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Inter, debutto da sogno di Correa: due gol che valgono la vittoria a Verona

FC Inter

E alla fine ci pensa Correa. L’argentino, vestitosi di nerazzurro giusto un paio di giorni fa, trascina l’Inter alla rimonta sul Verona, regalandole 3 punti d’oro, anzi di platino, in chiave campionato. Fino al suo ingresso in campo, infatti, il risultato era bloccato su un pareggio che, difficilmente, sarebbe mai cambiato: poi però, proprio come nelle storie più belle, ecco il nuovo acquisto dei campioni d’Italia togliersi la tuta, subentrare a Lautaro (anche lui in gol) e regalare ai nuovi compagni una vittoria pesantissima, figlia anzitutto della sua doppietta. Il più felice di tutti, oltre al Tucu ovviamente, è mister Inzaghi, vero deus ex machina dell’acquisto, spesosi in prima persona per averlo in nerazzurro. “Sono contento per lui, è un giocatore che ancora non ha fatto vedere il suo meglio – lo ha elogiato in conferenza stampa -. Ha tutto, tecnica, velocità, tiro, potenza, deve godersi questa serata perché ci darà grandi soddisfazioni”.

Tutti pazzi per Correa insomma, perché questi 3 punti portano evidentemente la sua firma. Fino al suo debutto non era stata una serata semplice per l’Inter, colpita a freddo da uno svarione di Handanovic (15’, Ilic ne ha approfittato con un bel tocco sotto) e ingarbugliata da un Verona coriaceo, bravo a chiuderle tutti gli spazi e a ripartire in contropiede. Per rimettersi in piedi le serviva una giocata e quella è arrivata agli albori della ripresa sull’asse Perisic-Dzeko-Lautaro: rimessa laterale lunga del primo, sponda di testa del secondo, tap-in vincente, sempre di testa, del terzo, per l’1-1 nerazzurro (47’). Lì iniziava una nuova partita, che la squadra di Inzaghi avrebbe potuto vincere subito se Lautaro non avesse calciato fuori un’azione fotocopia dello stesso trio, o l’arbitro Manganiello (ma soprattutto il Var Irrati) non avesse chiuso gli occhi su un rigore piuttosto evidente di Hongla sempre sull’argentino. Ad ogni modo il cronometro è andato avanti impietoso fino al  minuto 74’, quando il tecnico nerazzurro ha deciso di buttare nella mischia Correa.

Il Tucu, arrivato a Milano nella giornata di mercoledì e allentatosi con i nuovi compagni solo alla vigilia del match, ci ha messo 9’ a lasciare il segno, finalizzando con uno splendido colpo di testa una bella azione sull’asse Vidal-Darmian. Già così sarebbe stata una serata speciale per lui, ma a renderla davvero indimenticabile è stato il gol del 3-1, figlio di un sinistro dalla distanza di altissima scuola (94’). Oggi invece, oltre alla Juventus di cui parliamo a parte, sono di scena Lazio e Atalanta, impegnate rispettivamente in casa con Spezia e Bologna (ore 18.30). Partite non proibitive, almeno sulla carta, perché poi il campo è un’altra cosa, specialmente nella parte iniziale della stagione, quando le gambe girano poco e le idee sono ancora in fase d’apprendimento. E’ il caso soprattutto dei biancocelesti, alle prese con la “rivoluzione Sarri” dopo anni con Inzaghi: la vittoria di Empoli ha dimostrato che i numeri ci sono, ma anche alcune difficoltà da non sottovalutare. “Dobbiamo cercare di migliorare in tutti gli aspetti – ha confermato il tecnico toscano -. Sabato scorso ci siamo abbassati troppo, piano piano riusciremo a salire, ma non sarà un percorso di crescita lineare”.

I tifosi si augurano però che i “bassi” non comincino già con lo Spezia, avversario insidioso ma da battere a tutti i costi per non incorrere nel primo scivolone del campionato. Sarri deve fare i conti con gli acciacchi di Luiz Felipe, non al meglio per un problema muscolare, per il resto avrà tutti a disposizione, in attesa che il mercato completi la sua rosa, in entrata e in uscita. All’Olimpico vedremo dunque un 4-3-3 con Reina in porta, Lazzari, Acerbi, Radu e Hysaj in difesa, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva e Luis Alberto a centrocampo, Pedro, Immobile e Felipe Anderson in attacco. Consueto 3-4-3 anche per Thiago Motta, che risponderà con Zoet tra i pali, Nikolaou, Erlic e Hristov nel reparto arretrato, Amian, Bastoni, Maggiore e Ferrer in mediana, Verde, Gyasi e Colley nel tridente offensivo. Anche l’Atalanta cerca il secondo successo consecutivo in campionato, ma per ottenerlo servirà una prestazione decisamente migliore di quella di Torino, quando solo un episodio, per giunta in pieno recupero, le ha permesso di battere i granata. Certo, il Bologna di questo primissimo scorcio di stagione ha mostrato molte crepe, inoltre Gasperini recupera due giocatori importanti come Toloi e Freuler, ma c’è comunque la necessità di rivedere la “vera” Atalanta, quella che, secondo alcuni addetti ai lavori, potrebbe addirittura lottare per lo scudetto.

“A Torino abbiamo avuto difficoltà, spero che questa volta riusciremo a esprimerci al meglio – ha confermato il tecnico nerazzurro -. L’importante è non avere la testa sul mercato, anzi per quanto mi riguarda possiamo già considerarlo chiuso: ora ci serve solo avere entusiasmo”. Focus sul Bologna insomma, che l’Atalanta affronterà con un 3-4-1-2 con Musso in porta, Djimsiti, Demiral e Palomino in difesa, Maehle, Freuler, Pasalic e Gosens a centrocampo, Pessina sulla trequarti, Ilicic e Muriel in attacco. Mihajlovic, rinfrancato dalla vittoria in rimonta sulla Salernitana, tenterà il colpaccio con un 4-2-3-1 che vedrà Skorupski tra i pali, De Silvestri, Medel, Bonifazi e Hickey nel reparto arretrato, Kingsley e Dominguez in mediana, Orsolini, Svanberg e Sansone alle spalle dell’unica punta Arnautovic.

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