Torino si tinge di bianconero, il Milan si butta via. Gli anticipi del sabato sorridono a Thiago Motta, vincitore del derby e salito, seppur momentaneamente, al terzo posto assieme all’Inter e a un solo punto dal Napoli, molto meno a Fonseca, fermato sul pari dal Cagliari e alle prese con l’ennesimo passo falso della stagione. Risultati ancor più pesanti alla luce delle gare odierne, su tutte quella di San Siro tra i nerazzurri di Inzaghi e gli azzurri di Conte, un vero e proprio scontro-scudetto che coinvolge tantissime partite, passate (Juve e Milan, appunto) e future (Atalanta-Udinese, Fiorentina-Verona, Monza-Lazio).
Juventus – Torino 2-0: Weah e Yildiz colorano la Mole di bianconero
Derby senza storia quello dell’Allianz Stadium, tintosi ancora una volta di bianconero. I proclami granata della vigilia (Vanoli aveva addirittura evocato il 3-2 in rimonta dell’83) si sono rivelati privi di sostanza, perché il Toro non è mai riuscito a spaventare la Juve, arrendendosi praticamente senza combattere.
Il 2-0 finale si aggiunge al lungo elenco di stracittadine vinte dalla Signora, un ruolino che ha del clamoroso visto che i granata ne hanno vinta solamente una nelle ultime 37 (!) giocate. Per rompere il tabù serviva una prestazione maiuscola, ma la squadra di Vanoli, di questi tempi, non è proprio in grado di farla: il derby è l’ultimo dei problemi se si considerano le sei sconfitte nelle ultime sette giornate, per una classifica che resta dignitosa solo grazie al super inizio di campionato.
La Juve invece dà continuità al successo di Udine e va alla sosta con un ritrovato ottimismo, anche se buona parte dipenderà da ciò che accadrà oggi, a San Siro e non solo. Dal Napoli alla Lazio, comunque, ci sono sei squadre in tre punti e quella di Thiago Motta, pur con tutte le difficoltà di quest’ultimo periodo, è tra loro: stasera sapremo in che misura, ma di certo la candidatura della Signora è piuttosto forte. Per puntare davvero in alto servirà aumentare il tasso di pericolosità là davanti, comunque più che sufficiente per battere il Torino e prendersi il derby numero 257 della storia.
A sbloccare le danze è stato Weah, lesto a ribadire in gol una respinta di Milinkovic-Savic su tiro di Cambiaso (18’), in un primo tempo a senso unico nel quale è mancato solo il punto esclamativo. Per quello abbiamo dovuto attendere l’84’, quando Yildiz s’è catapultato di testa su un cross di Conceiçao e ha battuto il portiere granata, ma in generale non si è mai avuta la sensazione di una gara in bilico, se non per il risultato.
Thiago Motta: “Vittoria meritata, sono molto contento per Yildiz”
“Sono soddisfatto della prestazione e anche del risultato, sono tre punti importanti – il commento di Thiago Motta -. Voglio ringraziare il pubblico, che stasera ci ha dato davvero tanto e anche i ragazzi perché non era facile giocare così alla terza partita della settimana. Abbiamo gestito bene le energie, è sempre importante giocare con grande equilibrio, abbiamo fatto una partita solida, concreta e sicuramente meritato la vittoria. Weah e Yildiz? Possono ancora migliorare tantissimo, sono molto contento per il gol di Kenan perché dobbiamo insistere nell’attacco dell’area di rigore. Weah è abituato a farlo, hanno fatto un’ottima partita come anche Vlahovic e Koopmeiners, mi sono piaciuti molto in entrambe le fasi. Perché non giocano mai dall’inizio assieme a Conceiçao? È solo un caso perché vedo tutti e tre molto bene, oggi abbiamo iniziato con Weah perché è in un grande momento, poi è entrato Francisco che ci ha aiutato tantissimo a partita in corso. Delle volte abbiamo bisogno di un qualcosa in più nel secondo tempo e lo possiamo avere solo alternando i tre, è un’arma in più che abbiamo, ma possono giocare anche insieme”.
Cagliari – Milan 3-3: i rossoneri si fanno raggiungere e scivolano al settimo posto
Occasione sprecata invece per il Milan, costretto a fare i conti con l’ennesimo passo falso della stagione. La vittoria di Madrid aveva illuso su un possibile cambio di passo, ma Fonseca aveva spento gli entusiasmi mostrandosi piuttosto preoccupato per la trasferta sarda. I fatti gli hanno dato ragione, anche se è giusto chiedersi se non avrebbe potuto fare di più per limitare la squadra di Nicola, mai così pericolosa nelle undici gare giocate sin qui.
Il 3-3 della Unipol Domus Arena lascia l’amaro in bocca a tutti, a cominciare dal Cagliari: le occasioni migliori, tra gol sbagliati e annullati per centimetri, le ha avute lui, il che la dice lunga sulla prestazione del Milan. Il Diavolo, a sua volta, si mangia le mani perché a un certo punto sembrava essere in controllo; invece si è fatto raggiungere a un soffio dal 90’, vanificando quella che sarebbe stata una vittoria importantissima.
Che sarebbe stato un pomeriggio complicato lo si è capito dopo appena 2’ quando Zortea, sugli sviluppi di un corner, ha portato in vantaggio i sardi. I rossoneri non si sono scomposti, trovando conforto nella doppietta di Leao (15’, 40’) che è valsa il sorpasso, ma il primo tempo si è concluso sull’1-2 solo per dettagli: due, infatti, i gol annullati al Cagliari per fuorigioco di centimetri (Piccoli e Viola), oltre ad almeno altrettante occasioni fermate solo da un grande Maignan.
A inizio ripresa però Zappa ha firmato il 2-2 (errore di Fofana) e il Diavolo s’è ritrovato al punto di partenza, costretto a rimettersi l’elmetto per provare a vincere. Sembrava esserci riuscito al minuto 69, quando Abraham (subentrato al baby Camarda) aveva timbrato il terzo gol rossonero, ma l’illusione è svanita all’89’ sul grandissimo gol di Zappa, autore di una doppietta che non dimenticherà mai.
Fonseca: “Un passo indietro, se vogliamo vincere non possiamo prendere gol così”
“Il nostro problema è stata la difesa, troppe le difficoltà sui cross del Cagliari – l’analisi di Fonseca -. Inoltre abbiamo vinto pochissimi duelli di testa,solo il 69%: così è difficile vincere una partita. Un passo indietro? Sì. Davanti abbiamo fatto cose buone,ma con tre gol segnati non possiamo non vincere le partite, non possiamo prendere gol così. Non possiamo prendere un gol così a inizio partita,anche se per me era fuorigiocoe la stessa cosa vale anche sul secondo. Abbiamo avuto poca aggressività difensiva specialmente dai singoli, Theo Hernandezpuò fare meglio difensivamente come tutta la linea davanti aMaignan. Camarda e Leao? Per Francesco non è stato facile,sono soddisfatto per quello che ha fatto. Rafa sta tornando,lo vogliamo così: decisivo e che giochi con la squadra”.
Inter – Napoli (ore 20:45, Dazn)
Serata di gala a San Siro, dove andrà in scena una vera e propria sfida-scudetto tra Inter e Napoli. Il match sarebbe stato importante a prescindere, ma lo è diventato ancor di più dopo la sconfitta degli azzurri di domenica scorsa, che ha decisamente cambiato la classifica. Ora la squadra di Inzaghi ha la possibilità di effettuare il sorpasso e prendersi il primo posto in solitaria, mentre Conte potrebbe addirittura farsi da raggiungere da Atalanta, Lazio e Fiorentina, sempre che queste battano Udinese, Monza e Verona.
Ovviamente valgono anche le ipotesi opposte: Napoli corsaro a Milano e nuovamente in fuga, così come un pareggio che lo manterrebbe al comando, seppur con una classifica cortissima (la Juve sarebbe a soli 2 punti). Tappa non decisiva, insomma, ma molto importante per entrambe; fare un pronostico diventa molto complicato, non tanto nell’indicare il vincitore (quello equivarrebbe a tirare una monetina), quanto nel capire che partita sarà.
La posta in palio è alta ed è possibile che il Napoli, reduce dal brutto 0-3 contro l’Atalanta, decida di aspettare l’Inter e giocarsela al meglio dei due risultati, consapevole che un pari non sarebbe certo da buttare. I nerazzurri, viceversa, hanno la ghiotta possibilità di salire in vetta e cancellare le difficoltà iniziali, completando così un mini-ciclo quasi perfetto: dalla sconfitta nel derby a oggi, infatti, hanno raccolto nove vittorie e un pareggio in dieci partite tra campionato e Champions e oggi puntano a completare l’opera, pur con la consapevolezza che battere il Napoli non sarà né facile né scontato.
Inzaghi: “Servirà la miglior Inter, c’è grande fiducia”
“Sarà una partita bellissima, affrontiamo la squadra che è in testa al campionato – il pensiero di Inzaghi -. Conte ha dato un’ottima organizzazione alla squadra che è molto forte e ha tanta qualità, ci vorrà una delle migliori Inter per fare il massimo davanti al nostro pubblico. Ci stiamo preparando per fare una grande gara, cercando di recuperare energie fisiche e mentali, adesso ci manca l’ultimo sforzo. In queste gare abbiamo avuto qualche problema nelle rotazioni perché abbiamo perso qualche giocatore, ma c’è grande fiducia. Sono molto contento di avere un gruppo solido, i ragazzi lavorano sempre con il sorriso e per me è un grande segnale. Il Napoli in trasferta ha subito gol solo a Verona, conosciamo le sue qualità: sappiamo che in queste gare i dettagli possono fare la differenza, ci vorrà tanta organizzazione per non farci sfuggire nulla. È presto per parlare di classifica, ma sappiamo che questa tappa è importante per il nostro cammino, inoltre è l’ultima prima della sosta e vogliamo chiudere bene, pur sapendo di avere di fronte una squadra fortissima”.
Conte: “Non andremo a San Siro per prendere cazzotti, vogliamo restare al comando”
“Fa sicuramente un certo effetto tornare dove si è lavorato duramente – le parole di Conte -. Ci sarà un carico di emozioni perché quando torni indietro nel tempo, riaffiorano alla mente tante situazioni, tanti episodi. Sono stati due anni felici, il primo siamo arrivati secondi perdendo la finale di Europa League, il secondo abbiamo vinto lo scudetto. È stata una bellissima esperienza, che porto dentro di me, come tutte le esperienze del passato perché le ho sempre vissute al massimo. Dobbiamo giocare la partita prima di tutto, poi è inevitabile che andare a San Siro a far da sparring partner, aspettando che ci tirino i cazzotti, non è la nostra idea. Vogliamo andarci a misurare con i nostri valori, l’idea è di cercare di fare la partita, perché penso sia l’aspetto più giusto per crescere. Chiaramente saranno tre punti importanti, per noi come per loro, però ci servirà per capire se il nostro percorso sia quello giusto. Non dimentichiamoci che arriveremo da primi in classifica e vorremmo uscire dallo stadio ancora al comando. De Laurentiis dice che ci vuole pazienza prima di parlare di scudetto? L’ho visto la scorsa settimana e non mi ha detto nulla. Eventualmente, comunque, bisogna ascoltare e andare avanti, senza commentare”.
Inter – Napoli, le probabili formazioni
Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro
In panchina: Martinez, Di Gennaro, De Vrij, Bisseck, Palacios, Darmian, Zielinski, Asllani, Frattesi, Taremi, Buchanan, Arnautovic, Correa
Allenatore: Inzaghi
Indisponibili: Carlos Augusto
Squalificati: nessuno
Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Gilmour, McTominay; Politano, Lukaku, Kvaratskhelia
In panchina: Caprile, Contini, Juan Jesus, Marin, Mazzocchi, Folorunsho, Simeone, Ngonge, Neres, Lobotka, Raspadori, Zerbin, Spinazzola
Allenatore: Conte
Indisponibili: nessuno
Squalificati: nessuno
Monza – Lazio (ore 18, Dazn e Sky)
Lo scontro diretto di Milano non riguarda solo Inter e Napoli, ma anche le inseguitrici. Tra queste c’è la Lazio di Baroni, giunta alla nona vittoria nelle ultime dieci partite tra campionato ed Europa League. La settimana è iniziata battendo il Cagliari ed è proseguita con il 2-1 al cardiopalma sul Porto: il tecnico vuole completare l’opera espugnando Monza, per poi godersi il posticipo di San Siro e guadagnare punti su una delle due, o magari su entrambe. Il piano appare fattibile, a patto di non sottovalutare la squadra di Nesta, costretta a fare punti a prescindere dalla fede laziale del proprio allenatore. I brianzoli occupano un deludente penultimo postoe sono reduci dalle sconfitte con Atalanta e Milan, dove hanno però mostrato un buonissimo calcio; inoltre hanno già saputo fermare Fiorentina, Inter e Roma, confermandosi piuttosto ostici per le big.
Ad ogni modo la Lazio attuale è una delle squadre più in forma del campionato e Baroni vuole continuare a battere il ferro, tanto più che la sua gestione della rosa (tutti stanno trovando spazio) consente di avere forze fresche nonostante i tanti impegni. Rispetto a giovedì tornerà il 4-2-3-1 tipo con Provedel in porta, Lazzari, Gila, Romagnoli e Tavares in difesa, Guendouzi e Rovella a centrocampo, Isaksen, Dia e Zaccagni sulla trequarti, Castellanos in attacco. Classico 3-4-2-1 invece per Nesta, che risponderà con Turati tra i pali, Izzo, Pablo Marì e Carboni nel reparto arretrato, Pereira, Bondo, Pessina e Kyriakopoulos in mediana, Maldini e Mota Carvalho alle spalle di Djuric.
Roma – Bologna (ore 15, Dazn)
Clima opposto in casa Roma, dove la partita col Bologna è davvero l’ultima spiaggia per rimettere in piedi la stagione. A dimostrazione della delicatezza del momento c’è l’arrivo in città dei Friedkin, da molti interpretato come un segnale inequivocabile per Juric, ormai prossimo all’esonero a prescindere da come andrà la gara odierna.
La sconfitta di Verona e il pari in Belgio hanno confermato l’assenza di reazione da parte del gruppo, ormai prigioniero di una negatività complessiva difficile da smuovere. Il tecnico ci ha sicuramente messo del suo sia dal punto di vista tattico che mediatico, ma le colpe vanno quantomeno divise con la proprietà (parlare di dirigenza, alla luce dei fatti, avrebbe poco senso) e i giocatori, a loro volta protagonisti di prestazioni sconcertanti.
Vedremo se oggi arriverà la reazione tanto attesa, di certo però il Bologna non verrà per fare da sparring partner, anzi una vittoria lo proietterebbe nella parte alta della classifica. I Friedkin hanno capito che così proprio non va e sono pronti a mettere in atto l’ennesimo ribaltone: Roberto Mancini, contattato dopo la sconfitta di Verona, ha già dato la sua disponibilità, chiedendo però garanzie precise su ingaggio e durata del contratto e ora attende la risposta definitiva. Resta il fatto che la Roma deve cominciare a vincere e Juric ci proverà con il consueto 3-4-2-1: Svilar in porta, Mancini, Ndicka e Angelino in difesa, Celik, Koné, Le Fée ed El Shaarawy a centrocampo, Baldanzi e Pisilli (o Pellegrini) sulla trequarti, Dovbyk in attacco. Italiano risponderà con un 4-2-3-1 con Ravaglia tra i pali, Holm, Beukema, Lucumì e Lykogiannis nel reparto arretrato, Moro e Freuler in mediana, Orsolini, Odgaard e Ndoye alle spalle dell’unica punta Castro.