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Inter, festa con goleada. Napoli secondo, Lazio ko a Firenze

L’Inter a San Siro festeggia lo scudetto alla grande segnando 5 gol alla Samp – Il Napoli espugna La Spezia (1 a 4) e sale al secondo posto in classifica – La Lazio invece cade a Firenze e forse dà l’addio ai sogni di Champions

Inter, festa con goleada. Napoli secondo, Lazio ko a Firenze

Due grandi vittorie e un ko che rischia di fare molto male. Gli anticipi del sabato hanno visto i successi rotondi di Inter e Napoli, ma anche quello della Fiorentina sulla Lazio, sicuramente il più pesante del sabato. Ora gli azzurri sono secondi dietro ai campioni d’Italia di Conte, mentre i biancocelesti rischiano di dare l’addio al sogno Champions, anche se molto dipenderà dai risultati di Atalanta-Parma e, soprattutto, Juventus-Milan. Ma andiamo in ordine di classifica e partiamo dalla goleada dei nerazzurri sulla malcapitata Sampdoria, in un pomeriggio che ha certificato nel migliore dei modi la festa scudetto. Fuori dalla stadio, per fortuna, i 3.500 tifosi hanno celebrato i campioni senza creare problemi di ordine pubblico, dentro invece s’è scatenata la squadra, per nulla sazia nonostante il trionfo fresco fresco. Il match serviva a Conte per inseguire nuovi record, ma anche per dare spazio a chi ha giocato poco: il risultato è che in campo sono scesi giocatori affamati e desiderosi di mettersi in mostra, al contrario di una Samp rassegnata sin dall’inizio al ruolo di vittima sacrificale.

Dopo appena 4’ Gagliardini ha messo a segno l’1-0 su assist di Young, poi è salito in cattedra Sanchez, che prima ha trovato il 2-0 su invito dello stesso centrocampista ex Atalanta (26’), poi, dopo il momentaneo 2-1 di Keita (35’), ha infilato Audero mandando i suoi a riposo su un rassicurante 3-1 (36’). Nella ripresa c’è stata gloria anche per Pinamonti (61’) e Lautaro Martinez (70’ su rigore), a chiudere un pomeriggio senza tensioni ma con tanta voglia di festeggiare lo scudetto. “La soddisfazione è immensa, abbiamo fatto un intero girone senza perdere, è qualcosa di incredibile – il commento entusiasta di Conte -. Il futuro? Ora mi concentro sul presente, dobbiamo goderci questo scudetto. Sono stato bravo a non mollare mai di una virgola, mi sono superato in questi due anni all’Inter”. Parole che non rassicurano del tutto sulla sua permanenza, anche perché, come detto nei giorni scorsi, il futuro si preannuncia all’insegna dell’austerity.

“Oggi è un giorno di festa, ma in settimana inizieremo i colloqui con i singoli giocatori per sensibilizzarli sul momento del calcio in generale e su quello dell’Inter con i problemi creati dalla pandemia – ha confermato Marotta -. I bonus però saranno rispettati e liquidati perché frutto di un traguardo meritato da riconoscere. Per il resto dovremo confrontarci, un discorso tra persone responsabili: la società ha speso tanto per vincere, ora dobbiamo lavorare per correggere il tiro”. Si preannunciano dunque giorni caldi, anche se l’obiettivo raggiunto permette di fare le cose senza troppa fretta. Non può permettersi questo lusso invece il Napoli, che però è sempre più vicino a centrare la qualificazione in Champions. La partita di La Spezia era uno spartiacque decisivo e gli azzurri lo hanno superato alla grande, cancellando così il passo falso contro il Cagliari. Oggi, qualunque sia il risultato di Torino, la squadra di Gattuso resterà tra le prime quattro, per poi provare a finire l’opera nel trittico conclusivo con Udinese, Fiorentina e Verona, tutti avversari senza più particolari velleità di classifica.

Non era così ieri contro lo Spezia, affamato di punti salvezza, eppure il match è scivolato via senza nessun problema, tanto che la vittoria poteva considerarsi già sicura all’intervallo, grazie ai gol di Zielinski (15’) e Osimhen (23’ e 44’). Lo squillo di Piccoli al minuto 64’ non ha cambiato nulla a parte le statistiche e comunque gli azzurri, giusto per mettere le cose in chiaro, hanno segnato anche il quarto gol con Lozano, concludendo il match sul 4-1. Dopo la partita, come da quasi 4 mesi, nessuna dichiarazione alla stampa, eccezion fatta per un tweet di Aurelio De Laurentiis (“Bravo Gattuso, brava la squadra… Bravi i goleador Zielinski, Lozano e Osimhen”) che induce a qualche riflessione. Può essere che il presidente stia cercando di ricucire con l’allenatore? Difficile, forse addirittura impossibile (da ambo le parti), ma certo l’attestato di stima è quantomeno un segnale distensivo. La vera notizia del sabato però arriva da Firenze, dove la Lazio di Inzaghi è crollata sotto i colpi del solito grande Vlahovic. Il 21enne serbo non è più una sorpresa, bensì una delle più belle realtà del nostro campionato: il confronto con Immobile è stato impietoso, così come l’attuale classifica dei biancocelesti, al netto della solita partita da recuperare contro il Torino.

Questo ko però rischia di rendere inutile anche un’eventuale vittoria sui granata, a meno che oggi non arrivino regali da Bergamo e Torino. Il baby fenomeno viola si è preso la scena al 32’ con un gol di rapina su assist di Biraghi, poi si è ripetuto nel finale con uno splendido colpo di testa sugli sviluppi di un corner (89’), prima che alla Lazio saltassero i nervi (espulso Pereira nel recupero). I gol in campionato sono 21, proprio come i suoi anni: per ritrovare un giovane della sua età così prolifico bisogna tornare addirittura al 1959, quando un certo José Altafini incantò l’Italia segnando 28 reti alla sua prima stagione col Milan. Numeri impressionanti, che però non possono addolcire la sconfitta a Inzaghi, che alla vigilia aveva parlato di sfida decisiva. “C’è delusione, sapevamo che sarebbe stata una gara tosta e dura – ha ammesso sconsolato il tecnico -. Nel primo tempo abbiamo fatto bene, purtroppo poi gli episodi hanno segnato la gara. Ora però non dobbiamo mollare, abbiamo ancora 12 punti a disposizione e un derby in mezzo. Il nostro è stato un grande cammino, andiamo avanti a testa alta, comunque vada saremo nelle coppe europee anche il prossimo anno”.

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