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Inter-Napoli, il big match tra le due grandi deluse della Champions. In campo anche Juve, Milan, Atalanta e Roma

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La corsa ricomincia. L’ultimo weekend di campionato prima della sosta per le Nazionali è sempre particolare, figuriamoci ora che siamo reduci da una settimana intensissima di coppe europee. La domenica odierna, dopo un sabato che ha visto la Lazio battere il Frosinone in rimonta (2-3 con Martusciello in panchina, da domani comincerà ufficialmente l’era Tudor), metterà a confronto proprio le due grandi deluse dei giorni scorsi, ovvero Inter e Napoli, entrambe eliminate dalla Champions League con tanti rimpianti. Il paragone, però, regge solo su questo aspetto, perché per il resto le due stagioni sono diametralmente opposte: i nerazzurri viaggiano ormai spediti verso lo scudetto, mentre gli azzurri sono addirittura a meno 10 dal Bologna quarto.

La corsa Champions però resta apertissima, nella speranza che il Ranking Uefa apra le porte anche alla quinta. Ecco perché Roma-Sassuolo e Atalanta Fiorentina vanno seguite con grande attenzione, senza dimenticare Verona-Milan e Juventus-Genoa, importanti sia in chiave secondo posto che salvezza.

Inter – Napoli (ore 20.45, Dazn)

Quello di San Siro è un vero e proprio passaggio di consegne tra i campioni d’Italia in carica e quelli del futuro. Quanto lontano lo diranno solo le prossime partite, ma ormai neanche il nerazzurro più scaramantico mette in dubbio la conquista dello scudetto. Del resto questa Inter sta viaggiando a velocità supersonica, tanto da avere addirittura 4 punti in più rispetto al Napoli dello scorso anno. Per la squadra di Calzona, invece, vale il ragionamento opposto: se nel 2023 volava verso la gloria con 71 punti in 28 giornate, ora è tristemente settimo a quota 44 e tutt’altro che sicuro di partecipare alla prossima Champions. A guardare i numeri, insomma, non sembrerebbe poterci essere partita, ma il calcio, si sa, non è fatto di sole statistiche, dunque una gara secca tra Inter e Napoli può sempre riservare colpi di scena.

C’è poi da capire chi delle due avrà smaltito meglio l’eliminazione subita in settimana, una dura botta per entrambe che potrebbe aver lasciato qualche strascico, oltre che inevitabili tossine fisiche. A livello mediatico, per ovvie ragioni, si è parlato più del tonfo nerazzurro a Madrid che di quello azzurro a Barcellona, se non altro perché le aspettative sulla squadra di Inzaghi erano altissime, al punto di considerarla inferiore solo a Manchester City e Real Madrid, ma anche Calzona ha incassato una grande delusione e solo un finale all’altezza (quinto posto) potrebbe regalargli la riconferma.

Inter – Napoli, le probabili formazioni

Le fatiche europee condizionano anche le scelte dei due allenatori, vuoi per qualche acciacco fisico, o semplicemente per ricaricare testa e gambe. Inzaghi dovrebbe concedere un turno di riposo a Pavard, De Vrij, Calhanoglu e Mkhitaryan, affidandosi così a un 3-5-2 con Sommer in porta, Bisseck, Acerbi e Bastoni in difesa, Darmian, Barella, Asllani, Frattesi e Dimarco a centrocampo, Thuram e Lautaro in attacco.

Il grande dubbio di Calzona riguarda invece Osimhen, alle prese con un affaticamento muscolare: il nigeriano è stato convocato, ma il suo impiego verrà deciso solo dopo la rifinitura odierna. Il 4-3-3 azzurro vedrà Meret tra i pali, Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Olivera nel reparto arretrato, Anguissa, Lobotka e Traoré in mediana, Politano, Osimhen (o Simeone) e Kvaratskhelia nel tridente offensivo.

Verona – Milan (ore 15, Dazn)

Sfida molto interessante anche al Bentegodi, dove Verona e Milan si affronteranno con il solito fervore, figlio di una rivalità storica mai davvero sopita. Per il Diavolo, infatti, la trasferta in terra scaligera riserva sempre tante insidie, anche se le ultime vittorie (su tutte quella del 8 maggio 2022, decisiva per lo scudetto) hanno un po’ affievolito la sua “fatalità”. Resta però il fatto che l’Hellas ha bisogno di punti salvezza, dunque i rossoneri dovranno sudare parecchio per conquistare la vittoria, senza risparmiare energie di nessun tipo.

Baroni sperava di trovare un Milan spossato dal viaggio a Praga, invece il giovedì di Pioli è filato via liscio, al netto degli acciacchi di Maignan e Calabria, comunque pienamente recuperati. La sua squadra, complice la superiorità numerica, ha chiuso il discorso qualificazione in meno di un tempo e ha utilizzato il secondo come un allenamento, risparmiando così le forze per il Bentegodi. L’Europa League è diventato il primo obiettivo, ma il campionato non può essere snobbato: la conferma di Pioli passa anche dal secondo posto e il Diavolo, inoltre, non vuole rischiare il contro sorpasso della Juve dopo appena una settimana. Il Verona, dal canto suo, è in un buon momento e cerca la terza vittoria di fila dopo quelle pesantissime con Lecce e Sassuolo, senza però un eccessivo assillo di classifica (il Frosinone terzultimo è rimasto a due punti di distanza, ma con una gara in più).

Verona – Milan, le probabili formazioni

Pioli recupera Maignan, nonostante la botta al ginocchio rimediata con lo Slavia: gli esami hanno però escluso complicazioni particolari e il portiere è da considerarsi pienamente recuperato. Per il resto non ci sarà nessun maxi-turnover, anche perché la partita di Praga, come detto in precedenza, si è rivelata molto meno dispendiosa del previsto. Il 4-2-3-1 rossonero vedrà così Maignan in porta, Calabria, Thiaw, Tomori e Theo Hernandez in difesa, Bennacer e Reijnders a centrocampo, Pulisic, Loftus-Cheek e Leao sulla trequarti, Giroud in attacco.

Stesso sistema di gioco anche per il Verona di Baroni, che risponderà con Montipò tra i pali, Tchatchoua, Magnani, Dawidowicz e Cabal nel reparto arretrato, Duda e Serdar in mediana, Folorunsho, Suslov e Lazovic alle spalle dell’unica punta Noslin.

Juventus – Genoa (ore 12.30, Dazn e Sky)

Altro match casalingo per la Juventus di Allegri, che torna allo Stadium una settimana dopo il pareggio con l’Atalanta. Quel 2-2, unito alla vittoria del Milan sull’Empoli, è costato il secondo posto, ma l’arretramento in classifica è figlio soprattutto di un mese e mezzo da incubo, nel quale la Signora ha totalizzato solo sei punti in sette partite, con una sola vittoria (3-2 col Frosinone, per giunta in pieno recupero), tre pareggi e altrettante sconfitte. Una media da retrocessione, mitigata, ovviamente, dai quattro mesi precedenti ad altissima velocità, che avevano fatto pensare addirittura allo scudetto. La realtà sta nel mezzo e fa sì che la Juve sia ancora ben salda in zona Champions, anche se ora è arrivato il momento di tornare a correre, pena rischiare un finale di stagione piuttosto complicato.

La gara col Genoa non è esattamente semplice, come del resto nessuna in questo periodo: i rossoblu non hanno particolari velleità di classifica e possono giocare senza l’assillo dei punti, per quanto le sconfitte con Monza e Inter abbiano infastidito parecchio Gilardino, deciso a interrompere l’emorragia di punti già da oggi. L’obbligo di vincere, però, ce l’ha solo la Juve, come sottolineato da Allegri in conferenza stampa.

Allegri: “Partita importantissima, ecco perché siamo andati in ritiro un giorno prima”

“Ho parlato con la squadra e abbiamo deciso di rimanere una sera in più alla Continassa – ha spiegato il tecnico bianconero -. È un momento in cui bisogna riprendere il cammino che purtroppo in quest’ultimo mese ci è mancato, questa partita è importante per tutti. Sappiamo che abbiamo degli obiettivi da raggiungere come la qualificazione in Champions e la semifinale di Coppa Italia, non bisogna guardare né davanti né dietro, solo cercare di battere il Genoa. Nelle ultime quattro partite in casa abbiamo vinto solo una volta contro il Frosinone, ci sono dei momenti della stagione dove alla prima o alla seconda occasione, per una disattenzione o per un dettaglio, prendi gol. Quindi dobbiamo continuare a lavorare per cercare di migliorare e soprattutto avere un pochino di più come attenzione quando difendiamo come squadra, non solo nei singoli giocatori”.

Juventus – Genoa, le probabili formazioni

Rispetto alla partita con l’Atalanta rientra Rabiot, ma si ferma Milik per una lesione all’adduttore della coscia sinistra (verrà rivalutato tra 10-15 giorni). Allegri opterà per il canonico 3-5-2 con Szczesny in porta, Gatti, Bremer e Danilo in difesa, Cambiaso, McKennie, Locatelli, Rabiot e Iling Jr a centrocampo, Chiesa e Vlahovic in attacco.

Gilardino, costretto a rinunciare allo squalificato Sabelli, risponderà con lo stesso sistema di gioco, con Martinez tra i pali, De Winter, Bani e Vasquez nel reparto arretrato, Frendrup, Messias, Badelj, Malinovskyi e Spence in mediana, Retegui e Gudmundsson coppia offensiva.

Roma – Sassuolo (ore 18, Dazn)

Grande attenzione anche sulle partite delle 18, che vedranno protagoniste Roma, Atalanta e Fiorentina. È l’Olimpico, in particolare, a prendersi la scena, perché la squadra di De Rossi, al momento, è l’alternativa più credibile al lanciatissimo Bologna di Thiago Motta. I giallorossi hanno un po’ rallentato a Firenze (anche se il pareggio, per come si erano messe le cose, è quasi una vittoria), ma battendo il Sassuolo tornerebbero a meno 3 dagli emiliani, dunque dal quarto posto che vale la Champions. Nella Capitale sanno perfettamente che la quinta posizione attuale potrebbe rivelarsi preziosissima a fine stagione, ma fare calcoli non ha senso: oggi c’è un solo risultato a disposizione, tanto più che il Sassuolo di Ballardini non è certo un avversario trascendentale. Certo, la fame di punti salvezza lo rende comunque temibile, inoltre la Roma, come vedremo tra poco, deve rinunciare a giocatori molto importanti, dunque non è il caso di prenderlo sotto gamba, a maggior ragione ora che la classifica comincia a sorridere. Dopo la sosta ci sarà la trasferta di Lecce, il derby con la Lazio, il doppio confronto europeo contro il Milan e lo scontro diretto col Bologna: calendario tostissimo, ragion per cui i 3 punti odierni vanno presi a tutti i costi.

Roma – Sassuolo, le probabili formazioni

Problemi in attacco per De Rossi, che deve rinunciare sia a Dybala, fermato da una lesione muscolare all’adduttore della coscia destra, che a Lukaku, alle prese con un dolore all’anca. Il tecnico dovrà quindi rivedere la formazione-tipo, affidandosi a un 4-3-3 con Svilar in porta, Celik, Mancini, Ndicka e Angelino in difesa, Cristante, Paredes e Pellegrini a centrocampo, Baldanzi, Azmoun ed El Shaarawy in attacco.

Consueto 4-2-3-1 invece per Ballardini, che proverà a dare continuità al successo sul Frosinone con Consigli tra i pali, Missori, Erlic, Ferrari e Pedersen nel reparto arretrato, Racic e Matheus Henrique in mediana, Defrel, Bajrami e Laurienté alle spalle dell’unica punta Pinamonti.

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