Monito del premier britannico Rishi Sunak sui rischi e pericoli dell’intelligenza artificiale alla vigilia del primo summit mondiale sull’IA, da lui fortemente voluto, che si terrà il 1 e 2 novembre in un luogo storico per la tecnologia, Bletchley Park. Qui infatti, Alan Turing, matematico e precursore dell’informatica, riuscì a decifrare Enigma, la macchina utilizzata dai tedeschi per cifrare e decifrare messaggi durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’intelligenza artificiale porterà a “nuova conoscenza, nuove opportunità di crescita economica, nuovi progressi nelle capacità umane e la possibilità di risolvere problemi che una volta pensavamo irrisolvibili” ma anche a “nuovi pericoli e nuove paure” ha affermato Sunak in un discorso a Londra annunciando anche la creazione del primo istituto al mondo per la sicurezza dell’intelligenza artificiale.
I pericoli dell’intelligenza artificiale
Un rapporto governativo redatto da 50 esperti ha sottolineato che l’IA potrebbe rappresentare una “minaccia esistenziale” in futuro. Sunak ritiene perciò che sia necessario affrontare questi timori fin da ora per garantire la “massima tranquillità” dei cittadini.
Questo perché l’IA potrebbe essere utilizzata non solo per frodi e attacchi informatici ma entro il 2025 potrebbe essere in grado di potenziare la capacità dei gruppi terroristici nello sviluppo di armi, nella pianificazione di attacchi e nella diffusione di materiale di propaganda.
“Se si sbaglia – afferma Sunak – l’intelligenza artificiale potrebbe facilitare la costruzione di armi chimiche o biologiche. I gruppi terroristici potrebbero usare l’IA per diffondere paura e distruzione su scala ancora maggiore. I criminali potrebbero sfruttarla per attacchi informatici, disinformazione, frodi o persino abusi sessuali su minori. E nei casi più improbabili ed estremi, c’è persino il rischio che l’umanità possa perdere completamente il controllo, attraverso il tipo di IA talvolta definito superintelligenza”.
E entro il 2030 i rischi includerebbero anche la “disinformazione di massa” e il supporto ai terroristi nello sviluppo di armi biologiche.
Regno Unito: nasce il primo centro al mondo per la sicurezza dell’IA
Nascerà quindi nel Regno Unito il primo centro mondiale che lavorerà su come rendere sicura l’intelligenza artificiale. Il centro si concentrerà sull’analisi, la valutazione e il test di nuovi modelli di IA per contribuire alla conoscenza globale sull’argomento.
Il nuovo istituto “farà avanzare la conoscenza mondiale sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale ed esaminerà, valuterà e testerà attentamente nuovi tipi di AI in modo da comprendere di cosa è capace ogni nuovo modello. Nell’istituto si esploreranno tutti i rischi derivanti dai danni sociali come pregiudizi e disinformazione, fino alla i rischi più estremi che riguarderanno tutti noi”, ha dichiarato Rishi Sunak.
Sunak punta a far diventare il Regno Unito leader dell’IA
La creazione del primo centro per la sicurezza e il prossimo summit mondiale sull’IA hanno un compito ben preciso: far diventare il Regno Unito il leader globale nella regolamentazione dell’IA. Obiettivo chiaramente espresso dal premier britannico Sunak. Resta tuttavia da capire quanto sostegno ci sia dietro a queste intenzioni.
Il Regno Unito prevede significativi investimenti nella tecnologia, riconoscendo i notevoli vantaggi potenziali, specialmente nelle aree mediche e scientifiche, ma vi è prima la necessità di farli diventare ambienti sicuri.
Gli obiettivi del Summit
Il Summit mondiale dell’IA del 1 e 2 novembre a Bletchley Park vedrà la presenza di istituzioni, partner internazionali, esperti di IA, aziende tecnologiche e società civile. Ci saranno circa 100 ospiti tra cui il CEO di Google DeepMind, Demis Hassabis, e il Vice Presidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Al vertice dovrebbero partecipare anche i cinesi perchè, come per il clima, “non si può prescindere da Pechino. Non si può avere una seria strategia senza il coinvolgimento della Cina, anche se non è la cosa più facile da fare” ha affermato Sunak. Cina che è stata la prima nazione a dotarsi di regole sull’intelligenza artificiale. L’Unione Europea con l’Ai Act, invece, è in via di definizione.
Il governo inglese ha definito cinque obiettivi chiave del summit:
- Una comprensione condivisa dei rischi posti dall’IA e della necessità di come agire
- Un processo avanzato per la collaborazione internazionale sulla sicurezza dell’IA e come supportare i quadri nazionali e internazionali.
- Le misure adeguate che le singole organizzazioni dovrebbero adottare per aumentare la sicurezza dell’IA
- Le aree di potenziale collaborazione sulla ricerca sulla sicurezza dell’IA, inclusa la valutazione delle capacità dei modelli e lo sviluppo di nuovi standard a supporto della governance
- Mostrare come garantire lo sviluppo sicuro dell’IA consentirà all’IA di essere utilizzata per scopi benefici a livello globale
Onu crea un comitato per l’IA
Anche l’Onu scende in campo sul tema, creando un Comitato per l’Intelligenza Artificiale con circa 40 esperti provenienti da diverse aree, con l’obiettivo di sviluppare regole comuni sull’AI. Il comitato è presieduto da Amandeep Singh Gill, inviato per la tecnologia dell’Onu, e comprende esperti provenienti dalla ricerca, politica e terzo settore. Nel comitato c’è anche una presenza italiana con padre Paolo Benanti, docente alla Pontificia università gregoriana.
Il comitato affronterà sfide legate a diverse prospettive, tra cui valori e formazioni diverse, cercando di scrivere una strategia ampia sull’AI. Uno degli obiettivi è valutare i rischi e i benefici dell’IA e come può contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile e promozione della cooperazione internazionale.
Da chiarire per il futuro se il comitato sull’IA assumerà una forma permanente, simile all’agenzia per l’energia atomica, o se rimarrà un gruppo di esperti di alto livello, simile al panel intergovernativo sul cambiamento climatico.