Fine dei sogni. L’Inter esce sconfitta dal posticipo con la Sampdoria e dice addio, a meno di incredibili colpi di scena, a quel terzo posto annunciato in estate come primo obiettivo e invece distante ben 9 punti. Decisamente troppi con sole 8 giornate a disposizione e questo al di là dello scontro diretto del prossimo 30 aprile: la rimonta sembra proprio destinata a rimanere una chimera.
“Se la classifica finale fosse questa staremmo parlando di una stagione negativa – ha sospirato Pioli – Il campionato però non finisce oggi e abbiamo ancora tempo per rialzarci e dimostrare a tutti che non siamo quelli del secondo tempo. Purtroppo dopo il nostro gol ci siamo disuniti, abbiamo iniziato a ragionare individualmente e commesso errori che dovevamo evitare. Il mio futuro? Non sono né preoccupato né timoroso, abbiamo perso un’occasione ma ne avremo altre”.
Il tecnico non vuole arrendersi ma la classifica parla chiaro: ad oggi neanche l’Europa League è un obiettivo sicuro, figuriamoci la Champions. Certo, una vittoria contro la Samp avrebbe cambiato gli scenari e l’Inter, per buona parte del match, l’ha anche avuta in pugno.
Il gol di D’Ambrosio (35’, deviazione decisiva di Bereszynski) sembrava poter mettere tutto in discesa ma nel secondo tempo i nerazzurri si sono distratti e gli uomini di Giampaolo, tecnico sempre più incisivo, hanno ribaltato ogni prospettiva. Prima Schick di testa (50’, proprio lui considerato obiettivo di Ausilio), poi, quando la partita sembrava destinata al pareggio, Quagliarella su rigore, decretato dall’arbitro Celi per un fallo di mano di Brozovic tanto netto quanto inutile (85’).
“La Champions è andata ma ci resta l’Europa League – il commento amaro di Icardi – Dobbiamo provare a vincere più partite possibili, altrimenti sarà un fallimento”. Ora bisognerà rimboccarsi le maniche e fare in modo di mantenere alte le motivazioni. Perché Pioli sin qui ha lavorato soprattutto su quelle e la squadra, almeno fino a ieri, lo ha quasi sempre ripagato.
Da oggi però bisogna familiarizzare col concetto che il terzo posto è praticamente andato, e nonostante questo ritrovare fame e cattiveria agonistica. Altrimenti il finale di stagione, più che un furioso attacco alla classifica, rischierebbe di diventare un bel problema.