Un messaggio alla Juve. L’Inter espugna Monza con un pokerissimo senza repliche e blinda il primo posto, almeno per questa giornata. Se anche la Juve dovesse battere il Sassuolo nel posticipo di martedì, infatti, le posizioni in vetta resterebbero invariate, anzi ora la pressione si sposta tutta su Allegri, costretto a vincere per non perdere terreno dalla capolista. Il sabato di campionato ha visto poi il successo del Napoli sulla Salernitana, con conseguenti riflessi sulla zona Champions, che oggi regalerà altri scossoni con Lazio-Lecce, Cagliari-Bologna, Fiorentina-Udinese e, soprattutto, Milan-Roma.
Un’Inter stratosferica a Monza, Inzaghi: “Le polemiche? Noi pensiamo solo al campo”
Vittoria clamorosa quella dell’Inter, se non altro per le dimensioni del punteggio. L’1-5 finale, infatti, supera anche le più rosee aspettative, ribadendo a tutti l’assoluta forza dell’organico nerazzurro. Al pokerissimo ha sicuramente contribuito un pessimo Monza, forse il peggiore dell’era Palladino, così come l’orgoglio ferito dopo le polemiche post-Verona: la squadra di Inzaghi, additata di vincere grazie ai favori arbitrali, ha voluto rispondere con una prestazione a dir poco strepitosa. Basti pensare che il punteggio era già sullo 0-2 dopo appena 14’ (gol di Calhanoglu su rigore e Lautaro) e che il match, di fatto, si è chiuso al 60’ dopo la seconda rete del centrocampista turco, sempre più imprescindibile (ma salterà la Fiorentina per squalifica). Il Monza, a cui era stato annullato un gol per fuorigioco millimetrico (Pessina), ha trovato l’1-3 su rigore con lo stesso capitano (69’), ma l’episodio non ha fatto altro che risvegliare l’Inter, a sua volta in rete con Lautaro (84’, altro penalty) e Thuram (88’). “Abbiamo fatto un’ottima gara, preparata nel migliore dei modi – l’analisi soddisfatta di Simone Inzaghi -. I ragazzi hanno dato la solita grande disponibilità, hanno avuto un ottimo approccio contro una squadra che l’anno scorso ci aveva tolto punti importanti. Pressioni dopo le polemiche di Inter-Verona? No, ho guardato solo il campo, ci sono dei dirigenti che parlano, noi pensiamo solo a lavorare. Siamo abituati alle critiche e alle voci dall’esterno, lo sono io e tutti gli altri allenatori. Fin qui abbiamo fatto grandi cose e vogliamo continuare a farne”.
Il Napoli soffre ma vince il derby con la Salernitana, Mazzarri esulta: “Ci siamo ritrovati”
Tre punti pesantissimi pure per il Napoli, anche se ottenuti con molta più sofferenza. Gli azzurri, infatti, sono riusciti a battere la Salernitana solo in pieno recupero grazie a un gol di Rrahmani (95’), al termine di una partita complicata e di grande sofferenza. La squadra di Mazzarri si porta a casa i 3 punti, ma la prestazione suggerisce cautela prima di considerare archiviata la crisi: non fosse stato per la zampata del difensore kosovaro staremmo commentando un pareggio, per giunta ottenuto su rigore (Politano al 49’) dopo l’iniziale vantaggio di Candreva (29’). “Abbiamo ritrovato lo spirito, ma anche il gioco, la prestazione – ha sottolineato il tecnico azzurro -. La Salernitana è messa bene in campo nell’ultimo periodo, ha forza e velocità in contropiede, siamo andati in svantaggio alla prima opportunità per loro, ma i ragazzi sono stati calmi, hanno continuato a giocare e devo far loro i complimenti: viste le tante occasioni create abbiamo meritato questa vittoria”. “Non meritavamo di perdere, siamo sempre penalizzati e questo ci scoccia, è ora di avere rispetto – ha replicato Filippo Inzaghi -. Sono stato ammonito senza fare niente ed ero diffidato, ci prendiamo le nostre responsabilità ma vogliamo perdere le partite nel modo giusto. Il rigore per loro? È un rigore da Var, giusto, però come era da Var il fallo di Demme, che sul gol del 2-1 dato una gomitata al mio giocatore…”.
Milan – Roma (ore 20.45, Dazn)
L’epicentro della domenica è sicuramente San Siro, dove andrà in scena un Milan-Roma senza margine d’errore. Pioli e Mourinho, infatti, sono reduci da due eliminazioni brucianti dalla Coppa Italia e non possono proprio permettersi di sbagliare, pena rischiare davvero grosso. Il tecnico rossonero è sulla graticola da tempo e solo il terzo posto, sin qui difeso senza particolari problemi, lo sta tenendo in piedi, mentre quello giallorosso, nonostante il sostegno della stragrande maggioranza del tifo, ha visto crollare le sue quotazioni dopo l’ennesimo derby perso, il quarto (su sei) della sua gestione. Lo scontro di questa sera, oltre ad avere risvolti significativi in chiave Champions (soprattutto per la Roma), andrà a incidere sui due allenatori, forse addirittura nell’immediato: da Milanello non filtrano ultimatum a Pioli (ma quasi tutti danno per scontato l’addio a giugno), mentre l’etere romano racconta di un pericoloso gelo tra i Friedkin e Mourinho, che potrebbe diventare eterno in caso di (brutta) sconfitta. La sfida tra i due, almeno fisicamente, non ci sarà per via dell’ennesima squalifica dello Special One (altro aspetto che piace poco agli americani), ma poco cambia: le squadre sanno che la posta in palio è altissima e cercheranno di prendersela a tutti i costi.
Pioli: “Nessuno può essere soddisfatto di questa stagione, dobbiamo migliorare”
“Dobbiamo cercare di avere un obiettivo ben preciso, cioè quello di migliorare il girone d’andata – il pensiero del tecnico rossonero -. Nessuno di noi può essere soddisfatto della stagione, il bicchiere è mezzo vuoto, abbiamo avuto un mese di calo e possiamo fare più punti di 39 nel ritorno. Detto ciò la classifica non entra in campo, con la Roma sarà una sfida aperta e combattuta contro un avversario fisico ed esperto. Mourinho poi è un top, è furbo, è scaltro e prima di certe partite esalta sempre gli avversari. In questo momento serve un pronto riscatto, abbiamo il dovere di farlo nei nostri confronti e verso i tifosi. Dobbiamo avere l’ambizione e la convinzione di essere una squadra che può vincere sempre”.
Mourinho si difende: “Sono un esempio di professionalità, ma non mi chiamo Harry Potter”
“Non accetto in alcun modo che la mia professionalità e dignità, il mio cuore per questo lavoro vengano messi in discussione, se c’è un esempio perfetto di professionalità sono io – ha tuonato lo Special One in conferenza stampa -. Abbiamo quattro punti di distacco dalla zona Champions e il potenziale di alcune squadre non è paragonabile al nostro, ma l’allenatore si chiama José Harry Mourinho Potter e alza le aspettative, stiamo lottando per qualcosa che è molto difficile e nessuno ci dirà che non possiamo farlo. Affrontiamo una squadra che gioca per il titolo, che lo ha vinto due anni fa e che conosce i nostri limiti: tutti li hanno notati, a parte qualche giornalista o commentatore”.
Milan – Roma, le formazioni: Pioli torna al 4-2-3-1, Mou senza Dybala
La parola passa al campo, vero giudice di una sfida delicata come non mai. Pioli, dopo l’esperimento mal riuscito della Coppa Italia, abbandonerà il 3-4-3 in virtù del ben più consolidato 4-2-3-1, nel tentativo di ritrovare le geometrie delle ultime settimane. Il tecnico, al netto delle solite assenze difensive, schiererà così Maignan in porta, Calabria, Gabbia, Kjaer e Hernandez in difesa, Reijnders e Adli a centrocampo, Pulisic, Loftus-Cheek e Leao alle spalle dell’unica punta Giroud. Mourinho, costretto a fare a meno di Dybala (gli esami hanno escluso lesioni, dunque tornerà a disposizione già domenica prossima contro il Verona), risponderà con un 3-5-2 con Rui Patricio tra i pali, Mancini, Llorente e Hujsen nel reparto arretrato, Kristensen, Cristante, Paredes, Bove e Zalewski in mediana, Belotti e Lukaku in attacco.
Lazio – Lecce (ore 12.30, Dazn e Sky)
Il match inaugurale della domenica andrà in scena all’Olimpico, dove la lanciatissima Lazio di Sarri proverà a continuare la sua rimonta verso la Champions. A tentare di impedirglielo ci sarà il Lecce, già capace di batterla nella sfida dell’andata, ma è chiaro che i biancocelesti sono nettamente favoriti: i numeri, del resto, raccontano di un ottimo momento di forma, fatto di quattro vittorie consecutive tra campionato e Coppa Italia, l’ultima nel derby di mercoledì. Battere la Roma, si sa, dà una carica particolare a tutto l’ambiente, a patto di restare sul pezzo non abbassare la tensione: il Lecce, infatti, non parte già battuto, tanto più che la sua classifica gli consente di giocare con (relativa) tranquillità. Sarri sa bene l’importanza della sfida, anche perché poi ci sarà la Supercoppa e andare in Arabia con 3 punti aiuterebbe non poco a livello di entusiasmo. Un passo falso, viceversa, lascerebbe una buona dose di amaro in bocca, anche in vista di un calendario tutt’altro che semplice. Dopo Riyad, infatti, la Lazio se la vedrà con Napoli, Atalanta, Cagliari, Bayern Monaco e Bologna, dunque sbagliare oggi potrebbe complicare parecchio l’obiettivo Champions League.
Lazio – Lecce, le formazioni: Felipe Anderson falso nove, Immobile in panchina
L’infortunio muscolare di Castellanos priva Sarri dell’unica punta di ruolo oltre a Immobile, di nuovo a disposizione ma lontano dalla forma giusta. Il tecnico sembra orientato a non rischiare il suo bomber dal primo minuto, bensì a spostare Felipe Anderson al centro dell’attacco, proprio come nella scorsa stagione. Il suo 4-3-3 vedrà così Provedel in porta, Lazzari, Patric, Romagnoli e Marusic in difesa, Guendouzi, Rovella e Luis Alberto a centrocampo, Isaksen, Felipe Anderson e Zaccagni in attacco. Stesso sistema di gioco anche per D’Aversa, che risponderà con Falcone tra i pali, Gendrey, Baschirotto, Pongracic e Gallo nel reparto arretrato, Kaba, Ramadani e Gonzalez in mediana, Oudin, Krstovic e Strefezza nel tridente offensivo.