Ne resterà una sola. Il derby d’Italia numero 242 della storia (204 in Serie A) si preannuncia come un vero e proprio dentro o fuori, tra due squadre costrette a inseguire la vetta della classifica, attualmente occupata dal Milan a quota 25, 8 in più dei nerazzurri e 11 dei bianconeri. Intendiamoci, nulla può essere considerato decisivo il 24 ottobre, ma è chiaro che chi perderà si troverà in grandissimi guai, oltre che costretto a una rimonta davvero complicata.
Certo, l’Inter ha 3 punti in più e dunque parte da una situazione migliore, le ultime partite però l’hanno vista in calo, a differenza di una Juventus tornata cinica e vincente come il suo allenatore. Difficile dunque trovare una favorita, anche perché questa non è una partita normale, bensì un calderone di rivalità e polemiche incendiario come pochi altri al mondo.
“Sarà una bella partita fra due squadre importanti, l’Inter secondo me è ancora la favorita per vincere lo scudetto – l’analisi di Allegri -. Secondo me non è decisiva, ma ci permetterebbe di allungare questa striscia di risultati, per la nostra classifica era molto più importante quella con la Roma. Non possiamo pensare che in una partita possiamo tornare a vincere o perdere il campionato…”.
“Mi fa piacere che Allegri ci ritenga ancora la squadra più forte, ma io potrei benissimo dire la stessa cosa per loro, per il Milan, per il Napoli o per altre squadre – ha ribattuto Inzaghi -. Diciamo che è uno scontro che vale più dei tre punti in gioco. Dovremo essere bravi a farla nostra cercando di esprimere il nostro calcio e cercare di essere sempre equilibrati. La Juventus ha recuperato tutti e viene da buonissimi risultati, servirà molta attenzione”.
Entrambe vengono da due vittorie europee che hanno portato sorrisi e morale, ma in campionato sono i bianconeri ad avere la striscia migliore, forti delle quattro vittorie consecutive ottenute con Spezia, Sampdoria, Torino e Roma, le ultime due (che raddoppiano considerando anche la Champions) senza subire reti. L’Inter invece è reduce dalla sconfitta con la Lazio, che al netto delle polemiche per il famoso gol di Felipe Anderson con Dimarco a terra (“alla luce di quanto successo abbiamo deciso che non butteremo più fuori il pallone” ha tuonato Inzaghi), ha messo in evidenza i problemi difensivi della squadra, già emersi parzialmente con Fiorentina, Atalanta e Sassuolo.
Sintetizzando il tutto si potrebbe dire che questa sera, di fronte a un San Siro sold out (60 mila spettatori, il massimo considerando la capienza al 75%), si affronteranno due filosofie opposte: il “giochismo” di Inzaghi, sempre alla ricerca del gol in più e il “cortomuso” di Allegri, maestro dell’1-0. “
Ho sempre visto bene la mia squadra sul campo, anche nelle partite andate male – ha proseguito il tecnico nerazzurro -. Il cammino è buono, la sconfitta di sabato ha rallentato la nostra classifica ma il gruppo è consapevole della propria forza, è normale che bisogna migliorare ed essere concentrati in ogni momento della partita”.
“Non è che la Juve sia più a suo agio quando non deve fare la partita, ma nel calcio bisogna anzitutto saper stoppare e passare bene la palla – ha confermato il collega bianconero -. Servirà una grande attenzione difensiva e una partita tecnica. Dovremo essere lucidi e dei killer quando abbiamo la palla, oltre che battagliare sul piano fisico, soprattutto all’inizio”.
Insomma, il copione tattico della sfida si può già intuire con una buona dose di sicurezza, ora non resta che vedere chi la spunterà sul campo. Inzaghi dovrà fare a meno di Correa, per il resto avrà tutti a disposizione e potrà dunque schierare un 3-5-2 decisamente competitivo con Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Darmian, Barella, Brozovic, Calhanoglu (in vantaggio su Vidal) e Perisic a centrocampo, Dzeko e Lautaro in attacco.
Allegri ritrova Dybala, nuovamente tra i convocati dopo l’infortunio pre-sosta, ed è pronto a rispondere con un 3-5-2 che vedrà Szczesny tra i pali, Danilo, Bonucci, Chiellini nel reparto arretrato, Cuadrado, Bentancur, Locatelli, Bernardeschi e Alex Sandro in mediana, Chiesa e Morata coppia offensiva.
Arbitro della sfida sarà Maurizio Mariani, chiamato a dirigere un match complicatissimo, con il compito di rendersi quasi invisibile: se domani potessimo parlare solo del campo, infatti, uno dei vincitori per eccellenza sarebbe sicuramente lui.