E dopo la bufera…il campo. Inter e Napoli tornano a giocare dopo il caos post Champions, alla ricerca di vittorie che riportino il sereno in due ambienti ancora scossi, seppur per motivi diversi. A Milano i guai sono nati dopo le parole di Conte, un vero e proprio tornado contro la società, in casa azzurra invece abbiamo assistito al più grande ammutinamento di massa che si ricordi (quantomeno ad alti livelli), con l’intera squadra a dire stop al ritiro e la conseguente minaccia legale di De Laurentiis. Logico dunque che Inter-Verona (ore 18) e Napoli-Genoa (20.45) non siano due partite qualunque, bensì due test molto importanti anzitutto per capire la salute mentale delle due big in questione, ovviamente senza scordare la classifica.
“Le mie parole sono state interpretate come uno sfogo ma io le ho dette in maniera costruttiva – ha precisato Conte. – Non penso di essere stato chiamato all’Inter per lasciare tutto com’era, sono qui per cambiare qualcosa rispetto agli ultimi nove anni dove il club è rimasto fuori dalle lotte per vincere. Io non posso snaturarmi: chiedo tantissimo a me stesso e al mio staff, perché dobbiamo cercare l’eccellenza. Proprio per questo però non possiamo accontentarci, io per primo, tutti dobbiamo spingere e alzare l’asticella. Altrimenti la storia sarà sempre uguale negli anni e sarebbe un peccato perché a me vivacchiare non piace, e questo voglio farlo capire chiaramente”. In sostanza nessuna marcia indietro, nemmeno sui toni probabilmente troppo duri alla luce dei risultati, comunque più che buoni, ottenuti sin qui.
Il “ciclone” Conte si sta abbattendo sull’Inter con tutta la sua forza, nel bene e nel male, ora non resta da capire se la squadra, alla luce di dichiarazioni che, seppur indirettamente, l’hanno colpita (attaccare la società per la rosa poco competitiva significa, appunto, screditare la stessa), reagirà in modo positivo oppure no. Il match con il Verona, di fronte al solito gran colpo d’occhio di San Siro (65 mila spettatori previsti), sembrerebbe l’ideale per una risposta positiva ma guai a sottovalutare l’undici di Juric, sin qui capace di creare problemi a tutte le big incontrate. Conte poi dovrà fare nuovamente a meno di Sensi: il centrocampista sembrava pienamente recuperato e pronto a tornare titolare, invece un problema muscolare lo costringerà ai box.
Il 3-5-2 nerazzurro dunque sarà grossomodo quello di Dortmund, con i soli Godin e Candreva a riposare, dunque Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Lazaro, Barella, Brozovic, Vecino e Biraghi a centrocampo, Lautaro Martinez e Lukaku in attacco. Diversi problemi di formazione anche per Juric (out Veloso, Kumbulla, Bocchetti, Bessa e Badu), che risponderà con un 3-4-2-1 con Silvestri tra i pali, Rrahmani, Dawidowicz e Gunter nel reparto arretrato, Faraoni, Amrabat, Pessina e Lazovic in mediana, Zaccagni e Verre alle spalle dell’unica punta Salcedo. Il posticipo invece si svolgerà al San Paolo, dove il Napoli di Ancelotti riceve il Genoa di Thiago Motta.
Sarà la prima volta dopo l’ammutinamento di martedì, che, nell’ordine, ha sancito la fine del ritiro, il litigio tra Allan, Insigne e De Laurentiis junior (vicepresidente), l’inizio del silenzio stampa, lo scontro tra De Laurentiis senior e Ancelotti, la contestazione dei tifosi sia fuori dall’allenamento che in giro per la città con striscioni inequivocabili. Una vera e propria polveriera insomma, pronta a esplodere in caso di mancato successo contro il Genoa. La piazza, per una volta, sembra aver preso le parti di ADL, prendendo invece di mira i giocatori, passati alla storia come viziati mercenari. Il clima si preannuncia dunque infuocato, ragion per cui la squadra dovrà partire forte e cercare di trascinarsi dietro il San Paolo, pena rischiare 90’ d’inferno.
Ancelotti, sempre più ai margini del club, non se la passa tanto meglio: i risultati deludenti degli ultimi tempi pesano soprattutto su di lui, il resto lo ha fatto la presa di posizione anti-ritiro che, di fatto, ha poi legittimato i giocatori a comportarsi come sappiamo. De Laurentiis ha pensato addirittura al licenziamento per giusta causa (e non è escluso lo stia ancora facendo), poi ha annunciato provvedimenti contro la squadra, che ora rischia dal 5 al 50% di decurtazione dello stipendio mensile. In tutto ciò c’è una partita da giocare, peraltro piuttosto importante visto che il Napoli, dopo la sconfitta con la Roma, è scivolato al settimo posto in classifica.
Urge una vittoria, senza se e senza ma, che Ancelotti proverà a raggiungere con un 4-4-2 che vedrà Meret (o Ospina) in porta, Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly e Luperto in difesa, Callejon, Zielinski, Elmas e Insigne a centrocampo, Milik e Lozano in attacco. Il Genoa cercherà di approfittare della situazione per fare punti pesantissimi, con Thiago Motta che si affiderà a un 4-2-3-1 con Radu tra i pali, Ghiglione, Romero, Zapata e Ankersen nel reparto arretrato, Lerager e Schone in mediana, Pandev, Gumus e Agudelo sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Pinamonti.