Juve e Napoli attaccano, a Milano e Roma l’onere di rispondere. La domenica di campionato accenderà i riflettori su rossoneri, nerazzurri e giallorossi e chissà se in tarda serata riusciremo già ad avere indicazioni più precise sulle loro reali potenzialità. Impossibile sceglierne una che incuriosisca più delle altre: il nuovo Milan cinese, l’Inter targata Spalletti, la prima della Roma di Di Francesco, tutta carne al fuoco che renderà la cena domenicale davvero ricca. Saranno i giallorossi a dare il via alle danze per primi, nell’anticipo delle 18 sul campo dell’Atalanta. Un match di cartello, se non altro pensando a quanto fatto nella scorsa stagione dai nerazzurri di Gasperini, comunque competitivi nonostante le inevitabili cessioni eccellenti che hanno caratterizzato l’estate.
I riflettori però sono più sulla Roma di Di Francesco, reduce da un pre-campionato non del tutto convincente e ancora alle prese con alcune lacune che solo il mercato, forse, potrà colmare. “Voglio una grande prestazione – le parole del tecnico – e sono convinto che entraremo in campo con grande convinzione. L’Atalanta è una squadra forte, ed è come se non avessero mai smesso di giocare insieme dalla fine della scorsa stagione. Sono determinati, campo ostico, partita difficilissima. Ma noi abbiamo voglia di fare bene”. A Bergamo vedremo se il 4-3-3 che tanto ha divertito a Sassuolo si ripeterà, anche in virtù di interpreti di qualità decisamente superiore. In difesa, davanti ad Alisson, linea a 4 con Bruno Peres, Manolas, Juan Jesus e Kolarov, a centrocampo Nainggolan, De Rossi e Strootman, in attacco Defrel, Dzeko e Perotti. Gasperini, sempre alle prese col caso Spinazzola (vuole la Juve a tutti i costi, per lui solo panchina), risponderà con un 3-4-1-2 con Berisha tra i pali, Toloi, Palomino e Masiello nel reparto arretrato, Hateboer, Cristante, Masiello e Gosens in mediana, Kurtic alle spalle della coppia offensiva Petagna-Gomez. In serata invece toccherà alle milanesi, che inizieranno la loro “sfida nella sfida” in perfetta contemporaneità.
Il match di cartello è quello di San Siro tra Inter e Fiorentina, che vedrà il debutto di Spalletti sulla panchina nerazzurra e quello di Pioli su quella viola, ironia della sorte proprio contro la sua ex squadra. I padroni di casa sono ancora un cantiere aperto ma Luciano, in attesa che il mercato faccia il suo corso (nelle prossime ore dovrebbero arrivare Schick e Cancelo), non vuole passi falsi. “Sono emozionato per l’inizio del campionato ed è un bel segno – il suo commento in conferenza stampa. – Sono tranquillo perché ho una squadra forte, l’obiettivo è vincere sempre. Ho letto tanti nomi sul mercato ma la società non mi ha promesso nulla, ho tutto quello che voglio, questi giocatori sono una garanzia”.
La prima Inter targata Spalletti scenderà in campo col 4-2-3-1 con Handanovic in porta, D’Ambrosio, Skriniar, Miranda e Dalbert in difesa, Vecino e Gagliardini a centrocampo, Candreva, Borja Valero e Perisic sulla trequarti, Icardi in attacco. “Non sono emozionato perché ritroverò l’Inter bensì per il nuovo inizio con la Fiorentina, il passato è alle spalle” ha glissato Pioli, che però vorrebbe tanto unire l’utile (punti per la sua squadra) al dilettevole (sgambetto a chi, qualche mese fa, lo esonerò). Non sarà facile visto che i viola scenderanno a San Siro senza Chiesa (squalificato), con il caso Kalinic ancora da chiudere (domani visite mediche col Milan) e con Badelj mezzo infortunato. Il 4-2-3-1 di Pioli vedrà così Sportiello tra i pali, Gaspar, Vitor Hugo, Astori e Olivera nel reparto arretrato, Sanchez e Veretout in mediana, Gyl Dias, Eysseric e Benassi dietro all’unica punta Babacar (Simeone è convocato ma partirà dalla panchina). Alla stessa ora ma molti chilometri più a sud toccherà al Milan di Montella, che farà il debutto in campionato in casa del Crotone.
La recente goleada europea indurrebbe all’ottimismo ma con tutto il rispetto per lo Shkendija gli uomini di Nicola sono ben altra cosa. Ecco perché i rossoneri, reduci da un’estate di grande entusiasmo, dovranno fare molta attenzione a questa trasferta calabrese, pena rischiare subito un brutto scivolone. “Sarà una sfida difficile, come l’intero torneo – l’analisi di Montella. – Noi dobbiamo diventare una squadra, ci serve del tempo per adattarci ma possiamo crescere molto. La società ha ancora voglia di rinforzare la squadra, possiamo migliorare e vogliamo alimentare l’entusiasmo dei tifosi attraverso i risultati”.
In attesa di capire se i propositi si trasformeranno in realtà (Kalinic è cosa fatta, ora vedremo se gli ultimi giorni di mercato regaleranno un ultimo grande colpo), toccherà al campo il primo verdetto sulla reale consistenza di questo Milan. Allo Scida i rossoneri, privi di Biglia e Bonaventura, giocheranno con un 4-3-3 con Donnarumma in porta, Conti, Bonucci, Musacchio e Rodriguez in difesa, Kessie, Montolivo e Cahlanoglu a centrocampo, Suso, Andrè Silva (favorito su Cutrone) e Borini in attacco. Nicola, rimasto a furor di popolo a Crotone dopo la miracolosa salvezza della scorsa stagione, proverà a sgambettare il Milan con il suo classico 4-4-2 con Cordaz tra i pali, Faraoni, Ceccherini, Cabrera e Martella nel reparto arretrato, Rohden, Barberis, Izco e Stoian in mediana, Tonev e Budimir coppia offensiva. È solo la prima giornata, dunque nessun verdetto: ma i primi indizi, spesso, sono quelli che contano di più.