Una dice definitivamente addio alla Champions, l’altra mette a rischio perfino l’Europa League. Non c’è davvero pace per la Milano del calcio, costretta a fare i conti con un’altra giornata fallimentare, l’ennesima di una stagione con pochi alti e molti, moltissimi bassi. L’Inter rimedia una sconfitta dolorosa contro la Lazio di Simone Inzaghi, il Milan non va oltre un pareggio interno contro il Frosinone che però, classifica alla mano, è più o meno la stessa cosa.
Il flop più inaspettato è sicuramente quello dei nerazzurri, se non altro perché, rispetto ai cugini, venivano da un periodo molto più positivo. Invece dall’Olimpico è arrivato un brutto stop, a conferma di una continuità mai arrivata e ormai rimandata alla prossima stagione.
“L’approccio alla partita è stato pessimo, la sconfitta è meritata – il commento di Mancini. – Non si può scendere in campo in questo modo, difettiamo in personalità e qualità sotto porta. Certi errori si pagano cari, so che molti ragazzi sono giovani ma bisogna crescere in fretta. Non credo sia tutto da buttare, l’ho detto alla vigilia e lo ripeto ancora: sicuramente non eravamo da scudetto ma credo che una base ci sia, bisogna puntellarla con pochi elementi ma di livello”.
Faccia scura quella del tecnico di Jesi, in perfetta sintonia con la partita dei suoi. La Lazio (ora a 4 punti dal sesto posto) si è impadronita del campo fin dall’inizio, tanto che il vantaggio è arrivato dopo appena 8’: bello scambio Klose – Lulic e tocco morbido del tedesco a beffare Handanovic. La reazione dell’Inter ha prodotto un giro palla abbastanza sterile, tanto che a fine primo tempo lo score delle occasioni registrava un tiro di Jovetic e uno di Kondogbia murato da Gentiletti.
Nella ripresa Mancini ha provato a rianimare i suoi inserendo Biabiany ma il prodotto non è cambiato: controllo palla senza creare quasi nessun pericolo. Tutto il contrario della Lazio, disegnata sempre meglio da Simone Inzaghi: baricentro basso e possesso palla verticale a scatenare la velocità di Candreva e Keita. Mosse azzeccatissime, tanto che il raddoppio è arrivato proprio su un rigore procurato dal senegalese (nell’occasione espulso Murillo per doppio giallo) e trasformato dall’italiano (84’).
Domenica decisamente negativa anche per il Milan, fermato dal Frosinone e superato in classifica dal Sassuolo. Il 3-3 (in rimonta) di San Siro vuol dire settimo posto, dunque, almeno per il momento, un’altra stagione fuori dalle coppe. Logica conseguenza di un ruolino sconfortante: solo 2 i punti raccolti tra Carpi, Verona e Frosinone, vale a dire la parte più bassa (Palermo escluso) della classifica.
Ed è andata pure bene, perché fino al recupero inoltrato la squadra di Stellone era in vantaggio e solo un rigore generosissimo ha permesso ai rossoneri di trovare il pareggio. Il 3-3 finale però non cambia la sostanza, come testimoniato alla perfezione dai fischi di un San Siro semivuoto e arrabbiato: il fallimento della stagione è vicino, anzi vicinissimo a diventare realtà.
“Prendere 3 gol in casa dal Frosinone non è da Milan – ha sospirato Brocchi. – Siamo andati in svantaggio al primo tiro in porta e questo ha creato subito sconforto, poi abbiamo reagito e creato tante occasioni. I problemi ci sono, è inutile negarlo, io però cerco di vedere positivo”. Difficile dar corda al ragionamento del tecnico rossonero: il suo Milan, se possibile, sta facendo ancora peggio di prima, a testimonianza che i guai non dipendevano certo da Mihajlovic.
Anche ieri si sono visti tutti i limiti di una squadra costruita male e non adatta al calcio champagne tanto amato da Berlusconi, tradotto in un 4-3-1-2 senza logica né equilibri. Il Frosinone ha provato ad approfittarne e al 2’ era già in vantaggio: tiro di Paganini da fuori area e primo dolore della giornata per Donnarumma. Il portiere rossonero, solitamente tra i migliori, si confermava in giornata no al 44’, quando incassava il raddoppio su una punizione dalla lunghissima distanza di Kragl.
Il peggio veniva fuori a inizio secondo tempo: Massa concedeva il primo rigore del pomeriggio al Milan (decisione giusta) ma Balotelli se lo faceva parare, scatenando così la contestazione di San Siro. Questa veniva placata appena da Bacca (50’, tap-in a porta sguarnita dopo un’indecisione di Bardi), riesplodeva nuovamente dopo l’1-3 di Dionisi (54’, errore clamoroso di Alex), tornava sotto i livelli di guardia tra il 74’ e il 92’, dopo che Antonelli (gran gol in semi rovesciata) e Menez (su rigore molto dubbio) fissavano il risultato sul 3-3.
Un pareggio che equivale a una sconfitta, sia per la classifica che per il morale. La corsa all’Europa rischia di dipendere solo dalla finale di Coppa Italia, obiettivo che, al momento, sembra quasi impossibile da raggiungere.