O la va o la spacca. Inter-Juventus non è solo il derby d’Italia numero 233 della storia (il 197 in Serie A) ma è anche, se non soprattutto, la partita che può decidere il campionato di entrambe. Da una parte uno scudetto che sembrava già in tasca e che invece è stato prepotentemente rimesso in discussione, dall’altra una qualificazione alla prossima Champions League importantissima, per non dire vitale, per i programmi futuri del club.
Insomma, ciò che accadrà questa sera a San Siro (ore 20.45) avrà delle conseguenze, non a caso, tra i tanti spettatori, ci saranno quelli interessatissimi del Napoli, ma anche di Lazio e Roma. L’intreccio scudetto-Champions è reso ancor più interessante dalla rivalità atavica tra i due club, che aggiunge ulteriore pepe alla sfida: perché oltre a poter raggiungere il proprio obiettivo c’è anche la possibilità di far perdere tutto ai “nemici” di sempre, una sorta di meccanismo perverso che alza la tensione alle stelle e rende questo derby d’Italia un vero e proprio crocevia stagionale.
“Il pareggio serve a poco, sia noi che loro giocheremo per vincere – ha ammesso Spalletti senza mezzi termini. – Siamo pronti, stiamo bene, è una partita che vale l’ingresso in Champions e vogliamo regalare ai nostri tifosi un qualcosa di grandioso. Avremo uno stadio pieno, anzi strapieno e noi saremo feroci, anzi ferocissimi”. L’urlo di battaglia del tecnico nerazzurro non spaventa Allegri, almeno a parole. E’ lui a giocarsi di più, perché se è vero che un’Inter senza Champions avrebbe fallito, è altrettanto vero che una Juve senza scudetto toccherebbe il minimo storico degli ultimi anni e sancirebbe, con ogni probabilità, la fine di un ciclo.
“Se è il momento peggiore da quando sono qui? No dai, quando sono arrivato era peggio… – ha “scherzato” il tecnico bianconero. – Non dobbiamo essere pensierosi, più lo siamo e meno giochiamo bene. In questi giorni ho sentito tante cose sui tifosi, sullo spogliatoio: tutte senza fondamento ma va bene così, facciamocele scivolare via serenamente. Vogliamo pensare solo a giocare e vincere, con la consapevolezza che il campionato non si deciderà qui ma tra tre domeniche”. La matematica gli dà ragione, certo però che uscire da San Siro senza vincere potrebbe creare enormi problemi e questo, a dire il vero, vale anche per l’Inter. Non ci saranno calcoli insomma solo voglia di vincere, sempre che la paura di perdere non faccia uno scherzetto a qualcuno o addirittura a entrambe.
Spalletti, eccezion fatta per l’infortunato Gagliardini, ha a disposizione tutta la rosa e schiererà il 4-2-3-1 migliore con Handanovic in porta, Cancelo, Skriniar, Miranda e D’Ambrosio in difesa, Vecino e Brozovic a centrocampo, Candreva, Rafinha e Perisic sulla trequarti, Icardi in attacco. Pretattica invece per Allegri, che è indeciso tra un sistema speculare a quello nerazzurro e un più consueto 4-3-3: nel primo caso Douglas Costa o Cuadrado in campo e Matuidi in panchina, nel secondo il francese titolare in mezzo e bagarre totale in attacco, con i due esterni più Dybala a giocarsi la maglia assieme ai “sicuri” Mandzukic e Higuain. Certi del posto anche Buffon, Barzagli, Benatia, Alex Sandro, Khedira e Pjanic, ballottaggio tra Howedes (favorito) e Lichtsteiner.
La 35° giornata però non comincerà a San Siro bensì all’Olimpico, dove la Roma proverà a scrollarsi di dosso la batosta di Liverpool e a concentrarsi sul Chievo (ore 18). Sfida tutt’altro che scontata, un po’ perché i giallorossi rischiano di avere la testa sul ritorno contro i Reds di mercoledì, un po’ perché i veronesi devono salvarsi e renderanno loro la vita difficile. “Chi non ci crede resti a casa, mi sembra di rivivere la vigilia col Barcellona – ha tuonato Di Francesco. – Ora dobbiamo pensare al Chievo, poi ci concentreremo su una sfida tutta da vivere, se non altro per rispetto del nostro stadio che sarà strapieno”. A questo però ci si penserà solo da domani, prima ci sono tre punti fondamentali per mantenere la zona Champions e non farsi insidiare da Lazio e Inter. Il tecnico giallorosso lo sa bene, ecco perché limiterà al giusto il turnover affidandosi a un 4-3-3 con Alisson in porta, Bruno Peres, Manolas, Juan Jesus e Silva in difesa, Pellegrini, Gonalons e Nainggolan a centrocampo, Under, Dzeko ed El Shaarawy in attacco. 4-1-4-1 invece per Maran, che proverà a prendersi i punti salvezza con Sorrentino tra i pali, Cacciatore, Tomovic, Bani e Jaroszynski nel reparto arretrato, Radovanovic a supporto di una mediana con Castro, Hetemaj, Rigoni e Giaccherini, il solo Inglese come punta.