Inter e Juventus restano al palo. E’ proprio il caso di dirlo visto che, in un San Siro pieno come da copione, non si sono visti gol ma solo legni. Il Derby d’Italia numero 226 (165 in campionato) è finito 0-0, un punto a testa che ci sta per quanto visto in campo ma che, classifica alla mano, accontenta soprattutto i nerazzurri. I 17 punti raccolti sin qui valgono un secondo posto (assieme alla Roma, meno 1 dalla capolista Fiorentina) di tutto rispetto, in linea con le ambizioni di Mancini e con le aspettative dell’estate.
Ben diversa la situazione della Juve, staccata di 9 punti dalla vetta e costretta a un’incredibile 14esima posizione: il tempo di risalire c’è tutto ma urge un’accelerata. “E’ stata una partita dura per entrambe le squadre – il commento di Mancini. – Il risultato ci sta, tutte e due abbiamo provato a vincere ma le difese sono state molto brave”.
Analisi corretta quella del tecnico di Jesi, condivisa anche dal collega bianconero. “Prestazioni come questa ci danno fiducia – ha spiegato in conferenza stampa. – Dobbiamo riuscire a essere più cattivi sotto porta, ora serviranno pazienza e continuità di risultati”. Pareggio incontestabile insomma, figlio di una partita che ha visto le squadre giocare un tempo a testa.
E’ stata l’Inter a partire più forte, forse anche in virtù di alcune scelte di Mancini che hanno sorpreso un po’ tutti. Il tecnico nerazzurro ha lasciato in panchina sia Kondogbia che Guarin preferendo la duttilità di Brozovic, per un 4-3-3 piuttosto camaleontico con Perisic, Icardi e Jovetic in attacco e la coppia Melo-Medel a fare da buttafuori. Anche Allegri ha sorpreso tutti: Dybala è rimasto ai box, al suo posto Zaza dal primo minuto in coppia con Morata.
Il primo tempo ha visto un’Inter decisamente migliore, peccato che l’attacco avesse le polveri bagnate (a parte Jovetic, uno dei migliori) e che il tiro di Brozovic, complice la deviazione di Buffon, si sia stampato sulla traversa (29’). Per 45’ la Juventus ha sofferto, poi a inizio ripresa, anche in virtù di un comprensibile calo fisico nerazzurro, è venuta fuori con la sua maggior qualità. Pogba, fin lì spettatore non pagante, ha fatto vedere alcune delle sue giocate e Cuadrado, martello costante sulla destra, ha creato diversi problemi.
L’occasione migliore però l’ha avuta Khedira al 69’: sponda di Morata e tiro a colpo sicuro finito incredibilmente sul palo. In quel momento si è capito, una volta per tutte, che questo Derby d’Italia non avrebbe regalato gol. Allegri ha provato a vincerlo inserendo Mandzukic e Dybala al posto di Morata e Zaza, Mancini, dopo aver tolto l’ammonito Melo per Guarin, ha aspettato il recupero per fare gli ultimi cambi (Kondogbia e Palacio per Medel e Jovetic), preferendo di fatto accontentarsi del punto. Che è tutt’altro che da buttare alla luce di una classifica incredibilmente corta.
Dal primo posto della Fiorentina al quattordicesimo della Juventus ci sono solo 9 punti, il che autorizza ancora qualsiasi tipo di scenario. Di qui alla prossima sosta ci saranno 4 partite e chissà che dopo il quadro sia un pochino più chiaro. Al momento però il campionato è apertissimo e, soprattutto, senza padrone. Una novità assoluta dopo 4 anni di dominio bianconero, tanto che l’ipotesi outsider appare sempre più possibile.