli pindarici, se non altro perché il calendario era piuttosto favorevole, certo però che la musica, rispetto allo scorso campionato, è decisamente cambiata e questo lo si può dire indipendentemente dagli avversari. 

Il derby di sabato prossimo (ma anche la sfida di Champions con lo Slavia Praga di martedì) ci dirà di più, ad ogni modo l’effetto Conte ha già fatto il suo dovere, sia per quanto concerne l’elettricità dell’ambiente che per la rivitalizzazione di alcuni elementi, Candreva su tutti. A livello di gioco invece c’è ancora da migliorare, come dimostra l’1-0 di ieri contro un’Udinese in 10 dal 35’ del primo tempo: l’espulso, oltretutto, era De Paul, ovvero il suo uomo di maggior qualità. Fino a quel momento i nerazzurri, dopo una partenza a razzo (palo di Politano), avevano incontrato alcune difficoltà di troppo nel rompere il muro friulano, tanto da far pensare a una gara ben più complicata del previsto. Poi però la follia di De Paul (schiaffo a Candreva) ha ulteriormente sbilanciato le forze e l’Inter di questi tempi non ha certo bisogno di regali. Anche perché in nerazzurro c’è un giocatore baciato dal Re Mida del calcio, ovvero Stefano Sensi: tutto ciò che tocca, di base, diventa oro. E così un pallone ben messo in area da Godin s’è trasformato in un assist al bacio che l’ex Sassuolo, a dispetto dei suoi 168 cm, ha spedito in rete con una torsione quasi fosse il miglior Lukaku (44’).

Gol liberatorio per Conte, consapevole che, da quel momento in poi, tutto sarebbe stato in discesa. Nella ripresa infatti l’Inter ha gestito serenamente la partita, non trovando il raddoppio più per imprecisione che per altro (anche se Musso, all’84’, ha fatto un vero e proprio miracolo su Sanchez). “Abbiamo vinto una partita molto difficile contro una squadra forte con ottimi giocatori – l’analisi di Conte. – Però ora non dobbiamo cadere in facili entusiasmi, leggo troppe fesserie in giro, noi non dobbiamo pensarci e dobbiamo sapere che ci sarà sempre da lottare. La strada è ancora molto lunga, siamo partiti bene ma nessuno ci ha regalato niente, ce lo siamo meritati”. 

A determinare la nuova classifica però c’è anchela frenata della Juve, costretta al pareggio da un’ottima Fiorentina. Partita complicata quella del Franchi tanto che lo 0-0 finale, al netto delle occasioni e del predominio territoriale, va molto meglio ai bianconeri che ai viola. Insomma, non abbiamo certo assistito al miglior spot per la nuova filosofia di Sarri, anche perché la condizione atletica continua a suscitare molte perplessità. Se già prima della sosta, infatti, avevamo visto la Signora sgonfiarsi clamorosamente dopo appena un’ora di gioco, ieri le cose sono andate ancora peggio. In meno di un tempo Sarri ha perso Douglas Costa e Pjanic per infortuni muscolari, e quando al 61’ Danilo s’è accasciato a terra per crampi, ha dovuto sostituire anche lui: cambi finiti dopo appena un’ora, quando Montella non ne aveva ancora effettuato nessuno. Il resto lo hanno fatto il caldo, la stanchezza post Nazionali e la buonissima prestazione dei viola, caricati a mille da un Franchi pieno come ai tempi d’oro e da un Ribery in grande spolvero.

Il francese ha vinto il duello con Ronaldo, ma in generale è tutta la Juve ad aver fatto fatica: a salvarla, oltre alla traversa di Chiesa, l’imprecisione della Fiorentina, con i bianconeri pericolosi solo in un paio di contropiedi. “Non è stata una gara di alto livello, dobbiamo migliorare dal punto di vista qualitativo, fisico e tattico – ha ammesso Sarri. – Abbiamo sprecato le sostituzioni per gli infortuni, con 35 gradi in mezzo al campo avere tre cambi con giocatori freschi ci avrebbe aiutato molto. In questo periodo giocare alle 15 o alle 20:45 fa differenza… Abbiamo avuto giocatori in Coppa America, altri in infermeria, altri ancora reduci da un periodo di inattività: ci serve ancora un po’ di tempo per trovare brillantezza”.  

Il pari della Juve, oltre che l’Inter, fa sorridere anche il Napoli, tornato di nuovo in scia. Conseguenza dello 0-0 del Franchi ma anche della vittoria sulla Sampdoria, la prima stagionale senza subire gol, seppur grazie a Meret. Nel 2-0 del San Paolo infatti spicca proprio il portiere azzurro, che assieme al solito implacabile Mertens ha fatto sì che Ancelotti potesse festeggiare i 3 punti. Il Napoli comunque, forse galvanizzato dal risultato di Firenze, è partito subito forte spaccando in due il match già al 13’ grazie a una bella azione di Di Lorenzo, finalizzata al meglio dal “falso nueve” belga. Va detto però che poco prima la Samp si era resa molto pericolosa con Ferrari, fermato solo da un intervento felino di Meret.

Il meglio del repertorio del portiere però si è visto al 19’ su Rigoni, con una parata tanto complicata (l’argentino gli si era presentato di fronte) quanto decisiva. Da lì in poi però il Napoli, che pure era andato vicino al 2-0 con Mertens (traversa), ha ritrovato equilibri e solidità, tanto che nella ripresa, eccezion fatta per un brivido provocato da Ekdal, non ha praticamente rischiato nulla, trovando anzi il raddoppio ancora col belga (69’, assist di Llorente) e sfiorando più volte il 3-0. Un buon tagliando, insomma, in vista del Liverpool, anche in virtù del turnover di Ancelotti (risparmiati, dall’inizio, Insigne, Llorente, Manolas, Allan e Ghoulam) e delle buone risposte di Elmas e Lozano, pronti a diventare dei veri e propri titolari aggiunti.

“Abbiamo fatto una buona partita, nella fase iniziale abbiamo spinto parecchio e nella ripresa siamo stati concreti – il commento di Ancelotti -. Bravi quelli che sono entrati che hanno dato freschezza alla squadra. Non abbiamo preso gol e tiriamo un sospiro di sollievo ma ci prendiamo qualche rischio volendo giocare la palla a tutti i costi. Il rinnovo di Mertens? Sbrighiamoci!”. Ora la testa di Inter, Juventus e Napoli passa alla Champions, per una due giorni d’esordio che promette scintille, ma sempre con un occhio al campionato: la sensazione infatti è che quest’anno ci sarà da divertirsi anche lì.  

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