Un pareggio che tutto inalterato e una sconfitta che fa rumore. Lo “spareggio Champions” tra Roma e Milan finisce con un punto a testa che salva Di Francesco e mantiene Gattuso al quarto posto, ma la notizia vera arriva da San Siro, dove l’Inter di Spalletti esce sconfitta clamorosamente dal Bologna di Mihajlovic. Il risultato, complessivo s’intende, è che la bagarre per il quarto posto (oggi Atalanta e Lazio, in caso di vittoria, aggancerebbero la Roma e si porterebbero a un solo punto dai rossoneri) rischia in realtà di coinvolgere anche il terzo, con i nerazzurri molto meno saldi di quanto non sarebbe stato lecito attendersi alla vigilia.
Va detto che per Spalletti, se uno tra Gattuso e Di Francesco si fosse preso l’intera posta, il problema sarebbe stato molto maggiore, anche così però, alla luce delle difficoltà mostrate dall’Inter e dal suo rendimento nel 2019 (un solo punto in tre partite di campionato e l’eliminazione dalla Coppa Italia), c’è poco da stare allegri. Giallorossi e rossoneri peraltro non hanno fatto calcoli, i primi fermati da un Donnarumma in stato di grazia, i secondi da un arbitro (e dal Var) decisamente poco attento nella valutazione degli episodi: il contatto tra Kolarov e Suso meritava quantomeno una “capatina” al monitor, quello tra Pellegrini e lo stesso spagnolo un giallo che avrebbe lasciato la Roma in 10.
A conti fatti, dunque, l’1-1 finale di sta tutto, per quanto la mole di gioco abbia visto i padroni di casa molto più propositivi e ficcanti in fase offensiva. Eppure a sbloccare il match era stato il Milan con una giocata nuova di zecca: assist di Paquetà e zampata di Piatek, al solito spietato in area di rigore (26’). Ma lo “sparo” del polacco restava un episodio isolato in mezzo a tanta Roma, fermata solo da un grande Donnarumma (almeno cinque gli interventi decisivi) e da un ambiente ostile, ancora scottato dall’umiliazione subita a Firenze. A inizio ripresa però ecco la zampata di Zaniolo a rimettere le cose a posto (46’), prima che gli episodi arbitrali sopraccitati e un palo di Pellegrini rischiassero di scombinare ulteriormente il tutto.
“Ai punti meritava la Roma – il commento onesto di Gattuso. – Nel primo tempo abbiamo palleggiato male, nella ripresa abbiamo giocato meglio. La prestazione mi è piaciuta, loro sono una grande squadra. Piatek? Fa reparto da solo, ci sta dando una grande mano”.
“Questa Roma a volte mi fa rabbia – ha ribattuto Di Francesco. – Mi spiace che dobbiamo prendere schiaffi per risvegliarci. Ora dobbiamo essere bravi a risalire dalla situazione in cui siamo arrivati. Meritavamo nettamente la vittoria anche se l’ambiente non era facile”.
Per un pari che lascia tutto inalterato c’è una sconfitta che fa scalpore: in pochi, infatti, potevano immaginarmi che l’Inter perdesse in casa col Bologna. E invece i rossoblu, umiliati una settimana fa dal Frosinone, sono riusciti a espugnare a San Siro, lasciando i nerazzurri in quella che, a questo punto, va considerata crisi a tutti gli effetti. Il colpo di testa di Santander (32’) ha sancito un clamoroso 0-1 che conclude al peggio una settimana terribile, cominciata con la sconfitta di Torino, proseguita con l’eliminazione dalla Coppa Italia è conclusa, appunto, con il ko di ieri.
A nulla è servito il forcing del secondo tempo, anche perché piuttosto confuso: basti pensare che Spalletti, a 10’ dalla fine (più recupero), ha schierato Ranocchia in attacco per cercare di venirne a capo. La classifica dell’Inter resta buona ma il rischio, continuando così, è di mettere addirittura in dubbio la qualificazione in Champions: evenienza che, considerando l’aria che tira (le voci su Conte, al di là delle smentite, non si placano), manderebbe all’aria tutto il progetto Spalletti.
“Pensavo di aver creato delle basi con cui costruire le nostre prestazioni, senza perdere mai una certa continuità, invece oggi siamo andati al di sotto di quello che deve essere il nostro livello medio – l’ammissione del tecnico nerazzurro. – Come nel finale: perché girare palla? Si doveva lanciare lungo per Ranocchia! Mi hanno infastidito un paio di cose, siamo intimoriti e non sembriamo avere un carattere forte come quello del club”.
L’allenatore e la società, per inciso, hanno avuto un lungo faccia a faccia nel post partita: presenti, oltre a Spalletti, anche Marotta, Gardini e Antonello. Il vertice, stando ai rumors di San Siro, non ha prodotto ultimatum ma solo idee su come uscire dalla crisi. Sarà, certo però che l’aria attorno al tecnico nerazzurro s’è fatta pesante. Un risultato negativo a Parma sabato prossimo, per intenderci, diventerebbe difficile da difendere.