Un brindisi rovinato. Finisce male il 2012 dell’Inter, che a San Siro non va oltre l’1-1 con il Genoa penultimo in classifica. “Il risultato non è positivo – il commento di Stramaccioni subito dopo il match – ma devo fare i complimenti alla squadra perché siamo in un momento particolare: questa sosta arriva al momento giusto. Ora stacchiamo e poi riprenderemo alla grande, ci sono tutte le condizioni per fare un grandissimo 2013”. Benedetto riposo dunque, ma lo stesso si può dire per il mercato invernale, sempre più vicino e simile a un toccasana. I nerazzurri hanno bisogno di pochi ma significativi ritocchi: una punta che possa dare un po’ di respiro a Milito (anche ieri Livaja ha dimostrato di non essere ancora pronto), un centrocampista dai piedi buoni e, possibilmente, un difensore.
“Il vice-Milito può completare un pacchetto evitando che si tiri la croce ad un ragazzo di 20 anni per il gol sbagliato e dando la possibilità di cambiare volto all’attacco – ha ammesso Stramaccioni. – Il centrocampista è un discorso diverso, in certe gare molto equilibrate può essere sufficiente la qualità davanti, in altre, con avversari più chiusi, chi può dare linee di passaggio più difficili può fare la differenza”.
Ieri, tanto per fare un esempio, è stata proprio una gara così, in cui la pochezza tecnica del centrocampo nerazzurro ha avuto il peso di una zavorra sulla manovra generale. Nel primo tempo Cassano ha provato ad accendere la luce, ma il barese non può sempre risolvere le partite da solo e così le occasioni da gol sono mancate quasi del tutto. A rendere difficile la vita all’Inter poi ci ha pensato il Genoa, che si è chiuso nella propria metà campo con l’idea di coprire tutti gli spazi. Stramaccioni, che aveva previsto una gara così, ha provato a sorprendere Delneri schierando Alvarez al posto di Pereira, ma la mossa non ha funzionato e per giunta l’argentino ha avuto un problema muscolare già nel primo tempo.
Nella ripresa il tecnico interista ha provato a sparigliare le carte: fuori Juan Jesus dentro Chivu, con il rumeno avanzato a centrocampo come ai tempi di Mancini. Ma, occasione mangiata da Palacio a parte, i nerazzurri hanno prodotto poco e nulla. E così, quando al 77° il Genoa è incredibilmente passato in vantaggio con Immobile (dribbling su Ranocchia e tiro che ha sorpreso Handanovic), su San Siro sembrava davvero calato il sipario. Le speranze si sono riaccese all’85°, grazie al colpo di testa di Cambiasso, bravo a sfruttare un assist-campanile di Cassano e battere Frey.
Con la forza dei nervi e del cuore i nerazzurri hanno addirittura provato a vincere, e ci sarebbero anche riusciti se Livaja non si fosse letteralmente divorato un gol a porta sguarnita. “Non posso gettare la croce addosso a uno di 20 anni” ha sospirato Stramaccioni, che ora spera in un regalo di Moratti. Il presidente, uscendo da San Siro, ha ammesso sconsolato che “forse 9 punti dalla Juve sono troppi”. Probabilmente ha ragione, ma gettare la spugna a dicembre è molto peggio che continuare a sperare.