Alla fine sorride la Roma. Sono i giallorossi ad avere la meglio nello “spareggio” per la zona nobile della classifica, a fronte di un’Inter che torna a casa con un’altra sconfitta carica di rimpianti. Partita bellissima quella dell’Olimpico, un vero e proprio spot per il calcio spettacolo per quanto, paradossalmente, si siano visti errori da matita rossa.
D’altronde si sapeva che Roma e Inter non avessero nelle proprie corde la fase difensiva e il match di ieri ne è stata l’ennesima dimostrazione. Portieri esclusi (sia Szczesny che Handanovic hanno compiuto parate straordinarie) tutto il resto è decisamente migliorabile, ovviamente dalla cintola in giù.
Perché su invece il giudizio cambia, come dimostrano le tantissime palle gol (19 a 17!) che hanno movimentato la sfida. Il 2-1 finale infatti poteva essere molto più rotondo e, cosa ancor più importante, a vantaggio di ambo le parti. Ha vinto la Roma perché ha saputo sfruttare meglio gli episodi, oltre che trovare il vantaggio dopo appena 5’ (Dzeko su assist di Bruno Peres).
Da lì in poi occasioni in serie sia verso la porta di Handanovic che di Szczesny, entrambi bravissimi a prendere anche l’imparabile. A metà ripresa l’Inter ha trovato il pareggio con Banega (72’) ma il risultato è rimasto in parità solo per pochi minuti: al 76’ infatti Manolas, complice una deviazione di Icardi (e un fallo inutile di Jovetic che ha provocato la punizione), ha riportato la Roma in vantaggio. Un 2-1 finale salutato con gioia da Spalletti, di nuovo sorridente dopo settimane decisamente difficili.
“Abbiamo vinto una partita contro una grandissima squadra – il pensiero del tecnico. – Entrambi abbiamo concesso qualcosa di troppo ma questo succede quando si ha voglia di vincere, le nostre caratteristiche sono queste anche se possiamo migliorare”.
Clima diverso in casa Inter, dove De Boer deve fare i conti con un altro passo indietro. “Diciamo che ci abbiamo messo del nostro – ha sospirato l’olandese. – Se commetti errori del genere è difficile vincere, l’ho detto anche ai ragazzi. Nel secondo tempo ci siamo stati solo noi in campo, paghiamo i nostri sbagli”.
Se sulla sponda nerazzurra del Naviglio regna l’amarezza altrettanto non si può dire per quella rossonera, attraversata anzi da una vera e propria scarica di felicità. La vittoria sul Sassuolo, oltre a regalare un clamoroso terzo posto (in coabitazione con Roma, Lazio e Chievo), suscita entusiasmo per il modo in cui è avvenuta, un mix di follia e fortuna che fa ben sperare per il proseguo della stagione.
A San Siro ci si attendevano spettacolo e colpi di scena ma neanche i più ottimisti potevano prevedere il 4-3 finale, peraltro totalmente privo di logica. Subito in vantaggio con Bonaventura (9’), il Milan s’è fatto prima raggiungere dal con Politano (10’), poi superare con Acerbi (54’), infine distanziare da Pellegrini (56’). Ma proprio mentre il pubblico cominciava a fischiare, ecco che il ribaltone che non ti aspetti.
Bacca su rigore (69’), Locatelli dalla distanza (73’), Paletta di testa (77’): 8’ di totale follia hanno fatto sì che il Milan compisse la clamorosa rimonta. “Questa vittoria ha un’importanza che va oltre i 3 punti e me la porto a casa con grandissimo entusiasmo – ha spiegato Montella. – Mi ha chiamato anche il presidente Berlusconi, era molto contento perché la squadra gli ha fatto uno splendido regalo di compleanno”.
Decisamente più nero Eusebio Di Francesco, furibondo soprattutto con l’arbitro Guida, la cui direzione di gara non gli è proprio piaciuta. “Non voglio dire nulla ma certi episodi gli hanno visti tutti – il commento. – Il Milan è una società forte, noi invece siamo una piccola realtà. E gli arbitri bravi sono quelli che non si fanno condizionare…”.