Alla fine ride solo la Lazio. È lei la grande vincitrice della domenica di campionato, perlomeno per quanto riguarda la corsa Champions. La squadra di Inzaghi ha vinto a Udine (1-2), Roma e Inter sono rimaste a secco, il Milan ha portato a casa un pareggio che, classifica alla mano, vale quanto una sconfitta. È questa che conta di più e alla 31esima dice che i biancocelesti sono al terzo posto assieme ai cugini giallorossi a quota 60, con i nerazzurri appena dietro a 59 e i rossoneri staccatissimi a 52.
L’occasione più importante comunque ce l’aveva l’Inter, che in caso di vittoria avrebbe agguantato il terzo posto e, forse, blindato la zona Champions. Ma i nerazzurri l’hanno fallita e così a sorridere è stato il Torino di Mazzarri, ex dal dente avvelenato e dunque ben contento di “sgambettare” Spalletti e i suoi. Va anche detto che l’1-0 finale è un risultato bugiardo, quantomeno valutando le palle gol: Perisic, Icardi, Miranda e Rafinha hanno fatto tremare a più riprese la porta di Sirigu e con un pizzico di fortuna (o di precisione, a seconda dei punti di vista) in più le cose sarebbero andate diversamente.
“Non avremmo meritato di perdere, purtroppo però ci sono momenti in cui la palla non entra nemmeno se la spingi – il commento di Spalletti. – Ora i punti valgono doppio, dunque saremo obbligati a vincere la prossima partita”. Decisivo un altro ex della sfida, quell’Adem Ljajic rispolverato da Mazzarri dopo tre mesi di sostanziale sopportazione e tornato a incidere come ai bei tempi. Il serbo ha sfruttato al meglio una ripartenza granata sul finire del primo tempo, finalizzando il bell’assist di De Silvestri e battendo Handanovic con un tap-in tanto semplice quanto pesante.
Nella ripresa l’Inter, pur concedendo qualcosa in più (pericolosissimo ancora Ljajic in contropiede), ha spinto sull’acceleratore alla ricerca del pari, senza però trovarlo. E così, da potenziale terza, s’è ritrovata addirittura quinta.
Meglio del Milan comunque, che chiude la 31esima dando definitivamente addio a qualsiasi sogno Champions. L’1-1 di San Siro col Sassuolo segna la fine di ogni possibilità di rimonta, confermando i passi indietro di una squadra che, da dopo la sosta, non riesce più ad avere la brillantezza di prima. A dire il vero i rossoneri avrebbero tranquillamente potuto vincere, purtroppo per loro però le occasioni che non entrano in rete non portano punti. E così i neroverdi, alle corde per tutto il primo tempo e parte del secondo, hanno sbloccato per primi la partita con Politano, autore di un gran destro che ha freddato Donnarumma e con lui tutto San Siro (75’). Milan che passava così dal sogno Champions all’incubo di una sconfitta interna, per giunta contro una squadra in lotta per non retrocedere. A rendere meno amara la pillola ci ha pensato Kalinic, di nuovo in gol dopo più di 4 mesi di astinenza (86’), e se Consigli non si fosse trasformato in Superman sul destro di Bonaventura in pieno recupero (95’) staremmo parlando di un’altra storia. “Non dobbiamo cercare alibi, ci è mancata la cattiveria sotto porta – ha spiegato Gattuso. – La mole di gioco c’è stata, purtroppo non siamo stati capaci di buttarla dentro. Questo sogno Champions andava inseguito con maggior veleno, purtroppo non siamo stati brillanti. Ad ogni modo mi prendo la mia parte di responsabilità, le cose vanno fatte bene”.