L’Inter prosegue la sua cavalcata trionfale verso la seconda stella, la Juve ritrova la vittoria, Milan e Atalanta non si fanno male, il Napoli frena ancora. La ricchissima domenica di Serie A conferma la forza inarrestabile della capolista, capace di vincere a Lecce anche facendo turnover, ma anche il secondo posto dei bianconeri, tornati a + 4 sul Diavolo a sua volta fermato sull’1-1 dalla Dea. Il pareggio di San Siro, oltre a certificare la posizione di Allegri, pesa anche in zona Champions, visto che ora il quarto posto è appannaggio del Bologna, quarto da solo con 48 punti. Roma e Lazio, nei posticipi odierni, dovranno necessariamente battere Torino e Fiorentina per accorciare le distanze e restare in corsa.
Lecce – Inter 0-4: Lautaro fa 101 in Serie A, Inzaghi domina al Via del Mare con il turnover
Rallentare? Nemmeno per sogno. L’Inter di Inzaghi sa solo vincere, anche quando si affida a una massiccia dose di turnover, confermandosi la schiacciasassi assoluta del campionato. Lo scudetto numero 20, quello della seconda stella, non sembra più in discussione, ma visto che tra il dire e il fare c’è di mezzo la matematica, ecco che macina punti su punti, senza conoscere soste di alcun tipo.
La trasferta di Lecce poteva essere una trappola e le altre big, probabilmente, ci sarebbero inciampate, l’Inter invece ha fatto ciò che ha voluto, permettendosi anche il lusso di cambiare sei elementi dell’undici tipo. Una cosa simile l’aveva fatta Pioli una settimana fa a Monza, ma questa volta il risultato è stato decisamente diverso. Il 4-0 finale, comunque, porta anzitutto la firma di Lautaro Martinez, giunto a quota 101 gol in Serie A. Alla terza cifra ne mancava uno solo e il Toro si è tolto il dente dopo appena 15’, sfruttando una palla in campo aperto di Asllani, schierato al posto dell’acciaccato Calhanoglu. Da lì in poi il Lecce, apparso inizialmente tonico e deciso, s’è squagliato come neve al sole, anche se è nel secondo tempo che la capolista ha preso il largo. Al 54’ Frattesi ha raddoppiato sfruttando un bell’assist di Sanchez, poi due minuti dopo Lautaro, ancora lui, ha segnato il 3-0 su assist dello stesso centrocampista ex Sassuolo e quando De Vrij, al minuto 68, ha timbrato il cartellino per la quarta volta sfruttando un angolo di Dimarco, Inzaghi ha alzato i pugni al cielo, sia per la vittoria che per l’enorme soddisfazione di allenare una squadra (titolari e riserve) così forte e affamata.
Inzaghi non abbassa la guardia: “Dobbiamo restare concentrati anche quando dormiamo”
“Sappiamo che mancano 3 mesi, tantissime partite – ha glissato Inzaghi -. In casa il Lecce sta facendo un campionato tranquillo, costruendo i suoi punti qua, era una trasferta dopo 72 ore dalla Champions che porta via tante energie, i ragazzi sono stati bravissimi. La squadra può ancora migliorare, è giusto essere contenti del bellissimo percorso, ma non dobbiamo guardare ai numeri, mancano ancora i mesi più importanti: mercoledì avremo l’Atalanta, poi ci saranno tante altre partite. Lautaro? Avevo il dubbio se cominciare con lui o con Arnautovic. Poi, dopo la partita con l’Atletico Madrid, Marko ha avuto qualche problemino con qualche linea di febbre e ho deciso di partire con Lauti. Match point con l’Atalanta? Assolutamente no, non è così: dobbiamo rimanere concentrati anche quando dormiamo”.
Juventus – Frosinone 3-2, Rugani al 95’ regala la rimonta ai bianconeri
Sospiro di sollievo per la Juventus, che torna a vincere dopo oltre un mese di distanza dall’ultima volta. Il 3-2 sul Frosinone, però, è stato tutt’altro che semplice, anzi il gol decisivo è arrivato addirittura al 95’ con Rugani, bravissimo nell’avventarsi su una spinta di Vlahovic e trasformare l’angolo della disperazione nel momento clou della gara. Prima erano state montagne russe, con la Juve sciagurata nel non sfruttare l’immediato vantaggio di Vlahovic (3’), facendosi rimontare prima dal colpo di testa di Cheddira (14’), poi dal tiro di Brescianini (27’). Momenti di panico assoluto allo Stadium, almeno fino al 2-2 del solito attaccante serbo, giunto a 15 gol in Serie A in 23 partite (32’).
Nella ripresa però la Juve, pur rischiando pochissimo, non riusciva a trovare la giocata giusta per completare la contro-rimonta, anche per via di alcuni sprechi sotto porta piuttosto gravi e la partita sembrava scivolare via verso un clamoroso pareggio. Ma al 95’ ecco la zampata di Rugani a spazzar via tutta la negatività e a blindare il prezioso secondo posto: non una cosa da poco visto il momentaccio della squadra, ulteriormente appesantito dagli infortuni di McKennie (lussazione alla spalla) e Rabiot (contusione al piede).
Allegri: “Vittoria importante, ma dobbiamo ritrovare solidità difensiva”
“Era importante tornare a vincere, perché quando mancano i risultati la pressione sale – l’analisi di Allegri -. Questo gruppo ha fatto bene fin qui, ha fatto 57 punti che sono tanti, questo era un bel test proprio per la tanta pressione e i ragazzi sono stati bravi. I troppi gol subiti? Bisogna ritrovare solidità e guardare solo al presente, al futuro ci pensa la società, come ha sempre fatto. Abbiamo rimesso il Bologna a 9 punti, ma mancano ancora tante partite e tanti scontri diretti. Non cadremo nel limbo, il secondo posto sarebbe comunque un risultato importante per la nostra crescita, in più c’è la semifinale di Coppa Italia”.
Milan – Atalanta 1-1: una magia di Leao illude il Diavolo, Koopmeiners pareggia su rigore
Il big match di San Siro prometteva gol e spettacolo, invece si è concluso con un 1-1 interlocutorio che lascia tutto invariato nella lotta Champions. Il Milan perde due lunghezze rispetto alla Juve seconda, ma tutto sommato archivia un match difficile senza danni, l’Atalanta si vede scavalcare dal Bologna al quarto posto, eppure torna a casa con la sensazione di aver guadagnato un punto. Occasioni alla mano, infatti, è stato il Diavolo a meritare qualcosa in più, alla fine però il risultato rispecchia quanto visto in campo, con due squadre che hanno finito per annullarsi a vicenda.
Il grande rispetto reciproco paventato dai due allenatori si è trasferito sul campo, nonostante la splendida giocata di Leao dopo appena 3’: dribbling secco su Holm e Scalvini e palla nel sette alle spalle di Carnesecchi, a interrompere un digiuno (in campionato) che durava dal 23 settembre. Il gol sembrava poter stappare la partita a favore del Milan, anche perché l’Atalanta sceglieva un approccio insolitamente difensivo, basato soprattutto sulle ripartenze. Al tramonto del primo tempo, però, ecco l’episodio favorevole alla Dea: contatto “televisivo” tra Giroud e Holm e calcio di rigore per gli uomini di Gasperini, prontamente trasformato da Koopmeiners (42’).
A inizio ripresa l’Atalanta s’è giocata la carta Lookman, ma sono stati i rossoneri ad avere le occasioni più importanti: una con Calabria (respinto da Carnesecchi), l’altra con Pulisic, il cui tiro è uscito davvero di un soffio rispetto alla porta nerazzurra. Col passare dei minuti il match s’è appiattito sul pareggio, certificando un risultato che va bene a entrambe, nella consapevolezza che la stagione è ancora lunga e che una sconfitta, numeri alla mano, sarebbe stata davvero pesante da gestire.
Pioli: “Meritavamo di vincere! Il rigore non c’era e le lamentele di Gasp mi danno fastidio”
“Se c’era una squadra che meritava di vincere era la nostra – ha spiegato Pioli -. È un peccato, abbiamo giocato la miglior partita contro l’Atalanta da quando ci sono io. Non li abbiamo fatti tirare in porta, giocando con personalità e qualità, potevamo segnare qualche gol in più ma non ci siamo riusciti: è la miglior prestazione della settimana, volevamo e meritavamo la vittoria. Io credo che ultimamente abbiamo avuto spessissimo questo approccio qua, tranne a Monza dove abbiamo sbagliato tutto. Ho sentito anche tanti commenti negativi su giovedì, dovevamo gestire un vantaggio netto e credo che l’abbiamo fatto bene. Leao? Ha fatto la miglior prestazione della stagione, ma deve giocare sempre così, ha i mezzi per riuscirci. Il rigore? Giroud non fa nulla, bravi loro: se Holm non si fosse buttato con le mani in testa, Orsato non sarebbe mai andato all’On Field Rewiew. Gasperini dice di avere un credito arbitrale contro di noi? Certe cose mi danno fastidio, ma tanto, tanto fastidio”.
Gasperini: “Rigorino? Col Var è così, ma con il Milan siamo in credito”
“Abbiamo preso gol in una situazione su cui abbiamo lavorato tutta settimana, aver subito la rete così in fretta mi è dispiaciuto – le parole di Gasperini -. Il Milan gioca spesso con il centrocampo a tre, noi abbiamo avuto il tempo di invertire le posizioni per sistemare le cose. I rossoneri hanno fatto un’ottima prestazione e noi soffrendo siamo riusciti a strappare un punto, anche se è stata la prestazione più difficile degli ultimi mesi. Il rigore? Orsato è andato al Var a vederlo e lo ha dato. Quest’anno danno rigori così con la tecnologia, non sono mai stato favorevole a questo, ma contro il Milan abbiamo un bel credito da smaltire su questo argomento. Sono d’accordo però che in questo calcio vengono dati dei rigori che lasciano perplesso, non mi piace molto. A volte l’episodio è a favore, altre contro…”.
Cagliari – Napoli 1-1: Osimhen illude gli azzurri, Luvumbo li beffa al 96’
Altra domenica nera per il Napoli, costretto nuovamente a rimandare l’appuntamento con la vittoria. L’1-1 di Cagliari è molto diverso da quello di mercoledì contro il Barcellona: lì, infatti, gli azzurri erano riusciti a rimontare, qui invece sono stati beffati in pieno recupero, gettando al vento due punti che sembravano ormai in saccoccia.
La partita di ieri, se ancora ce ne fosse bisogno, conferma la luna storta di questa stagione, visto che la squadra di Calzona, passata in vantaggio per prima con il solito Osimhen (65’), ha avuto numerose occasioni per raddoppiare con Politano, Simeone e Lobotka, prima di incassare il clamoroso 1-1 a gara ormai finita. Il Napoli ha avuto la colpa di non chiudere il match, ma anche di non sapersi difendere in una delle rare palle gol lasciate al Cagliari: l’errore di Juan Jesus sulla rete di Luvumbo è da matita rossa, per quanto sia giusto dare il merito all’attaccante angolano, bravissimo a girarsi e a battere Meret nonostante un problema muscolare (96’). Esultanza rabbiosa per Ranieri, che guadagna un punto insperato in chiave salvezza, tanto rammarico per Calzona, sempre più lontano dall’obiettivo Champions. Ora la distanza dal quarto posto è di 9 punti e un’eventuale vittoria mercoledì nel recupero col Sassuolo, per quanto fondamentale (senza vittoria sarà bandiera bianca definitiva), non cambierebbe particolarmente le cose.
Calzona: “Servirebbe tempo, ma non ce n’è. Champions? Faremo tutto il possibile”
“Le occasioni create e sbagliate pesano, la gestione del vantaggio è stata discreta ma avremmo potuto fare meglio, comunque ripartiamo da qui – il commento di Calzona -. È una questione mentale perché la condizione fisica è buona, posso solo rimproverare qualcosa nella gestione della gara, che sapevamo sarebbe stata sporca con erba alta e vento. Ho avuto colloqui singolari e di gruppo, la squadra si è messa subito a disposizione ma ci vuole tempo. Dobbiamo sforzarci perché ne abbiamo poco, ma sono sorpreso in positivo, anche se purtroppo siamo tutti legati ai risultati. La zona Champions? È inutile fare progetti, guardiamo partita per partita, ma finché la matematica non ci condanna puntiamo al massimo”.
Roma – Torino (ore 18.30, Dazn)
Per completare il quadro della 26esima giornata mancano ancora le partite delle romane, impegnate oggi dopo le fatiche del giovedì. La Roma, in particolare, è reduce dalla vittoria ai rigori sul Feyenoord, che le ha regalato il preziosissimo pass per gli ottavi di Europa League, ma anche un bel po’ di tossine nelle gambe. Oggi i giallorossi si troveranno di fronte il Torino di Juric, a sua volta sconfitto dalla Lazio nel recupero di campionato, in una partita che devono necessariamente vincere, ancor più dopo i risultati del weekend.
La zona Champions dista 7 punti e la Roma ha il dovere di restare in scia, a maggior ragione se i posti dovessero diventare cinque: scenario ancora ipotetico, ma non così lontano dalla realtà. A Trigoria si respira un’aria decisamente positiva e non solo per i risultati, comunque fondamentali. L’era De Rossi ha portato serenità e bel gioco, elementi quasi sconosciuti ai tempi di Mourinho, senza però intaccare l’entusiasmo della piazza, rimasto forte come col suo predecessore. DDR sa che il ferro va battuto finché è caldo, ecco perché ha tutta l’intenzione di battere il Toro e continuare la corsa, per la Roma e per sé stesso.
De Rossi: “Appagamento dopo la coppa? No, ogni partita dev’essere quella della vita”
“Con il Torino sarà tosta, ma non parliamo di sbornia: se entriamo male sarà colpa mia – ha puntualizzato De Rossi -. Chiedo grande intensità, ogni partita qui è la partita della vita. Dobbiamo correre, non possiamo fermarci, se avessimo già vinto la coppa ci starebbe l’appagamento, ma siamo solo agli ottavi. È bello godersi queste serate per qualche ora, ma adesso dobbiamo pensare alla partita, se scendiamo in campo ancora ubriachi di felicità vorrà dire che avrò fatto un lavoro pessimo. Il Toro ha un’identità molto precisa, Juric è un grande allenatore, forse uno dei primi che ho spiato, con il suo permesso, quando era all’Hellas Verona. È la peggior squadra da affrontare dopo 120’, ma ci faremo trovare pronti”.
Roma – Torino, le formazioni: Lukaku riposa, Dybala titolare
Le fatiche infrasettimanali potrebbero incidere sulle gambe di giallorossi e granata, dunque è lecito aspettarsi qualche cambio rispetto a giovedì. Il “titolarissimo” più accreditato a un turno di riposo è Lukaku, apparso peraltro in deficit fisico: il belga dovrebbe partire dalla panchina, mentre Dybala, almeno inizialmente, sarà della partita. De Rossi ripartirà da un 4-3-3 con Svilar, eroe di coppa e ormai promosso titolare a spese di Rui Patricio, in porta, Kristensen, Mancini, N’Dicka e Angelino in difesa, Bove, Paredes e Pellegrini a centrocampo, Dybala, Azmoun ed El Shaarawy in attacco.
Juric, costretto a fare a meno ancora di Buongiorno, proverà a riaccendere le speranze europee con un 3-4-1-2 con Milinkovic-Savic tra i pali, Djidji, Lovato e Masina nel reparto arretrato, Bellanova, Linetty, Ricci e Lazaro in mediana, Vlasic alle spalle della coppia offensiva formata da Zapata e Sanabria.
Fiorentina – Lazio (ore 20.45, Dazn e Sky)
L’altra sfida del lunedì è quella di Firenze, dove Fiorentina e Lazio si affronteranno per restare aggrappate alla zona Europa. I biancocelesti, a dire il vero, hanno già fatto un bel passo in avanti vincendo il recupero col Torino, nonostante una prestazione decisamente poco brillante. Per ciò che si è visto in campo, infatti, il 2-0 firmato da Guendouzi e Cataldi è quantomeno eccessivo, ma alla fine contano i 3 punti e quelli sono andati a rimpinguare la classifica laziale. Ora la zona Champions, alla luce dei risultati del weekend, dista 8 lunghezze, che diventerebbero 5 in caso di successo odierno: il Franchi, insomma, è un vero e proprio spartiacque per il campionato biancoceleste.
Più attardata invece la Fiorentina, complice un 2024 sin qui molto avaro di soddisfazioni. I viola, infatti, hanno raccolto solo 4 punti nelle ultime 7 giornate, a cui bisogna aggiungere la brutta sconfitta in Supercoppa contro il Napoli. Ruolino poco gratificante e decisamente lontano da ciò che servirebbe per andare in Europa, ma nonostante ciò la Fiorentina è ancora in corsa e in grado di cambiare passo, senza dimenticare le opportunità offerte da Conference League e Coppa Italia.
Fiorentina – Lazio, le formazioni: Sarri conferma il tridente Isaksen-Immobile-Felipe Anderson
Per un Sarri alle prese con infortuni (Rovella e Patric) e squalifiche (Gila), c’è un Italiano che ha potuto lavorare tutta la settimana e preparare al meglio la sfida. Il tecnico biancoceleste, però, vuole sfruttare l’inerzia post Torino e sbancare anche il Franchi: per farlo si affiderà a un 4-3-3 con Provedel in porta, Lazzari, Casale, Romagnoli e Marusic in difesa, Guendouzi, Cataldi e Luis Alberto a centrocampo, Isaksen, Immobile e Felipe Anderson in attacco.
Classico 4-2-3-1 anche per la Fiorentina, che risponderà con Terracciano tra i pali, Faraoni, Martinez Quarta, Ranieri e Biraghi nel reparto arretrato, Arthur e Duncan in mediana, Nico Gonzalez, Beltran e Sottil alle spalle dell’unica punta Belotti.