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Inter-Atalanta è sfida scudetto, ma il Milan rilancia

Grande attesa per il big match di stasera tra Inter e Atalanta, che può segnare una tappa decisiva nella corsa allo scudetto – Ma il Milan espugna Verona e non molla e anche Roma e Napoli tornano alla vittoria

Inter-Atalanta è sfida scudetto, ma il Milan rilancia

Gli occhi puntati addosso. Tutta l’Italia calcistica, infatti, aspetta con ansia il posticipo tra Inter e Atalanta (ore 20.45), che sembra in grado di poter condizionare il destino dell’intero campionato. Il discorso vale per il Milan, che vincendo a Verona è tornato a soli 3 punti dalla capolista, per la Juve, che spera di potersi reinserire davvero nella corsa al titolo, per Roma e Napoli, che dopo i successi su Genoa e Bologna rivedono la luce in fondo al tunnel, ma soprattutto per Conte e Gasperini, decisi a confrontarsi a viso aperto per dare lustro ai rispettivi obiettivi.

“Sarà una partita difficilissima – ha confermato Conte in conferenza stampa – Loro sono una grande realtà, che ha creato problemi a tutte le big in Italia e in Europa, Gasperini sta facendo un lavoro straordinario. Noi ora favoriti per lo scudetto? Per me non cambia nulla, le mie squadre giocano sempre per vincere a prescindere dal ruolo con cui partono…”.

“Incontriamo una squadra meritatamente prima in classifica, ha un buon distacco e ha cambiato marcia nelle ultime settimane – ha ribattuto Gasperini – È sicuramente la candidata per vincere il campionato, ma 13 giornate sono ancora tante… Non abbiamo mai vinto a San Siro contro l’Inter, se c’è una legge dei grandi numeri prima o poi arriverà la volta buona”.

La sfida è affascinante e non solo per ragioni di classifica: a San Siro, infatti, si affrontano i due migliori attacchi del campionato, il che farebbe pensare a una partita divertente e spettacolare. Certo, la posta in palio è alta, ragion per cui è possibile che le squadre, almeno all’inizio, decidano di studiarsi e non affrontarsi subito “all’arma bianca”, ma l’indole si può cambiare fino a un certo punto. Entrambe poi avranno una settimana libera da impegni, dunque utilizzeranno le migliori formazioni possibili, al netto degli infortuni.

Conte sceglierà il classico 3-5-2 con Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen e Perisic a centrocampo, Lukaku e Lautaro Martinez in attacco. 3-4-1-2 tipo anche per Gasperini, che risponderà con Gollini tra i pali, Toloi, Romero e Djimsiti nel reparto arretrato, Maehle, Freuler, De Roon e Gosens in mediana, Pessina alle spalle della coppia offensiva composta da Muriel e Zapata.

Tanti, come detto in precedenza, gli spettatori interessati, a cominciare dal Milan, uscito vittorioso dalla temibile trasferta di Verona. Il 2-0 del Bentegodi pesa tanto, perché ottenuto nonostante le tantissime assenze (ieri mattina, agli infortunati già noti, si sono aggiunti anche Hernandez e Tonali) e dunque indice di compattezza e organizzazione tattica. L’Hellas di Juric, considerato a ragion veduta un’ammazza grandi, non è riuscito a fare un tiro in porta, finendo per essere soggiogato da un Diavolo senza stelle, eppure capace di colpire con due grandi giocate. La prima, una splendida punizione di Krunic sotto l’incrocio (27’), ha sbloccato l’empasse, la seconda, un bel tiro incrociato di Dalot (50’), ha blindato la vittoria, regalando a Pioli una bella dose di serenità in vista della prestigiosa trasferta di Manchester.

“Siamo un gruppo forte anche quando mancano giocatori importanti – il commento raggiante di Pioli – Le difficoltà ci aiutano a crescere e stiamo migliorando per aumentare le nostre qualità, ma abbiamo dimostrato di esserci. Guardiamo solo a noi stessi, siamo consapevoli delle nostre qualità, adesso ci aspetta una gara stimolante in Europa League, ma siamo pronti”.

Vittoria importante anche per la Roma, tornata in versione “dottor Jekyll” al cospetto di una medio-piccola come il Genoa. I giallorossi sono i migliori con le squadre della parte destra della classifica, ma ieri dovevano fare i conti con numerose assenze di prestigio, come Dzeko, Kumbulla, Ibanez, Veretout e quelle per scelta tecnica di Mkhitaryan e Spinazzola, lasciati a riposo in vista dello Shakhtar. Per avere ragione dei rossoblù è stato sufficiente un gol di Mancini di testa (24’), dopodiché diverse occasioni, un gol annullato a Borja Mayoral per fuorigioco e qualche brivido procurato da un avversario mai del tutto domo.

“Mi aspettavo una partita difficile, specialmente nel primo tempo non si trovava lo spazio giusto – l’analisi di Fonseca – Abbiamo vinto bene contro un buon avversario, la squadra sta bene, inoltre abbiamo gestito dei giocatori che sono stanchi e che giocano sempre”.

A proposito di successi pesanti, quello del Napoli rientra di diritto nella categoria. Il 3-1 sul Bologna cancella, almeno in parte, l’amarezza post Sassuolo, ma soprattutto ridà smalto alla classifica, che lo vede ora a soli 3 punti dal quarto posto, ma con una gara in meno. Vincere era assolutamente obbligatorio, altrimenti il trittico Milan-Juve-Roma in arrivo avrebbe avuto poco senso, mentre ora assume contorni piuttosto interessanti: gli azzurri sanno che sarà durissima, ma quantomeno potranno decidere la loro stagione senza dipendere da nessuno. Inoltre sono arrivate risposte importanti dai leader del gruppo, Insigne su tutti, ma anche Zielinski e Osimhen, di nuovo gol esattamente un girone dopo l’ultimo. Il capitano era uscito furibondo da Reggio Emilia, urlando parole pesanti verso i compagni, ma ieri ha voluto dare il buon esempio sin dai primi minuti, sbloccando il match con un destro dei suoi (8’). Al 22’ l’ennesimo infortunio di Ghoulam (problema muscolare) costringeva Gattuso a cambiare il suo Napoli, ma lo spartito rimaneva sostanzialmente invariato, nel bene e nel male.

Nel bene, perché la produzione offensiva restava di assoluto livello, nel male, visti i consueti svarioni difensivi di una squadra troppo lunga, sempre alle prese con i cosiddetti problemi di distanze. E così, dopo il 2-0 di Osimhen in campo aperto (65’), il Napoli subiva gol da Soriano (73’), rischiando l’ennesimo finale thrilling della stagione. Poi però saliva in cattedra Insigne, che chiudeva ogni discorso con il tiro del definitivo 3-1 (76’), prima di abbandonare il campo tra gli applausi di compagni e allenatore. Ora tutti sul divano a vedere Inter-Atalanta, con la consapevolezza che da stasera, alle 22.40 circa, nulla sarà più come prima.

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