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Inter-Mancini atto secondo: il ritorno dell’allenatore marchigiano nel derby con il Milan

Mancini-Inter, atto secondo. Comincia oggi la nuova era del tecnico di Jesi sulla panchina nerazzurra, un ritorno di fiamma dopo il quadriennio 2004-08 che portò 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane, ma anche un divorzio pieno di veleno condito da accuse reciproche. Quella però era la società di Massimo Moratti, oggi invece al timone c’è Erick Thohir. E’ lui che ha deciso l’esonero di Mazzarri al termine di una settimana tormentata nella quale, col senno di poi, gli indizi del licenziamento erano apparsi piuttosto chiaramente. Nessun colloquio con WM dopo il pareggio col Verona, solo una chiacchierata con Fassone e Ausilio nella pancia di San Siro, a cui lunedì era seguito un pranzo con Moratti.

A tutti (tranne che al diretto interessato) il presidente nerazzurro aveva comunicato la sua decisione: via Mazzarri, dentro Mancini. “Io non ho proposto niente – ha confermato il socio di minoranza del tycoon. – Mi spiace per Walter ma sono felice per Roberto, il primo con cui ho vinto, è molto bravo ed è un gran lavoratore”. Un’operazione da 40 milioni, euro più euro meno: l’esonero di Mazzarri ne costerà 19,5 (al lordo, comprensivi anche dello staff), il nuovo contratto di Mancini 20 (4 netti all’anno fino al 2017). Un bello scherzetto non c’è che dire, reso però inevitabile dalla situazione che si era creata. Thohir non ha più potuto ignorarla, nonostante i conti del club (convocato dall’Uefa non più tardi di una settimana fa) gli sconsigliassero un simile ribaltone.

Questa volta però anche il “freddo” indonesiano ha messo da parte la calcolatrice e si è concentrato sul discorso sportivo. D’altronde il terzo posto è ancora raggiungibile: una qualificazione in Champions, tra incassi tv e valorizzazione del brand, farebbe rientrare dall’investimento. Va poi considerato l’umore popolare, a cui Thohir è molto più sensibile di quanto non si pensi. E’ la seconda volta che il tycoon, in un anno di presidenza, dà ascolto al pensiero della gente nerazzurra (la prima fu sullo scambio Guarin-Vucinic): una mossa che va verso una riconciliazione con una tifoseria da tempo sul piede di guerra e che ora potrebbe invece tornare a riempire San Siro. Ora la palla passa a Mancini, il cui debutto, come in ogni thriller che si rispetti, non potrebbe essere più suggestivo. Domenica prossima ci sarà un derby contro il Milan tanto affascinante quanto complicato, una partita che sembrava ai minimi storici e che invece regalerà emozioni e spettacolo.

Come sarà la nuova Inter? Lo scopriremo presto, forse già oggi pomeriggio (ore 14) quando il Mancio si presenterà alla stampa in quel di Appiano Gentile. Una conferenza attesissima da tutto il popolo nerazzurro, desideroso di archiviare definitivamente l’era Mazzarri. Fatta di un quinto posto che è valso il ritorno in Europa dopo un anno di purgatorio, ma anche di polemiche e incomprensioni che non hanno mai fatto davvero sbocciare l’amore. E così l’esonero (il primo in carriera) è diventato inevitabile.

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