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Inter-Napoli, occasione per due. Shevchenko contro Mou a Genova

Big match a Milano: se il Napoli espugna San Siro va in testa da solo, mentre, al contrario, se vince l’Inter si riporta a soli 4 punti di distacco dalla vetta e riapre il capitolo scudetto – Effervescente an che il debutto di Shevchenko alla guida del Genoa, che riceve la Roma di Mourinho

Inter-Napoli, occasione per due. Shevchenko contro Mou a Genova

La grande occasione. Il ko del Milan a Firenze rende Inter-Napoli (ore 18) ancor più frizzante di quanto già non fosse di suo e il discorso vale per entrambe: gli azzurri potrebbero tornare in testa da soli, i nerazzurri portarsi a meno 4 dalla vetta e rientrare a tutti gli effetti nella corsa scudetto. Pressione equamente divisa insomma, anche se forse è l’Inter a giocarsi di più. Inzaghi ha un ritardo in classifica figlio del non aver mai vinto uno scontro diretto: nei 4 giocati finora, infatti, ha ottenuto 3 pareggi (Atalanta, Juventus e Milan) e una sconfitta (Lazio, 2 se si considera anche quella con il Real Madrid in Champions). Un tabù che va assolutamente sfatato, altrimenti la difesa del titolo diventerà quasi impossibile.

“Milan e Napoli stanno tenendo un passo che in Italia non si vedeva da quarant’anni – ha sospirato il tecnico nerazzurro – Contro Atalanta, Juve e Milan meritavamo di più invece sono arrivati tre pareggi, ma certamente dobbiamo fare meglio negli scontri diretti a partire da questo. È una partita importantissima proprio come lo era il derby, il coraggio e le motivazioni faranno la differenza, sapendo che affronteremo un’ottima squadra”.

Anche sul fronte azzurro, nonostante una classifica migliore, c’è però la consapevolezza di essere di fronte a un bivio. Vincere, oltre a tagliar fuori l’Inter, darebbe un messaggio fortissimo a tutto il campionato, oltre che una gigantesca dose di autostima a tutto l’ambiente. L’unico punto di domanda sul Napoli, infatti, riguarda proprio gli scontri diretti, visto che sin qui, complice il calendario, ne ha giocati soltanto due con Juventus e Roma, raccogliendo una vittoria e un pareggio.

Ora invece, da qui a Natale, se la vedrà con Inter, Lazio, Atalanta e Milan, completando un ciclo che darà risposte, in un senso o nell’altro. Per Spalletti poi questa è una partita importante a prescindere, visto che ritrova la sua ex squadra con cui non si è lasciato certo bene: i due quarti posti non bastarono a convincere Marotta, che gli diede il benservito in favore di Conte.

“Non ho mai detto che i meriti dello scudetto dell’Inter erano anche miei, alcune mie dichiarazioni sono state travisate – ha puntualizzato il tecnico azzurro – Quando vado via da un club guardo se ho lasciato i conti migliori e se ho vinto qualche partita, mi concentro sul mio lavoro e non su quello degli altri. Poi è chiaro che questa per me non sarà una gara normale, ma dobbiamo pensare solo al campo: sarà importante, anche se ancora non c’è nulla di definitivo”.

Difficile dire chi sia favorito o sbilanciarsi in pronostici, tanto più che le partite dopo la sosta sono sempre inficiate dagli infortuni. Inzaghi, per esempio, ha perso De Vrij e Sanchez, inoltre deve fare i conti con le condizioni non ottimali di Dzeko, destinato alla panchina per recuperare la forma in vista della Champions. Il 3-5-2 nerazzurro vedrà così Handanovic in porta, Skriniar, Ranocchia e Bastoni in difesa, Darmian, Barella, Brozovic, Calhanoglu e Perisic a centrocampo, Correa e Lautaro in attacco.

Un solo assente invece per Spalletti, che dovrà rinunciare a Politano, risultato positivo al Covid durante l’ultimo tampone. Il 4-3-3 azzurro, dunque, sarà composto da Ospina tra i pali, Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly e Mario Rui nel reparto arretrato, Anguissa, Fabian Ruiz e Zielinski in mediana, Elmas (leggermente favorito su Lozano), Osimhen e Insigne nel tridente offensivo.

Conclusa la sfida di San Siro sarà tempo di spostarsi su Marassi, dove il Genoa di Shevchenko riceverà la Roma di Mourinho (ore 20.45). Anche qui i temi sono tanti, a cominciare dal confronto assolutamente inedito tra i due allenatori, non propriamente amici. Già, perché nell’ormai lontano 2006 l’allora attaccante ucraino fu acquistato dal Chelsea di Mourinho, con risultati tutt’altro che brillanti, tanto che lo stesso Sheva additò lo Special One come motivo principale del suo fallimento inglese.

“Bisogna vedere se quello che dicono è vero, oppure se abbiamo un buon rapporto – ha glissato il tecnico giallorosso – Non dico che questa sarà una partita che giocheremo al buio, ma di certo affrontare una squadra con un allenatore nuovo crea sempre difficoltà. Purtroppo abbiamo tanti indisponibili, dovremo trovare un puzzle che ci permetta di fare bene e prendere punti”.

I problemi di Mourinho effettivamente vanno ben al di là dei rapporti personali con Sheva. I risultati pre-sosta erano stati molto deludenti e il clima, nonostante le rassicurazioni di Friedkin e gli striscioni della Curva Sud, resta bollente. Lo Special One poi deve fare i conti con le assenze di Cristante e Villar, entrambi risultati positivi al Covid, che vanno ad aggiungersi a quelle di Vina, Calafiori e del solito Spinazzola.

Ad ogni modo la svolta tattica di abbandonare il 4-2-3-1 per passare al 3-4-1-2 sembra ormai decisa, con buona pace di Zaniolo (che però resta in ballottaggio) e Mkhitaryan, per cui gli spazi si sono decisamente ridotti. Mou comunque andrà avanti per la sua strada puntando su Rui Patricio in porta, Kumbulla, Mancini e Ibanez in difesa, Karsdorp, Veretout, Darboe ed El Shaarawy a centrocampo, Pellegrini sulla trequarti, Shomurodov e Abraham in attacco.

Stesso sistema di gioco anche per il primo Genoa di Shevchenko (ma anche di Zangrillo presidente), che proverà a ovviare alle assenze di Criscito, Destro e Caicedo con Sirigu tra i pali, Biraschi, Vasquez e Masiello nel reparto arretrato, Cambiaso, Badelj, Rovella e Sturaro in mediana, Galdames alle spalle della coppia offensiva composta da Pandev ed Ekuban.

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