Botta e risposta. Dopo la vittoria della Juve sul Napoli, ecco quella dell’Inter con l’Udinese, a ristabilire le gerarchie in vetta alla classifica. Grazie al 4-0 di San Siro la squadra di Inzaghi torna al comando a quota 38 punti, 2 in più rispetto a quella di Allegri, aggiungendo un nuovo capitolo all’avvincente duello scudetto. Di questo si parla, perché le altre sono ormai troppo staccate per poter dire la loro: dopo il Napoli, anche il Milan si arrende perdendo a Bergamo, con la logica conseguenza di una lotta Champions sempre più viva, in attesa del posticipo serale tra Roma e Fiorentina (ore 20.45).
Inter – Udinese 4-0, i nerazzurri volano al comando grazie a un poker senza storia
Il vero tema della sfida di San Siro era legato all’approccio dell’Inter, che poteva anche prendere sottogamba l’Udinese di Cioffi. Paradossalmente, però, la vittoria della Juve ha fatto sì che la concentrazione restasse altissima, con la logica conseguenza di una partita senza storia, decisa già nel primo tempo. I nerazzurri sono entrati in campo famelici e decisi a rispondere subito ad Allegri, ma per esultare hanno dovuto aspettare il minuto 37, quando Calhanoglu, glaciale come al solito, ha realizzato il rigore (fallo di Perez su Lautaro) dell’1-0. A quel punto la squadra di Inzaghi è esplosa come una bottiglia di champagne, inebriando San Siro con un finale di tempo da urlo, in cui sono arrivati anche il 2-0 di Dimarco (42’) e il 3-0 di Thuram (44’). La gara, di fatto, è finita lì, tanto che la ripresa è proseguita su ritmi ben diversi, permettendo a Inzaghi di ruotare un po’ gli uomini in vista della sfida con la Real Sociedad (ieri vittoriosa per 3-0 sul campo del Villarreal), decisiva ai fini del primo posto nel girone di Champions. All’appello mancava però un nome ‘pesante’ come Lautaro, che non poteva farsi sfuggire l’occasione di allungare nella classifica cannonieri. Il momento giusto, dopo il palo colpito nel primo tempo, è arrivato all’84’ con una splendida azione personale conclusa con un destro chirurgico alle spalle di Silvestri. Festa grande a San Siro, sia per la risposta alla Juve che per la sconfitta del Milan: un sabato così, pur non significando ancora nulla di concreto, è l’ennesimo segnale di forza della ‘banda Inzaghi’.
Inzaghi: “Abbiamo dato una grande risposta alla Juve, ma dobbiamo pensare solo a noi”
“I ragazzi sono stati molto bravi perché questa gara la temevo molto – il commento entusiasta del tecnico nerazzurro -. L’Udinese è in fondo alla classifica, ma ha valori superiori e sapevamo di dover tenere bene palla per evitare le ripartenze. Gara interpretata bene dal primo all’ultimo minuto, inoltre abbiamo segnato dei gol molto belli. La pressione della Juve? Abbiamo dato un’ottima risposta in campo, dobbiamo concentrarci solo su noi stessi, quello che succede alle altre squadre ci deve interessare meno. Fanno piacere i complimenti, ma nel calcio le cose cambiano velocemente. Abbiamo due obiettivi centrati per il momento, gli ottavi di Champions e la qualificazione al Mondiale per Club”.
Atalanta – Milan 3-2, un gioiello di Muriel condanna il Diavolo in pieno recupero
Brutta sconfitta per il Milan, che sprofonda a meno 8 dall’Inter e torna nel mirino della critica. Il ko di Bergamo, inoltre, rischia di avere pesanti risvolti anche in chiave Champions, sia per quanto riguarda quella presente (il morale in vista di Newcastle potrebbe risentirne) che, soprattutto, quella futura: ora una tra Roma e Fiorentina potrebbe avvicinarsi e anche il Napoli, nonostante gli ultimi risultati, resta piuttosto vicino. Pioli farà bene a prendere atto dei limiti della sua squadra, per la quale parlare di scudetto ha davvero poco senso. La continuità non è neanche lontanamente paragonabile a quella di Inter e Juve, per non parlare della fase difensiva; meglio occuparsi di difendere un piazzamento Champions, magari azzeccando le mosse giuste sul mercato di gennaio. La partita di Bergamo è stata combattuta e divertente sin dagli albori, con entrambe le squadre vicine al gol già nella prima parte: il Diavolo con Giroud (tap-in murato da Djimsiti, la Dea con De Ketelaere (incredibile errore a pochi passi da Maignan). Al 38’ ecco la rete di Lookman a sbloccare l’empasse, pareggiata a pochi secondi dall’intervallo da un colpo di testa di Giroud, nato però da un intervento molto dubbio di Musah sullo stesso attaccante. Nigeriano protagonista assoluto anche del secondo tempo, prima con il 2-1 (55’) e poi con l’occasione per il terzo gol, salvata da un grande Maignan. Milan in grande difficoltà, ma capace di arrivare al pareggio con Jovic, entrato da poco al posto di Loftus-Cheek e rapace nel girare in porta un cross di Pulisic (80’). Tutto finito? Nemmeno per sogno. Al 93’ Calabria si è fatto espellere per doppia ammonizione e poco dopo Muriel si è inventato uno splendido colpo di tacco per il 3-2 finale, che ha fatto esplodere il Gewiss Stadium e mandato Pioli al tappeto.
Pioli: “Sconfitta pesante, ora pensiamo all’Europa”
“Bisogna essere più lucidi anche nelle scelte difensive, perché sono errori che ci costano tanto – il commento sconsolato del tecnico rossonero -. Quando si prendono tre gol significa non aver lavorato bene di squadra in fase difensiva, non siamo stati scaltri a prendere gli inserimenti. Abbiamo ripreso la partita con intensità e qualità, era da portare a casa con un risultato positivo e invece usciamo con una sconfitta pesante. Volevamo cercare un filotto di vittorie, ma se non ci riesci devi guardati anche alle spalle: pensiamo a vincere tante partite, poi alla classifica. Ora abbiamo una gara importantissima in Europa, vogliamo rimanerci e abbiamo un solo risultato a disposizione. Testa alla Champions e poi al campionato con ancora più attenzione”.
Verona – Lazio 1-1, Sarri: “Partita dominata, purtroppo non riusciamo a segnare”
Passo falso anche per la Lazio di Sarri, fermata sul pareggio dal Verona. Un 1-1 amaro per i biancocelesti, che gettano al vento una ghiotta occasione per avvicinare la zona Europa: il rischio ora è di venire staccati da Roma o Fiorentina, ma anche di essere scavalcati dal Torino di Juric. Quella continuità tanto invocata continua a non vedersi, inoltre ancora una volta la squadra si è fatta raggiungere per un’ingenuità, pregiudicando così una vittoria che sembrava ormai alla portata. Lo splendido colpo di tacco di Zaccagni (23’) sembrava aver spalancato la strada alla Lazio, nella ripresa però un’ingenuità di Provedel ha permesso a Henry di trovare il secondo gol consecutivo dopo quello di Udine, ma soprattutto il prezioso pareggio per l’Hellas, ora salito a quota 11 punti assieme all’Empoli. “È stata una partita controllata dall’inizio alla fine e abbiamo il rammarico di non averla chiusa perché le opportunità le abbiamo avute – l’analisi di Sarri -. Al Verona non abbiamo concesso neanche un tiro in porta, purtroppo non abbiamo la facilità di andare in gol che avevamo gli anni scorsi, nei quali probabilmente avremmo vinto 3-1 in una partita così anche con episodi sfortunati”.
Roma – Fiorentina (ore 20.45, Dazn)
A concludere la domenica calcistica sarà la Roma di Mourinho, attesa dallo scontro-Champions con la Fiorentina di Italiano. Sfida interessantissima all’Olimpico, sia per la tradizione (giallorossi e viola, storicamente, regalano sempre emozioni quando si incontrano) che per la classifica, ancor più dopo i risultati delle concorrenti. A livello tecnico, poi, si troveranno di fronte due degli allenatori più diversi della Serie A: da una parte il ‘risultatista’ Mourinho, tornato a macinare punti come ai bei tempi e nelle grazie dei Friedkin (in quelle dei tifosi c’è sempre stato), dall’altra il ‘giochista’ Italiano, sempre alla ricerca del gol in più e, proprio per questo, a volte criticato. Entrambi sanno che quella di stasera è un’occasione ghiotta, da non sprecare, dunque faranno di tutto per sfruttarla, ovviamente con le rispettive armi.
Mourinho tra campo e procura: “Mai offeso l’arbitro, mi aspetto giustizia”
Ma la Fiorentina non è l’unico pensiero dello Special One. Le dichiarazioni pre-Sassuolo contro l’arbitro Marcenario, infatti, rischiano di costargli una squalifica, anche se lui, reduce dall’udienza con il procuratore federale, si augura che non sia così. “Dalla Giustizia sportiva mi aspetto giustizia, parlarci non è stato un problema per me, mi sono presentato spontaneamente e anche felice – ha spiegato in conferenza -. Chinè mi ha dato l’opportunità di dire tutto quello che potevo, che è esattamente la verità, non ho mai offeso l’arbitro e messo in dubbio la sua qualità. Ho solo usato un’espressione che per me è normale, ma non sono stato capito. L’arbitro ha fatto una buona partita e io a fine gara l’ho detto, per me non c’è nessun problema, quindi mi aspetto giustizia”.
Roma – Fiorentina, le formazioni: Mou rilancia Pellegrini, Italiano ritrova Nico Gonzalez (in panchina)
Tornando al campo, Mourinho ha un solo dubbio a centrocampo (Pellegrini o Bove), mentre Italiano, dopo le fatiche di Coppa Italia, deve gestire al meglio la rosa, anche se può sorridere per il recupero di un elemento fondamentale come Nico Gonzalez, seppur solo per la panchina. I giallorossi scenderanno in campo con il consueto 3-5-2 con Rui Patricio in porta, Mancini, Llorente e Ndicka in difesa, Kristensen, Cristante, Paredes, Pellegrini e Spinazzola a centrocampo, Dybala e Lukaku in attacco. Classico 4-2-3-1 anche per la Fiorentina, che risponderà con Terracciano tra i pali, Kayode, Milenkovic, Martinez Quarta e Biraghi nel reparto arretrato, Arthur e Duncan in mediana, Ikoné, Bonaventura e Brekalo alle spalle dell’unica punta Beltran.