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Inter e Milan, doppia beffa: è la dura legge della Champions

FIRSTonline

Milano resta a mani vuote. Inter e Milan tornano a casa senza punti dalla doppia sfida con Real Madrid e Liverpool, ma anche con una buona dose di rammarico, oltre alla sensazione di potersela giocare a testa alta per il passaggio del turno. Il discorso vale soprattutto per i nerazzurri, sconfitti immeritatamente da un Real a lungo in difficoltà e tenuto in piedi solo da un grande Courtois, anche i rossoneri però, pur soffrendo per larghi tratti in quel di Anfield, hanno creato più di un grattacapo ai Reds, arrivando addirittura a cullare il sogno della vittoria. Insomma, Inzaghi e Pioli possono guardare ambo i lati del bicchiere, per quanto i risultati, alla fine, siano il dato più significativo.

Quella dell’Inter fa sicuramente più male, perché arrivata al termine di una gara giocata meglio degli avversari, con tutta una serie di occasioni sprecate che gridano vendetta. Solo nel primo tempo sono state quattro, con Dzeko e Lautaro prima murati da Courtois, poi spreconi (in particolare l’argentino), infine con un tiro di Brozovic fuori di un soffio. Il Real? Tutto in un tiro senza pretese di Casemiro e in un colpo di testa, quello sì pericoloso, di Militao.

La tendenza è proseguita nella ripresa e quando Dzeko ha staccato di prepotenza in mezzo all’area in tanti hanno gridato al gol, senza però fare i conti con il solito insuperabile Courtois, bravissimo nel respingere e sventare l’1-0 Inter. Lì gli uomini di Ancelotti, complice un calo fisico dell’Inter, hanno preso coraggio, spaventando Handanovic con Benzema e Vinicius, senza però riuscire a batterlo. Quando lo 0-0 sembrava ormai scritto, ecco però la beffa firmata da Rodrygo, spietato nel concretizzare un bell’assist di Camavinga, acquistato all’ultimo giorno di mercato dopo il no del Psg su Mbappé (89’).

Sconfitta che brucia, anche se mitigata leggermente dal clamoroso successo dello Sheriff sullo Shakhtar, che tiene a 0 punti la rivale più pericolosa in chiave ottavi. “Dovevamo prestare più attenzione, mancava un minuto… – ha sospirato Inzaghi – C’è dispiacere, perché mi ritrovo a commentare una sconfitta dopo una prestazione del genere. Però dobbiamo guardare avanti, pensare a come abbiamo tenuto il campo contro una squadra come il Real Madrid, abbiamo trovato un portiere a cui è stato davvero difficile fare gol. Chiaramente non si può mai abbassare la concentrazione contro queste squadre, ma giocando così sono fiducioso per la qualificazione”.

Sconfitta sicuramente più giusta invece per il Milan, per lunghi tratti dominato da un Liverpool superiore sia dal punto di vista tecnico che mentale. La trasferta di Anfield, del resto, è proibitiva un po’ per tutti, a maggior ragione per un gruppo alla prima esperienza su palcoscenici di questo livello. Va anche detto però che i rossoneri, nonostante l’inizio shock (autogol di Tomori al 9’ e rigore sbagliato da Salah al 14’), avevano saputo tenere botta, congelando la furia Red fino all’uno-due clamoroso di fine primo tempo: Rebic al 42’ e Diaz al 44’ riuscivano addirittura a ribaltare la partita, portando i compagni negli spogliatoi con un incredibile 1-2.

Troppa grazia e infatti nella ripresa, complice l’immediato 2-2 di Salah (49’), la squadra di Klopp ritrovava il bandolo della matassa, finendo per vincere il match grazie alla sassata dalla distanza di Henderson (69’), senza che il Milan riuscisse più a contrattaccare. “Bisogna dare merito ai Reds che per intensità e qualità hanno fatto meglio di noi, soprattutto all’inizio – ha ammesso Pioli – Siamo usciti bene rimontando, ma il nostro rimpianto sono i gol subiti nella ripresa dove abbiamo sbagliato qualcosa di troppo. Il livello si è alzato, ma questa gara ci farà crescere per qualità e intensità”.

L’unica nota lieta, per Inter e Milan, sono i risultati delle altre sfide: la sconfitta dello Shakhtar contro lo Sheriff (2-0) e il pareggio tra Atletico Madrid e Porto (0-0) cambiano di poco gli equilibri dei gironi, lasciando tutto aperto per le prossime sfide. Dove però non si potrà sbagliare, mostrando a tutti di aver imparato la lezione di ieri.

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