Milan e Juve si annullano a vicenda, Inter e Atalanta spiccano il volo. Gli anticipi della 13esima giornata sorridono ai nerazzurri di Milano e di Bergamo, che grazie ai successi su Verona (0-5) e Parma (1-3) scavalcano il Napoli in testa alla classifica. Certo, gli azzurri devono ancora giocare la gara con la Roma (ore 18) e all’appello mancano pure Como-Fiorentina (15) e Lazio-Bologna (20:45), intanto però Inzaghi e Gasperini possono guardare tutti dall’alto e far sognare le rispettive tifoserie. Lo stesso non si può dire di Milan e Juventus, uscite da San Siro con un pari che non fa felice nessuna delle due, anche se va decisamente meglio a Thiago Motta che a Fonseca, sempre più staccato dalla vetta e pure dalla zona Champions.
Milan – Juventus 0-0: a San Siro vincono solo equilibrio e noia
Ha vinto la tensione, o se preferite la paura di perdere. Sta di fatto che Milan e Juventus hanno offerto uno spettacolo davvero poco brillante, preferendo gestire lo 0-0 che cercare il gol della vittoria. I numeri, del resto, non mentono: un solo tiro in porta per il Diavolo, due per la Signora, ma nessuno veramente in grado di impensierire Di Gregorio e Maignan, spettatori privilegiati tra i 75 mila di San Siro. Fonseca e Thiago Motta hanno finito per annullarsi a vicenda con le loro mosse, improntate soprattutto a non prendere gol piuttosto che a farli. Il tecnico portoghese, complici le condizioni precarie di Pulisic, ha optato per uno schieramento molto muscolare (e poco fantasioso) con Musah e Loftus-Cheek sulla trequarti, mentre l’italo-brasiliano ha cercato di ovviare all’assenza di Vlahovic puntando su McKennie e Koopmeiners “falsi nueve”, supportati da Conceiçao e Yildiz sulle fasce. Fin dall’inizio però si è avuta la sensazione di due squadre bloccate, tanto da concludere il primo tempo senza occasioni vere e proprie. Nella ripresa sarebbe stato lecito attendersi qualcosa in più soprattutto dal Milan, chiamato a vincere per accorciare la classifica quantomeno sulla zona Champions, invece il match s’è trascinato sulla falsa riga di quanto accaduto prima, a prescindere dai cambi degli allenatori. Fonseca ha calato le carte Pulisic e Chukwueze al posto di Musah e dell’impalpabile Loftus-Cheek, Thiago Motta ha risposto con Weah e Fagioli per McKennie e Conceiçao, ma lo spettacolo non ne ha beneficiato. Il San Siro rossonero non ha gradito e ha severamente fischiato i suoi al termine della gara, mentre la Juve è tornata a casa con un pizzico di soddisfazione in più, anche se solo per il risultato.
Fonseca: “Capisco i tifosi, dobbiamo rischiare di più”
“I fischi sono normali quando non si vince, dopo una partita così, se fossi stato un tifoso, avrei fatto lo stesso, li capisco perfettamente – ha ammesso Fonseca -. È stata una partita molto tattica, con le due squadre che hanno avuto troppo rispetto dell’avversario e senza correre rischi. La Juve difende molto bene e non è facile creare opportunità, quelle che abbiamo avuto non le abbiamo sfruttate prendendo decisioni non buone. Possiamo fare qualcosa in più, ma non abbiamo rischiato e sbagliato spesso l’ultimo passaggio. Non dimentichiamo che loro qui hanno fatto 4 gol contro l’Inter, però potevamo fare meglio: se vuoi fare gol devi rischiare di più. Scudetto? So che per le altre persone è difficile, ma io continuo a crederci. Ci sono tante partite da giocare e tanti punti che le squadre possono perdere”.
Thiago Motta: “Orgoglioso dei miei, vista la situazione…”
“Sono soddisfatto del lavoro fatto, specialmente dal punto di vista difensivo – ha replicato Thiago Motta -. Abbiamo concesso poco o nulla al Milan, ma è chiaro che nella fase offensiva abbiamo creato relativamente poco, anche se siamo più volte arrivati in zone in cui potevamo concretizzare. Nel complesso è stata una buona prestazione, il pareggio ci aiuta a dare continuità, ho visto una squadra che sa stare in campo e che sa comportarsi da grande, sono orgoglioso dei miei, vista anche la situazione in cui ci troviamo. Fare paragoni con la passata stagione non ha senso, sono situazioni completamente diverse. Dobbiamo essere contenti di ciò che abbiamo fatto fin qui, ma siamo solo all’inizio. Dobbiamo continuare e migliorare, perché ne abbiamo la possibilità, la strada comunque è quella giusta”.
Verona – Inter 0-5: nerazzurri devastanti, Inzaghi vola al primo posto (con Gasp)
Prova di forza quasi disarmante per l’Inter, capace di trasformare la trasferta di Verona in una vera e propria scampagnata. I nerazzurri, infatti, hanno sbrigato la pratica Hellas in meno di un tempo, conquistando 3 punti pesantissimi senza nemmeno sporcarsi le scarpe: il segnale alla concorrenza, Napoli in primis, è di quelli che fanno rumore, tanto più che Inzaghi s’è concesso il lusso di far riposare alcuni titolarissimi, Lautaro su tutti. E pensare che il pomeriggio in terra scaligera non era certo iniziato nel migliore dei modi visto l’infortunio muscolare di Acerbi al 15’, poco dopo però il tecnico ritrovava il sorriso grazie a Correa, preferito a Lautaro e in gol con uno scavetto su assist di Thuram (17’). Il Tucu, alla prima da titolare dopo 18 mesi, restituiva subito il favore al francese con un filtrante solo da spingere in rete, per il fulmineo raddoppio nerazzurro (22’). L’Hellas, di fatto, spariva dal campo e l’Inter banchettava impietosa trovando il terzo gol ancora con Thuram (25’, assist di Bastoni), il quarto con De Vrij (31’), subentrato ad Acerbi per l’infortunio sopraccitato e il quinto con Bisseck (41’), fresco di rinnovo fino al 2029. La ripresa s’è trasformata così in un semplice allenamento, con i cambi di Inzaghi (dentro Buchanan, Frattesi e Arnautovic, fuori Carlos Augusto, Bastoni e Thuram) come unici spunti all’interno di una gara già decisa da tempo.
Inzaghi: “Grande vittoria, mi spiace solo per Acerbi”
“Siamo riusciti a vincere una partita importantissima – il commento soddisfatto di Inzaghi – L’unico motivo di preoccupazione arriva da Acerbi che ha sentito qualcosa a un flessore e ha chiesto il cambio, speriamo di riaverlo presto anche se De Vrij ha fatto molto bene. Su Correa non avevo dubbi, dovevo solo decidere chi fargli giocare accanto fra Thuram e Arnautovic. Già prima dell’altra sosta avevo pensato di metterlo a Roma, Lautaro lo avrei portato in panchina per darci una mano nel finale, ma sono contento per Joaquin e per i ragazzi, abbiamo fatto una grande gara. Ora pensiamo alla Champions, mancano ancora sette o otto punti per centrare il pass agli ottavi, anche se ne abbiamo fatti dieci con un calendario non semplice. Ora dovremo affrontare due squadre tedesche che stanno facendo bene, il Lipsia sta giocando un ottimo calcio e noi cercheremo di fare una grande gara davanti ai nostri tifosi”.
Napoli – Roma (ore 18, Dazn e Sky)
Le attenzioni si spostano così sulle sfide odierne, a cominciare da quella del Maradona tra la capolista Napoli e la Roma. Inutile dire che i significati sono tanti ed esulano dalla “semplice” classifica, a prescindere dall’importanza dei punti in palio. In primis c’è il confronto tra i due allenatori, con il lanciato Conte da una parte e l’aggiustatore Ranieri dall’altra: entrambi proveranno a vincere con le rispettive armi, anche se per immaginare la prima dei giallorossi con il nuovo tecnico serve un buon esercizio di fantasia. Il Napoli, per evidenti motivi, parte favorito e vuole tornare al successo dopo la frenata delle ultime partite, nelle quali ha rimediato solo un punto tra Atalanta e Inter. Conte avrebbe certamente preferito affrontare la Roma di Juric, perché il cambio di allenatore porta novità e stimoli; su questi fa affidamento Ranieri, nel tentativo di espugnare il Maradona e compiere quella che sarebbe un’impresa a tutti gli effetti. Difficile però che il tecnico possa ribaltare quanto visto finora e affrontare il Napoli a viso aperto, anche al netto degli acciacchi di Dybala (dovrebbe partire dalla panchina) e delle tante assenze in difesa. Lecito dunque attendersi una Roma difensiva e guardinga, pronta a una gara di sacrificio e ripartenze. Gli azzurri invece non dovranno farsi prendere dalla foga di vincere, a prescindere dai risultati di ieri: i 3 punti consentirebbero di tornare in cima alla classifica, ma sbilanciarsi troppo potrebbe costare caro contro il “volpone” di Testaccio, deciso a tornare sulla scena in grande stile.
Conte torna sulle polemiche Var: “Ho sollevato una questione costruttiva”
“Sarà una partita tosta, non dimentichiamo che l’anno scorso la Roma è finita davanti a noi, fa l’Europa League, ha fatto un ottimo mercato, ma non sta rendendo secondo aspettative e rosa – il pensiero di Conte -. Loro sono al terzo cambio di allenatore e di solito c’è un input positivo. È inevitabile che se fosse rimasto Juric avremmo saputo come affrontarli, ora è tutto un enigma su come giocheranno. Sono contento di incontrare Ranieri, tra noi ci sono stima e amicizia, ma mi auguro che le cose inizino a funzionare dopo Napoli. Le polemiche sul Var? Ho sollevato una discussione costruttiva, sicuramente oggi ci sono dei mezzi che ci devono far pensare. Se vogliamo il bene del calcio bisogna dare un aiuto migliore a Mariani rispetto a San Siro: ti limiti a dire che c’è un contatto, ma che contatto? Lieve, leggero? Mica è la pallavolo. Spero tutti abbiano fatto una riflessione, anche loro stessi…”.
Ranieri: “Dobbiamo tornare a vincere! Dybala? Bisogna aiutarlo…”
“Il Napoli di Conte è in auge e sta facendo bene, ma sarà una partita bella e difficile sia per noi che per loro – ha puntualizzato Ranieri -. Ringrazio i tifosi della fiducia e per le manifestazioni di affetto, la pressione l’ho sempre avuta altrimenti non avrei scelto di tornare. La squadra ha bisogno di tutti per tornare a fare quello che deve fare, ovvero vincere, non serve un mago… Mi è difficile dire se questa squadra abbia la mentalità giusta o no, io credo che quando perdi entri in una spirale negativa. Loro devono avere fiducia in loro stessi e nei compagni, fare dei risultati di fila: la qualità c’è e la squadra è buona. Dybala? L’ho visto per 20 minuti, lasciatemi parlare con lui e con il fisioterapista, non so quanti allenamenti debba fare prima di stare bene. Sicuramente bisogna aiutarlo, se tutto evidenzia che non c’è niente bisogna capire perché senta dolore. Io ci ho parlato in questi giorni ed è propositivo, ma sono uno di quelli che non vuole rischiare di perdere un giocatore. Abbiamo tre partite in sequenza, voglio capire quello che mi può dare”.
Napoli – Roma, le probabili formazioni
Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Lobotka, McTominay; Politano, Lukaku, Kvaratskhelia
In panchina: Caprile, Contini, Juan Jesus, Marin, Mazzocchi, Folorunsho, Simeone, Ngonge, Neres, Gilmour, Raspadori, Zerbin, Spinazzola
Allenatore: Conte
Indisponibili: nessuno
Squalificati: nessuno
Roma (4-5-1): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka, Angelino; El Shaarawy, Koné, Cristante, Pellegrini, Zalewski; Dovbyk
In panchina: Ryan, Marin, Sangaré, Abdulhamid, Hummels, Dahl, Paredes, Le Fée, Pisilli, Baldanzi, Soulé, Dybala
Allenatore: Ranieri
Indisponibili: Hermoso, Saelemaekers, Shomurodov
Squalificati: nessuno
Lazio – Bologna (ore 20:45, Dazn)
Il posticipo andrà in scena all’Olimpico di Roma, con Lazio e Bologna pronte a sfidarsi in un duello che promette spettacolo. Baroni e Italiano, del resto, non sono certo due tecnici speculativi e difficilmente si limiteranno a contenere all’avversario, anche se la posta potrebbe indurre maggiore prudenza del solito. I biancocelesti hanno l’opportunità di agganciare Inter e Atalanta, i rossoblu di scavalcare il Milan: non male come prospettiva, specialmente ora che il campionato comincia a entrare in una fase piuttosto calda. Sulla carta è favorita la Lazio, se non altro perché all’Olimpico, almeno finora, ha fatto percorso quasi netto (7 vittorie e 1 pareggio tra Serie A ed Europa League), ma l’ultima versione del Bologna ha visto due successi consecutivi lontano dal Dall’Ara, l’ultimo proprio in questo stadio. Il 3-2 sulla Roma pre-sosta, oltre a picconare definitivamente la panchina di Juric, ha riacceso l’entusiasmo in una città che sta faticosamente cercando di dimenticare Thiago Motta: Italiano sa che il compito è difficile, ma anche che una vittoria odierna lo avvicinerebbe all’obiettivo. La sosta ha creato qualche problema a Baroni, costretto a rinunciare a Tavares (sin qui miglior assistman del campionato) e a fare i conti con gli acciacchi di Dia (ma l’allarme malaria è rientrato) e Pedro (gastroenterite), così come al Bologna, alle prese con l’infortunio di Ndoye e l’imminente (e decisivo) impegno di Champions contro il Lille.
Lazio – Bologna, le probabili formazioni
Lazio (4-3-3): Provedel; Lazzari, Gila, Romagnoli, Pellegrini; Guendouzi, Rovella, Vecino; Isaksen, Castellanos, Zaccagni
In panchina: Mandas, Furlanetto, Gigot, Marusic, Patric, Dele-Bashiru, Tchaouna, Pedro, Noslin, Dia
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Tavares, Castrovilli
Squalificati: nessuno
Bologna (4-2-3-1): Ravaglia; De Silvestri, Beukema, Lucumì, Miranda; Freuler, Pobega; Orsolini, Odgaard, Karlsson; Castro
In panchina: Bagnolini, Holm, Posch, Casale, Corazza, Urbanski, Fabbian, Dominguez, Ferguson, Lykogiannis, Moro, Iling Jr, Dallinga
Allenatore: Italiano
Indisponibili: Cambiaghi, El Azzouzi, Erlic, Aebischer, Ndoye, Skorupski
Squalificati: nessuno