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Inter crolla, Atalanta pareggia, Milan vince: Champions al fotofinish

inter.it

L‘ intrigo che non ti aspetti. I risultati della 37esima lasciano aperti, per non dire apertissimi, tutti i discorsi relativi alla Champions, e non solo per quanto concerne il quarto posto. La sconfitta dell’Inter a Napoli infatti, unita al pari tra Juve e Atalanta e al successo del Milan sul Frosinone, fa sì che la classifica sia talmente compatta da rendere impossibile ogni certezza, il tutto a soli 90’ dal termine.

Saranno decisive dunque le sfide del prossimo weekend (orari ancora da definire), con i nerazzurri di Gasperini in casa col Sassuolo, quelli di Spalletti a San Siro con l’Empoli e i rossoneri di Gattuso a Ferrara contro la Spal.

La classifica, più importante che mai a questo punto del campionato, vede strafavoriti i bergamaschi, il cui sogno Champions, per diventare realtà, dista solo un ultimo sforzo con una squadra senza obiettivi come i neroverdi di De Zerbi, comunque capaci di fermare la Roma nell’anticipo di sabato. Una vittoria, ad ogni modo, darebbe loro la matematica qualificazione all’Europa che conta, in barba ai risultati delle ben più quotate milanesi, partite in pompa magna e invece costrette a giocarsi l’obiettivo all’ultimo turno.

Tra le due sarà l’Inter a partire favorita, se non altro perché slegata dai risultati delle altre: il match con l’Empoli però, alla luce di quanto accaduto ieri, non lascia affatto tranquilli. Se i toscani hanno battuto il Torino e legittimato le aspirazioni di salvezza, i nerazzurri si sono fatti asfaltare dal Napoli in un match che ha mostrato tutti i loro limiti, specialmente a livello mentale.

Tra gli azzurri senza obiettivi e l’Inter di Spalletti, infatti, passava un mondo di motivazioni, almeno sulla carta: perché il campo, invece, ha detto tutt’altro, sancendo un 4-1 che non lascia scampo a recriminazioni di nessun tipo. Il risultato del San Paolo (16’ Zielinski, 61’ Mertens, 71’ e 78’ Fabian Ruiz, Icardi su rigore per i nerazzurri) dimostra quanto l’Inter sia ancora lontana dall’essere una grande squadra e questo, a una sola giornata dal termine, non è certo un dato positivo.

“Qui si può perdere ma non così – ha riconosciuto Spalletti – Però siamo ancora padroni del nostro destino, con l’Empoli chi c’è dimostri di avere la personalità di giocarsi una finale, di essere giocatori di una squadra che vuole tornare in Champions. Manteniamo calma e lucidità adesso, questo è l’importante”.

Parole forti, in contrapposizione, ovviamente, con quelle di Ancelotti, più che soddisfatto della prova dei suoi. “La gara di oggi dimostra che abbiamo enormi qualità, ma ci sono state tante altre prestazioni di alto livello – il suo commento – Era importante chiudere bene per dimostrate grande serietà e professionalità. La squadra mi ha dato grandi segnali, ci è mancata un po’ di continuità e motivazione visto l’enorme distacco”.

Molto più prevedibile, invece, il pareggio tra Juventus e Atalanta, che ha permesso alla capolista di festeggiare al meglio lo scudetto e ai nerazzurri di ipotecare la zona Champions. I gol di Ilicic (33’) e Mandzukic (80’) hanno blindato l’1-1 finale, consentendo alla squadra di Gasperini di assestarsi al terzo posto, davanti all’Inter (in virtù degli scontri diretti) e al Milan.

“Chiaro che prima della gara avremmo firmato per un pari, serviva far risultato – le parole de tecnico bergamasco – Quando giochi contro la Juve fare meglio di così è difficile, puoi solo fare peggio. La Champions sarebbe un traguardo clamoroso, ma non dobbiamo pensare di esserci già arrivati”.

Per raggiungerlo basterà battere il Sassuolo all’ultima giornata, un problema che non riguarda Allegri, ormai proiettato verso un futuro lontano da Torino. “Non so chi verrà al mio posto, ma sicuramente la società farà la scelta giusta – le sue parole – Lascio un’ottima squadra fatta di grandi calciatori che è pronta a rivincere in campionato e a rifare una grande Champions perché ce l’ha nella testa e nelle gambe, c’è grande autostima e anche l’ambiente è cresciuto rispetto a quando sono arrivato io cinque anni fa”.

Chi invece, per forza di cose, dovrà appellarsi ai risultati degli altri sarà il Milan, costretto a sperare in un passo falso di Atalanta o Inter per raggiungere l’agognata Champions. Il successo sul Frosinone, infatti, non è bastato per raggiungere il quarto posto e ora, a soli 90’ dalla fine del campionato, non resta che sperare in un aiuto dagli altri campi.

Il 2-0 di San Siro, peraltro, è stato molto meno scontato di quanto non si potesse pensare alla vigilia: basti pensare che Donnarumma, sullo 0-0, ha parato un rigore a Ciano che poteva cambiare le sorti del campionato. Poi, dopo aver scampato il pericolo, ci hanno pensato Piatek (57’) e Suso (66’) a regolare il Frosinone e a fare al Milan tre punti importantissimi, seppur insufficienti, almeno per il momento, a garantire la Champions League.

“Io dico solo che si sono fatte tante chiacchiere, dal primo luglio mi son sentito dire che dovevo lasciare questo club – l’analisi di Gattuso – Oggi parla la classifica, io poi vengo giudicato ma questa squadra ha fatto tanta roba ed è merito dei miei ragazzi che mi hanno seguito. Abbiamo fatto quello che dovevamo, forse abbiamo fallito nel dare la stoccata vincente. Le responsabilità ci sono ma questa rosa ha fatto bene”.

Tutto rimandato al prossimo weekend, quando la classifica, giocoforza, assumerà connotati definitivi. Restano da assegnare due posti per la Champions e un’ultima “casella-retrocessione”, il tutto, come nei migliori film, intrecciato alla perfezione. Ancora 90’, poi sapremo ogni cosa: e i risvolti, evidentemente, faranno sì che nulla sia più come prima.

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