Il festival del gol. La domenica di Serie A ha regalato emozioni a non finire, ben di più di quanto non fosse lecito aspettarsi. Certo, il menù era di quelli promettenti, ma da qui a vedere Inter-Juventus con otto gol ce ne passa: il 4-4 di San Siro non sarà decisivo, ma sicuramente entrerà nel novero dei Derby d’Italia più belli di sempre. E a proposito di sfide pirotecniche, che dire del 5-1 con cui la Fiorentina ha asfaltato la Roma, mettendo forse fine all’era Juric? I giallorossi sprofondano, mentre i viola spiccano il volo assieme alla Lazio, altra protagonista della domenica con il 3-0 sul Genoa.
Inter – Juventus 4-4: partita folle a San Siro, Yildiz riprende i nerazzurri
Non ce ne vogliano gli amanti della tattica, evidentemente delusi dai tanti errori difensivi delle due squadre, ma questo Derby d’Italia numero 252 è stato il miglior spot possibile per il calcio italiano. Otto gol, tante occasioni sprecate, colpi di scena a non finire: Inter e Juventus non si sono fatte mancare nulla e il pareggio, a conti fatti, è il risultato più giusto. I saliscendi sono stati talmente tanti che sembrava quasi di stare sulle montagne russe, anche se è chiaro che alla fine, numeri alla mano, l’unico vincitore della serata è Antonio Conte, scappato a +4 sui nerazzurri e a +5 sulla Signora.
Chi pensava a una gara bloccata dalla tensione e dai tatticismi è stato smentito quasi subito. Dopo appena un quarto d’ora, infatti, arrivava il primo gol dell’Inter grazie a un rigore di Zielinski, nato da un fallo di Danilo su Thuram. La rete del polacco, schierato da Inzaghi al posto dell’infortunato Calhanoglu, stappava definitivamente il match, anche perché la Juventus non rimaneva certo a guardare. I bianconeri, complice la svagata fase difensiva nerazzurra di questo primo scorcio di stagione, trovavano subito il pari con Vlahovic (20’), al termine di una splendida azione sviluppata sull’asse Cabal-McKennie e poco dopo andavano addirittura in vantaggio con Weah (26’), bravo a farsi trovare pronto sull’assist di Conceiçao per un tap-in tanto facile quanto importante. San Siro ammutolito, quantomeno nella sua parte nerazzurra, ma a rinvigorire il pubblico di casa ci pensavano Mkhitaryan e, ancora, Zielinski, il primo battendo Di Gregorio con un bel sinistro dalla distanza (34’), il secondo realizzando un altro penalty (37’), questa volta per fallo di Kalulu (sempre su Thuram). A inizio ripresa l’Inter sembrava poter chiudere ogni discorso grazie a Dumfries, autore del 4-2 con un bel diagonale (53’), anche perché la Juve appariva davvero sull’orlo del crollo. Lì però Thiago Motta, forse per disperazione, si giocava la carta Yildiz, sin qui molto fumoso e poco concreto, e l’azzardo pagava, eccome se pagava. Al 71’ il turco accorciava le distanze con un bel sinistro e i bianconeri rientravano in partita, trascinati da un imprendibile Conceiçao e dal numero 10, evidentemente ispirato dalla maestosità di San Siro. All’82’ il suo sinistro batteva nuovamente Sommer e la Juve tornava a casa con un pari del tutto insperato, mentre all’Inter non restava che fare i conti con una fase difensiva troppo brutta per pensare allo scudetto.
Inzaghi: “Sono arrabbiato, avremmo potuto segnare 7-8 gol”
“Sono arrabbiato, ma da allenatore devo ripartire – il commento amaro di Inzaghi -. Non si possono assolutamente subire quattro gol, considerando che invece avremmo potuto farne 7-8, oltretutto a una squadra che fin qui ha concesso pochissimo. La terza rete è arrivata da una rimessa laterale, ci siamo disuniti, sulla quarta invece l’errore è stato triplicare in area: non si fa mai. Abbiamo commesso errori in una gara che meritavamo di vincere, domani ne parleremo perché c’è tanta amarezza. Sappiamo che dobbiamo fare di più, soprattutto io che sono l’allenatore: non puoi subire quattro tiri e prendere altrettanti gol. Io devo essere adesso lucido e razionale: la fase d’attacco è stata molto positiva, ma nella scorsa stagione sicuramente avremmo fatto quattro gol in più”.
Thiago Motta: “Partita di grande sofferenza, ma alla fine potevamo vincerla”
“Abbiamo avuto situazioni complicate, ma siamo riusciti a rimanere in partita – l’analisi di Thiago Motta -. Dopo il quarto gol l’Inter è venuta fuori e poteva fare il quinto, poi siamo saliti noi e potevamo anche vincerla. Bisogna analizzare le cose che sono successe e capire perché abbiamo fatto molto bene a tratti, mentre in altri abbiamo subito tanto il gioco dell’avversario. Possiamo migliorare su tutto, ogni partita è diversa, stavolta abbiamo sofferto tanto in fase difensiva contro una squadra forte, non ci era mai capitato di lasciare così tante occasioni da gol, comunque stata una partita aperta e corretta. Yildiz? Ho preferito Weah perché poteva darci qualcosa in più nelle transazioni, inoltre Kenan dalla panchina può aiutare la squadra nel secondo tempo, dando opzioni diverse, sia da esterno che da attaccante”.
Fiorentina – Roma 5-1: giallorossi umiliati, la panchina di Juric traballa
Grandi emozioni anche dal posticipo di Firenze, ma con una grande differenza rispetto a Milano. Al Franchi, infatti, c’è stata una sola squadra in campo, ovvero la scatenata Fiorentina di Palladino, giunta alla quinta vittoria consecutiva tra campionato e Conference. La Viola, dopo un inizio stentato, sembra essere definitivamente esplosa, tanto da aver agguantato addirittura il gruppone in lotta per la Champions. Sulla Roma invece è bene stendere un velo pietoso, perché il 5-1 di ieri sera rappresenta il punto più basso non solo di questa stagione, ma almeno dell’ultimo biennio. Per trovare di peggio bisogna andare al celebre 6-1 contro il Bodo Glimt, con la differenza che lì giocavano le riserve (fatte fuori brutalmente da Mourinho subito dopo), mentre qui c’era in campo la squadra-tipo, quella che, Juric dixit, era ormai pronta a svoltare. Al momento in cui scriviamo non è dato sapere se il disastro di Firenze costerà la panchina al tecnico croato, anche perché il calendario serrato induce a fare delle riflessioni (domani scatta il turno infrasettimanale), però sembra evidente che l’avvicendamento con De Rossi abbia solo peggiorato le cose.
La Roma attuale non ha né capo né coda, ma soprattutto manca totalmente di anima: solo così si può spiegare una prestazione shock come quella di ieri, con la Fiorentina in vantaggio di due gol dopo appena 17’ (prima Kean, poi Beltran su rigore). Juric ha provato a svegliarla con un doppio cambio al 32’ che sapeva già di disperazione, ma Koné, uno dei subentrati, lo ha ripagato con la rete del 2-1 (39’). Partita riaperta? Nemmeno per sogno. I viola hanno trovato il terzo gol con Kean a ridosso dell’intervallo (41’), dopodiché sono letteralmente esplosi nella ripresa segnando anche il quarto con l’ex Bove, scaricato senza motivi in estate e il quinto con un’autorete di Hummels (71’), autore di un debutto davvero da dimenticare. A completare la serata horror pure l’espulsione di Hermoso e i “casi” Mancini e Cristante, non rientrati a bordocampo dopo la sostituzione nell’intervallo, a dimostrazione di una squadra ormai allo sbando. Giovedì all’Olimpico arriverà il Torino, ironia della sorte ex squadra di Juric, ma in molti si aspettano (o sperano, a seconda dei punti di vista) che l’incontro non avvenga proprio.
Juric: “Buttato tutto il lavoro fatto! Il mio futuro? Si sa come va nel calcio…”
“Abbiamo sbagliato tutto, dopo sette partite concentrati e con buone prestazioni, qui a Firenze abbiamo sbagliato tutto dimenticando il nostro lavoro – ha sospirato Juric -. Non me l’aspettavo, tre giorni fa abbiamo fatto una partita molto bella, mentre qui ho visto poca concentrazione e attenzione, specialmente in fase difensiva. Dopo diverse gare in cui avevamo subito pochissimo, qui è stato tutto sbagliato: ci sono poche cose da dire e ancor meno scuse. Abbiamo concesso pochi tiri prima di stasera, mentre contro la Fiorentina abbiamo subito gol ridicoli. Dopo sette partite in cui abbiamo fatto bene, ne è capitata una totalmente storta, i giocatori però hanno nelle corde la mia idea di calcio e in un certo senso è meglio sia andato tutto così male, magari miglioreremo nelle prossime. Il mio futuro? Si sa come va nel calcio. In 45 giorni abbiamo fatto un grande lavoro che abbiamo buttato nel cesso, la mia sensazione è quella e mi dispiace”.
Lazio – Genoa 3-0: Noslin, Pedro e Vecino portano Baroni in zona Champions
Se la Roma giallorossa piange quella biancoceleste sta decisamente meglio, ancor più dopo la vittoria di ieri sul Genoa che è vale l’aggancio alla zona Champions, seppur in coabitazione con Fiorentina, Atalanta e Udinese. Il successo conferma l’ottimo momento di forma della “banda Baroni”, ormai diventata una realtà di questo campionato. Non è ancora chiaro dove potrà arrivare questa squadra, di certo però lotterà per la zona Europa, in barba a tutti coloro che la vedevano ridimensionata dopo il mercato estivo. Le scelte di Lotito, invece, si sono rivelate azzeccate, a cominciare dall’allenatore: Baroni ha dato un’impronta di gioco chiara e precisa, a prescindere dagli interpreti. Ieri, per esempio, mancava Zaccagni (influenza) e a indirizzare il match ci ha pensato il suo sostituto Noslin, autore del gol che ha spezzato l’equilibrio iniziale (21’). Da lì in poi si è giocato sostanzialmente a una porta, anche se la Lazio ha dovuto aspettare il finale per arrotondare il risultato grazie alle reti di Pedro (86’) e Vecino (90+5’), entrambi subentrati in corsa. Ma il bello, forse, deve ancora arrivare, alla luce di un calendario che vedrà i biancocelesti affrontare Como, Cagliari, Monza, Bologna e Parma nelle prossime cinque, prima di sfidare il Napoli: chissà come potrebbe essere la classifica quel giorno…
Baroni: “I tre gol segnati rappresentano la nostra filosofia, vogliamo emozionare la gente”
“Sono contento dei tre gol, venuti da Noslin che non giocava da titolare e dai due subentrati, questo fa capire quanto cerchiamo di portare avanti la filosofia che tutti devono essere utili e spendersi – le parole di Baroni -. In alcuni momenti alcuni hanno speso energie, ma chi è entrato ha fatto bene, sono contento per la vittoria e per la prestazione. Avevo chiesto personalità e maturità, le ho viste e voglio ringraziare anche i tifosi che sono stati straordinari. La squadra deve crescere di gara in gara, in ogni partita rinnoviamo la sfida a noi stessi. Siamo ambiziosi, io sono ambizioso, i tifosi, la società, quindi per fare qualcosa di importante dobbiamo tenere alto il livello delle prestazioni. I ragazzi lo fanno, il calcio posizionale è finito, bisogna fare movimento funzionale, i ragazzi lo hanno capito e lavorano per questo. L’ho detto subito: mi piace avere una squadra che emozioni, dobbiamo pensare alle famiglie e bambini, il calciatore deve dare tutto sul campo. Ci saranno momenti negativi, ma quando uno da tutto sé stesso può affrontare tutto in modo diversa. La squadra sta recependo il messaggio e la gente lo sente”.