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Inter in testa, Milan in scia, la Juve risorge, romane ko

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Le prime cinque spaccano la classifica. Inter, Milan, Napoli, Atalanta e Juventus vincono e scavano un bel solco con chi sta dietro, eccezion fatta per la Fiorentina, a cui mancano ancora la partita col Torino (oggi alle 17) e quella con l’Udinese (rinviata a data da destinarsi). Solo i Viola, in caso di successo, potrebbero restare aggrappati al treno delle prime, perché le romane, dopo le sconfitte di ieri, sono di fatto tagliate fuori dalla corsa all’Europa che conta. Lassù in cima invece resta ben salda l’Inter, anch’essa con una gara in meno, per quanto gran parte della domenica abbia visto al comando il Milan, vittorioso a Venezia e deciso a non mollare.

Ma andiamo con ordine e partiamo dalla sfida di San Siro tra i nerazzurri di Inzaghi e la Lazio di Sarri, conclusasi con l’ottavo successo consecutivo dei padroni di casa. Non è stata una passeggiata, come si evince dal 2-1 finale, ma questa Inter ha tanto carattere da riuscire a vincere anche quando si alza l’asticella, trovando dentro di sé le risorse necessarie per prendersi l’intera posta. Questa volta a decidere sono stati i difensori, in tutti i sensi: proteggendo la porta di Handanovic, battuta dopo 6 clean sheet di fila, ma soprattutto violando quella di Strakosha.

Le reti di Bastoni (30’) e Skriniar (67’) hanno permesso a Inzaghi di conquistare una vittoria importantissima, messa in dubbio dalla zampata di Immobile al 35’ del primo tempo. A lungo la Lazio, pur senza creare particolari problemi ai nerazzurri, ha tenuto il punto, ma quando il centrale slovacco ha staccato di testa trovando il 2-1, ecco che la resistenza s’è sciolta come neve al sole, certificando l’ennesimo successo in campionato e, di conseguenza, il primato in classifica.

“Volevamo ripartire bene, nonostante lo svantaggio di iniziare il girone di ritorno dopo gli altri – il commento soddisfatto di Inzaghi – Abbiamo conquistato una vittoria giusta, meritata, contro una squadra forte, sempre in partita. Prima non sentivo dire che potevamo buttare via solo noi il campionato, ora invece lo dicono in tanti… Ma è normale per quel che stiamo facendo, per noi deve essere uno stimolo per migliorarci sempre”.

Umore opposto in casa Lazio, dove bisogna fare i conti con l’ennesimo passo falso stagionale, oltre che con la quasi certezza di essere ormai fuori dal giro Champions. “Siamo stati in partita fino alla fine contro una squadra forte e abbiamo cercato il pareggio fino all’ultimo – l’analisi di Sarri – La squadra ha dato sensazione di solidità, non siamo mai stati in grossa sofferenza se non per qualche spezzone di pochi minuti. Mercato? La società sa che avrei bisogno di qualcosa, ma siamo bloccati dall’indice di liquidità, anche se non ho ben capito che c…o sia”.

La vittoria dell’Inter ristabilisce le gerarchie in vetta alla classifica, messe in discussione dal Milan di Pioli, capace di espugnare Venezia senza il minimo problema. Il fortino del Penzo, infatti, è caduto dopo appena 2’ quando Ibrahimovic ha scartato un cioccolatino servitogli da Leao, trasformando quella che si presentava come una trasferta insidiosa in una bella scampagnata. I rossoneri, proprio come contro la Roma, hanno mostrato una condizione fisica invidiabile, tanto da crescere alla distanza: la doppietta di Hernandez (48’ e 59’ su rigore) che ha confezionato lo 0-3 finale è arrivata appunto nella ripresa, con la squadra di Zanetti costretta ad arrendersi senza arrivare mai a impensierire la porta di Maignan.

“Siamo una squadra giovane, ma mentalmente matura – il commento soddisfatto di Pioli – Per vincere la strada è ancora lunga, ha ragione Allegri quando dice l’Inter è la favorita e le altre sono più o meno sullo stesso piano, noi dobbiamo continuare a lavorare sui noi stessi e vedremo se riusciremo a fare meglio dell’anno scorso”.

A proposito di Allegri, la sua è sicuramente la vittoria più spettacolare della domenica. Il 4-3 con cui la Juventus ha espugnato Roma, infatti, è un inno alla totale follia che rende il calcio così imprevedibile e spettacolare, anche se i puristi della tattica, evidentemente, non lo prenderebbero certo ad esempio. Partita completamente fuori dagli schemi quella dell’Olimpico, tanto equilibrata nel primo tempo (1-1 con gol di Abraham all’11’ e Dybala al 18’) quanto scoppiettante nel secondo, dove è successo davvero di tutto. I giallorossi si sono portati sul 3-1 grazie ai gol di Mkhitaryan (48’) e Pellegrini (53’), dopodiché è venuta fuori la Juve, capace di ribaltare ogni discorso nel giro di 7’: tanti ne sono bastati a Locatelli (70’), Kulusevski (72’) e De Sciglio (77’) per completare la clamorosa rimonta.

Ma le emozioni non sono mica finite qui, visto che all’83’ la Roma ha avuto la possibilità di pareggiare e di giocare il finale in 11 contro 10 per l’espulsione di De Ligt: è stato lui, infatti, a commettere il fallo di mano in area che ha indotto l’arbitro a concedere un rigore, ma Pellegrini s’è fatto ipnotizzare da Szczesny e i 3 punti si sono colorati di bianconero. A macchiare la festa, oltre al già citato rosso del difensore olandese, l’ammonizione di Cuadrado (diffidato) e l’infortunio di Chiesa, che priveranno Allegri di tre giocatori fondamentali per la Supercoppa di mercoledì contro l’Inter. Problemi che vorrebbe avere volentieri Mourinho, costretto invece a fare i conti con una situazione ben peggiore, alla luce di una classifica che lo vede staccato di ben 9 punti dalla zona Champions, peraltro con una partita in più rispetto all’Atalanta.

“Non voglio criticare troppo i miei, ma potrei farlo – le parole stizzite dello Special One – Qui c’è qualche complesso che non ci permette di vincere i big match, del resto era così anche l’anno scorso. Ad ogni modo non ho mai pensato che sarei bastato soltanto io, il nostro progetto è di tre anni e io vorrei farli tutti, ovviamente con l’aiuto della società che comunque sta intervenendo sul mercato. Qui c’è bisogno di gente che si prenda le responsabilità, bisogna uscire dalla comfort zone che fa essere soddisfatti di arrivare sesti o settimi in classifica”.

Se non è una resa in chiave Champions poco ci manca, del resto Napoli e Atalanta vanno a una velocità troppo superiore. Gli azzurri, nonostante le tantissime assenze (ieri si è fermato anche Insigne per un problema all’adduttore), hanno battuto la Sampdoria con un grandissimo gol di Petagna (43’), i nerazzurri, anch’essi privi del loro bomber Zapata, hanno seppellito l’Udinese sotto una montagna di reti, come si evince dal 6-2 finale nel quale hanno segnato Muriel (doppietta), Pasalic, Malinovskyi, Maehle e Pessina. Il festival del gol insomma, per un treno di quattro squadre che viaggia velocissimo e che solo la Juventus, forse, può provare ad agganciare.

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