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Inter e Milan steccano al debutto e non vanno oltre il pari. Oggi tocca alle romane, al Napoli e al Bologna

Deludono le milanesi alla prima di campionato. L’Inter raggiunta in extremis dal Genoa mentre il Milan acciuffa il pari a San Siro contro il Toro solo nel finale. Conte già inquieto perché il Napoli non riesce a risolvere il rebus Osimhen-Lukaku. Incerta la permanenza di Dybala nella Roma

Inter e Milan steccano al debutto e non vanno oltre il pari. Oggi tocca alle romane, al Napoli e al Bologna

Un inizio col botto. Il primo giorno di scuola della nuova Serie A non ha deluso le aspettative, regalando gol, spettacolo e tante sorprese. Milano debutta senza vittorie e questa è già una notizia: sia Inter che Milan, infatti, non sono riuscite a superare Genoa e Torino, raccogliendo due pareggi in extremis, anche se molto diversi tra loro. I nerazzurri sono stati agguantati dai rossoblu, mentre i rossoneri hanno dovuto rincorrere i granata, a conti fatti però ci ritroviamo a commentare due risultati identici (2-2), non in linea con le aspettative della vigilia. Oggi invece sarà la volta di Verona-Napoli, Bologna-Udinese (ore 18:30), Cagliari-Roma e Lazio-Venezia (ore 20:45), mentre domani sarà la volta di Lecce-Atalanta e Juventus-Como.

Genoa – Inter 2-2: Thuram ribalta Vogliacco, Messias agguanta il pari al 96’

Esordio in chiaro-scuro per i campioni in carica dell’Inter, fermati sul 2-2 dal Genoa di Gilardino. La sfida di Marassi ha regalato tante emozioni, anche perché i nerazzurri hanno concesso alcune distrazioni mai viste nella scorsa stagione. A livello di occasioni create, infatti, la squadra di Inzaghi avrebbe probabilmente meritato i 3 punti, ma regalare due gol ai rossoblu s’è rivelato un errore impossibile da rimediare. Il campo del Grifone si conferma stregato per l’Inter, al terzo pari in altrettanti campionati: dato stranissimo da spiegare per chi ha dominato l’ultima Serie A, eppure inconfutabile. I nerazzurri, come detto in precedenza, hanno pagato a carissimo prezzo alcune ingenuità difensive, oltre alla condizione fisica ancora precaria di Lautaro e Mkhitaryan, ancora lontani dalla forma migliore. L’errore più grave, però, lo ha commesso Sommer, autore di una vera e propria papera che è costata l’1-0 genoano firmato Vogliacco (20’). Ma per tre interisti irriconoscibili c’è stato un Thuram assolutamente spumeggiante, capace di trovare l’1-1 di testa (30’) e l’1-2 con un pregevolissimo scavetto (83’). La rete del francese sembrava aver chiuso i giochi, ma in pieno recupero ecco il regalo di Bisseck, sciagurato nel colpire con il braccio un pallone apparentemente innocuo, per l’inevitabile rigore. Sul dischetto è andato l’ex milanista Messias e Sommer, nonostante la parata, si è dovuto arrendere sulla respinta che ha sigillato il 2-2 finale (95’).

Inzaghi: “C’è delusione, se prendi due gol così è difficile vincere…”

“C’è delusione – ha ammesso Inzaghi senza mezzi termini -. I ragazzi hanno fatto una partita seria e concentrata, nel primo tempo abbiamo creato tanto e preso gol su un incidente, dopodiché siamo stati bravi a recuperare col gol del pareggio. Poi all’84′ troviamo il gol del vantaggio ed è lì che non sono soddisfatto, avevo messo Asllani per gestire meglio la palla, ma prendendo due gol così è difficile vincere. Onore al Genoa che non ha mai mollato, i ragazzi hanno fatto una gara di cuore ma il pareggio non ci soddisfa: una squadra come la nostra quando passa in vantaggio all’84′ non deve prendere gol, specie in quel modo. Vincere è difficile, rivincere di più. I ragazzi sono maturi e lo sanno, per questo sono dispiaciuto, fare una partita così a Marassi dopo le difficoltà avute, con una squadra che ha lavorato insieme solo negli ultimi otto giorni… Nel momento migliore non dovevamo perdere quella palla dopo che è scaturito il rigore, il calcio non ti lascia nulla, dovevamo fare qualcosina in più”.

Milan – Torino 2-2: i granata scappano col doppio vantaggio, Morata e Okafor salvano Fonseca

Se Atene piange, anche Sparta non ride. Pure il Milan, infatti, ha steccato la prima di campionato, per giunta a San Siro. I rossoneri di Fonseca sono stati fermati dal Torino di Vanoli, per giunta trovando un pareggio del tutto insperato solo negli ultimi minuti di gioco, quando la sconfitta sembrava ormai cosa fatta. Netto passo indietro rispetto alle amichevoli di lusso con Manchester City, Real Madrid e Barcellona, così come quella con Monza di martedì scorso. Il Milan è apparso frenetico e confuso, oltre che fragile proprio come nella scorsa stagione, quando subì la bellezza di 49 gol in campionato. Fofana, in questo senso, potrà dare una bella mano, intanto però i rossoneri continuano a offrire spettacoli a due facce, più apprezzati dagli spettatori neutrali che dai tifosi sugli spalti e in tv. Il Toro, dal canto suo, è sceso al Meazza senza alcun timore reverenziale, affidandosi alla spinta degli esterni Bellanova e Lazaro e alla verve di capitan Zapata. L’autogol di Thiaw, su cui si è evinta l’inefficienza della Goal Line Technology (la palla era entrata, ma i sensori non hanno funzionato: decisivo l’intervento del Var), ha cambiato l’inerzia del match, anche perché Leao s’è divorato due gol e gli altri, da Pulisic a Chukwueze, passando per Jovic, non hanno certo giocato la miglior partita. Quando Zapata ha siglato lo 0-2 con un colpo di testa ravvicinato (68’, altra spia accesa sulla retroguardia rossonera), quasi tutti hanno dato per certa la clamorosa sconfitta del Diavolo, senza fare però i conti con una panchina di altissimo livello, capace di “sfornare” gente come Morata e Okafor. Sono stati loro a rimettere in piedi la baracca, il primo con una zampata di rapina su tiro di Reijnders (89’), il secondo con un bel destro al volo su cross di Musah (95’). Fonseca salva così la faccia, ma non può certo essere soddisfatto di quanto visto: se vorrà lottare per lo scudetto come dichiarato venerdì, infatti, servirà molto di più.

Fonseca: “Voglio una squadra più aggressiva, dobbiamo ancora lavorare molto”

“Non mi aspettavo una partita perfetta in questo periodo dell’anno, ma nel primo tempo siamo stati troppo passivi e senza intensità – il commento del tecnico portoghese -. Nella ripresa siamo stati più aggressivi recuperando il pallone più avanti e creando le occasioni anche per vincere la partita. Dobbiamo lavorare perché abbiamo tanto da migliorare, ora avremo una settimana per lavorare e far migliorare la condizione di Hernandez, Morata e gli altri. Quando sono entrati hanno fatto bene, ma dobbiamo recuperarli il prima possibile con una forma fisica buona. I gol subiti? Il problema è collettivo, non è solo dei difensori, nel primo tempo non siamo stati capaci di pressare più avanti costringendo i granata a stare più indietro. Ripeto, tutti dobbiamo migliorare ancora tanto, voglio una squadra più aggressiva di quanto ho visto contro il Torino. Leao? Dev’essere più attivo e cinico, difensivamente ha lavorato molto bene, ma deve stare più vicino alla porta ed essere più concreto”.

Verona – Napoli (ore 18:30, Dazn e Sky)

I primi riflettori della domenica si accenderanno sul Bentegodi di Verona, dove andrà in scena il debutto del Napoli di Conte in Serie A. In senso assoluto, infatti, la “prima” è già andata in scena sabato scorso contro il Modena, con gli azzurri costretti alla lotteria dei rigori per evitare una figuraccia che avrebbe rischiato di lasciare il segno. Al tecnico leccese, evidentemente, quella “vittoria” non è piaciuta affatto, proprio come il lavoro della società sul mercato. Tra poco vi racconteremo dell’ennesimo sfogo in conferenza stampa, intanto però bisogna fare delle puntualizzazioni. La prima è che Conte ha certamente ragione a lamentarsi dello scenario attuale, che lo vede con una squadra incompleta, priva del giocatore più importante (Osimhen) e pure del suo sostituto (Lukaku). De Laurentiis gli aveva promesso una soluzione rapida e indolore, invece ad agosto inoltrato è tutto in alto mare, anche se l’arrivo di Neres (25 milioni al Benfica) e quello sempre più probabile di Gilmour (13 al Brighton) dimostrano che qualcosa si sta muovendo. In tutto ciò è arrivato il momento del campo e dell’insidiosa trasferta di Verona, che Conte vuole sfangare ad ogni costo: le lamentele, a fronte di un flop, potrebbero rivelarsi addirittura un autogol.

Conte: “Pensavo di trovare una situazione migliore, invece il mercato è bloccato”

“Il mercato è bloccato, la situazione è molto complicata e mi dispiace – ha sottolineato Conte senza giri di parole -. Speravo venendo qui di trovare una situazione migliore, invece fatico a trovare aspetti positivi. Non dico che siamo all’anno zero, ma quasi ed è meglio essere chiari. A me questo non spaventa, quanto tempo servirà per riportare il Napoli in alto non lo so, so che incontreremo delle difficoltà e non dobbiamo fasciarci la testa. Dovremo essere cazzuti in campo e fuori, non esistono similitudini con la mia prima Juve. C’è il tranello grosso dello scudetto di due anni fa che confonde le idee e butta fumo negli occhi, non mi sento di fare pronostici, dico solo che sarà un’annata dove dovremmo prepararci a soffrire ed essere uniti e compatti nella sofferenza”.

Verona – Napoli, le probabili formazioni

Verona (4-2-3-1): Montipò; Tchatchoua, Magnani, Coppola, Okou; Serdar, Duda; Suslov, Harroui, Lazovic; Mosquera
In panchina: Perilli, Berardi, Dawidowicz, Corradi, Ceccherini, Ghilardi, Frese, Belahyane, Dani Silva, Cisse, Livramento, Kastanos, Mitrovic, Tavsan, Tengstedt
Allenatore: Zanetti
Indisponibili: Faraoni, Cruz
Squalificati: nessuno

Napoli (3-4-2-1): Meret; Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, Spinazzola; Politano, Kvaratskhelia; Raspadori
In panchina: Caprile, Contini, Juan Jesus, Marin, Mezzoni, Mazzocchi, Saco, Iaccarino, Ngonge, Simeone, Cheddira
Allenatore: Conte
Indisponibili: nessuno
Squalificati: Zerbin

Cagliari – Roma (ore 20:45, Dazn)

Clima teso anche in casa Roma, dove l’entusiasmo di qualche settimana fa ha lasciato spazio alla rabbia dei tifosi. Colpa della vicenda Dybala, ormai in odore di cessione e destinato (salvo clamorosi colpi di scena) al trasferimento in Arabia Saudita. L’offerta (per lui, s’intende) è di quelle impossibili da rifiutare (60 milioni in tre anni, 80 al raggiungimento di tutti i bonus), ma la sensazione diffusa è che la Roma non aspettasse altro. Il contratto dell’argentino pesa parecchio sui bilanci giallorossi, inoltre le sue condizioni fisiche lo vedono spesso ai box: Lina Soulokou, insomma, non si è certo opposta al corteggiamento dell’Al-Qadsiah, atteggiamento che non è piaciuto affatto ai tifosi, molto legati a quello che è diventato un vero e proprio idolo della piazza. In tutto questo c’è il debutto in campionato sul campo del Cagliari ed è inutile specificare che un risultato negativo, in un momento del genere, avrebbe effetti pesantissimi sul progetto giallorosso. De Rossi, uno che conosce Roma come pochi altri, lo sa bene e pretende una partenza forte, magari grazie alle giocate di Soulé e Dovbyk, grandi acquisti dell’estate capitolina, ma i sardi di Nicola non hanno nessuna intenzione di fare le vittime sacrificali.

De Rossi: “Dybala? Non so se resta, ma nessuno è più importante della Roma”

“Dybala è convocato ed è con noi, come altri giocatori che hanno situazioni di mercato aperte – ha spiegato De Rossi -. Ho parlato con lui e con la società, sono stato chiaro, poi non so cosa accadrà, ma di certo nessuno è più importante della Roma. Quello che dovevo dire l’ho detto sia alla società che a lui, parlo sempre con tutti, ho un bel rapporto e dico le cose in faccia, poi non posso fare altro. Starà anche a lui un domani parlare, ma ribadisco che nessuno è più importante della Roma, l’altra volta le mie parole sono state travisate. Io voglio solo giocatori forti e una squadra forte, sono qui per fare una grande stagione con la Roma e il mio obiettivo è solo quello. A volte le squadre, anche perdendo pezzi importanti, si ricostruiscono: due anni fa il Napoli perse Ruiz, Koulibaly, Mertens e Insigne poi vinse lo scudetto. Non sto dicendo che accadrà questo o che qualcuno deve partire, dico che a volte le squadre si ricostruiscono in modo inaspettato”.

Cagliari – Roma, le probabili formazioni

Cagliari (3-4-2-1): Scuffet; Zappa, Wieteska, Luperto; Azzi, Deiola, Marin, Augello; Luvumbo, Piccoli; Lapadula
In panchina: Sherri, Hatzidiakos, Iliev, Palomino, Di Pardo, Kingstone, Makombou, Prati, Pavoletti, Adopo, Jankto, Felici
Allenatore: Nicola
Indisponibili: Viola, Zortea
Squalificati: nessuno

Roma (4-3-3): Svilar; Celik, Mancini, N’Dicka, Angelino; Le Fee, Cristante, Pellegrini; Soulé, Dovbyk, El Shaarawy
In panchina: Ryan, Marin, Smalling, Dahl, Baldanzi, Sangaré, Dybala, Bove, Pisilli, Zalewski, Abraham
Allenatore: De Rossi
Indisponibili: nessuno
Squalificati: Paredes

Lazio – Venezia (ore 20:45, Dazn)

In contemporanea a Cagliari-Roma ci sarà anche l’esordio stagionale della Lazio, impegnata all’Olimpico contro il Venezia. Sulla carta si tratta di un debutto soft, ma pure qui è bene andarci coi piedi di piombo. L’estate biancoceleste, infatti, non è stata affatto serena, come dimostrano le manifestazioni anti-Lotito (con striscioni espliciti appesi ad ogni angolo della città), anche se è giusto sottolineare come la contestazione non abbia toccato allenatore e giocatori, al momento sostenuti a gran voce. Il popolo laziale non ce l’ha con Baroni e il suo gruppo, mentre vede le politiche lotitiane come fumo negli occhi. Non è una novità visto che la diatriba col presidente va avanti da quasi 20 anni, ma dopo un periodo di tregua (dettata sostanzialmente dai risultati) è riesplosa dopo le scelte estive, che hanno visto partire big come Immobile, Luis Alberto e Felipe Anderson a fronte di acquisti molto meno glamour. Questo però non significa che i tifosi abbiano necessariamente ragione, anzi non sarebbe la prima volta che Lotito spariglia le carte con abilità. Solo il campo dirà come stanno le cose, intanto il patron, dopo aver chiuso l’acquisto di Dia, prepara il colpo Folorunsho, laziale di nascita e pupillo di mister Baroni. Il Venezia di Di Francesco, già nel mirino dopo essersi fatto eliminare dalla Coppa Italia ad opera del Brescia, si presenta per creare ulteriore scompiglio, con la consapevolezza che uscire dall’Olimpico con uno o più punti sarà davvero complicato.

Baroni: “Pronti per l’esordio, presi giocatori bravi per migliorare l’anno scorso”

“Arriviamo bene all’esordio, Il campionato sarà difficile come al solito e noi dovremo essere all’altezza – il pensiero di Baroni -. Ci saranno delle difficoltà, ma insieme ai nostri tifosi dobbiamo fare una partita di grande compattezza e agonismo. Abbiamo cambiato qualcosina, ma vogliamo creare un’identità forte in cui tutti lavorano insieme. Mi piace vedere una squadra che dà tutta per sé stessa e per i tifosi, questo non deve mai mancare. Abbiamo preso giocatori bravi e vogliamo migliorare il campionato dell’anno scorso. Se mi aspetto aiuti dal mercato? Con la società c’è un confronto diretto sempre, per adesso siamo questi e andiamo avanti così. Dia? È un giocatore bravo, potrà darci una grande mano”.

Lazio – Venezia, le probabili formazioni

Lazio (4-2-3-1): Provedel; Lazzari, Patric, Romagnoli, Pellegrini; Guendouzi, Vecino; Tchaouna, Noslin, Zaccagni; Castellanos
In panchina: Mandas, Furlanetto, Casale, Hysaj, Rovella, Marusic, Cataldi, Dele-Bashiru, Tavares, Castrovilli, Isaksen, Pedro
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Gila
Squalificati: nessuno

Venezia (3-4-2-1): Joronen; Altare, Svoboda, Sverko; Zampano, Andersen, Duncan; Sagrado, Pierini, Oristanio; Gytkjaer
In panchina: Stankovic, Grandi, Lucchesi, Rioda, Haps, Crnigoj, Lella, Ellertsson, Raimondo
Allenatore: Di Francesco
Indisponibili: Busio, Jajalo, Bjarkason, Pohjanpalo
Squalificati: Idzes, Candela, El Haddad

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