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Intelligenza artificiale, SoftBank pronta ad investire fino a 25 miliardi di dollari in OpenAi

Dopo i 15 miliardi già investiti nel progetto Stargate, SoftBank starebbe valutando un ulteriore investimento tra i 15 e i 25 miliardi di dollari in OpenAI. Con questa operazione il colosso nipponico diventerebbe il principale finanziatore dell’azienda di intelligenza artificiale superando Microsoft

Intelligenza artificiale, SoftBank pronta ad investire fino a 25 miliardi di dollari in OpenAi

SoftBank, il colosso finanziario giapponese, è in trattative avanzate per un investimento che potrebbe variare tra i 15 e i 25 miliardi di dollari in OpenAI, consolidandosi così come il principale finanziatore della celebre società di intelligenza artificiale, superando l’investimento di 13 miliardi effettuato da Microsoft. Questa mossa si affianca ai 15 miliardi già destinati a Stargate, la joint venture creata la scorsa settimana tra OpenAI, SoftBank e Oracle, concepita per potenziare la capacità computazionale necessaria allo sviluppo di intelligenze artificiali come ChatGPT, si prefigge di rispondere alla crescente domanda di potenza di calcolo nel settore.

Se l’accordo dovesse concretizzarsi, l’impegno complessivo di SoftBank nei confronti di OpenAI potrebbe superare i 40 miliardi di dollari, consolidando ulteriormente la posizione del gruppo nipponico in un settore in rapida espansione. Non si tratta della prima incursione di SoftBank in OpenAI: già nel 2023, infatti, il gruppo giapponese aveva acquisito una partecipazione di 2 miliardi di dollari. Con questo nuovo investimento, SoftBank punta a diventare un attore fondamentale nell’architettura delle infrastrutture necessarie per sostenere la crescente domanda di potenza di calcolo nell’era dell’intelligenza artificiale.

L’annuncio ha avuto un impatto sui mercati asiatici: i titoli delle aziende di semiconduttori, come Advantest Corp. sono saliti mentre le azioni di SoftBank hanno visto una flessione dell’1% a Tokyo, segno di una certa cautela tra gli investitori.

Masayoshi Son e la strategia sull’intelligenza artificiale

Questo investimento si inserisce perfettamente nella visione a lungo termine di Masayoshi Son, fondatore e Ceo di SoftBank, che intende consolidare la leadership del gruppo nel settore dell’intelligenza artificiale. L’operazione è vista come un passaggio cruciale per rafforzare l’influenza dell’azienda sulle tecnologie emergenti e costruire un’infrastruttura globale capace di supportare l’espansione dell’IA su larga scala.

Il colosso giapponese aveva già tentato, con risultati alterni, di consolidare la propria posizione nel mercato dell’intelligenza artificiale, un settore in cui il Vision Fund del gruppo ha effettuato investimenti poco costanti. Son e il Ceo di OpenAI, Sam Altman, condividono una visione comune sull’evoluzione dell’IA, focalizzandosi in particolare sulla carenza di semiconduttori, un fattore cruciale per il progresso della tecnologia.

OpenAI e la necessità di diversificare gli investitori

Dalla sua fondazione nel 2015, OpenAI ha raccolto circa 20 miliardi di dollari in finanziamenti, di cui 13 miliardi provengono da Microsoft, il suo principale investitore. Da tempo, però, Altman sta cercando di ridurre la dipendenza da Microsoft, esplorando nuove fonti di capitale per garantire maggiore autonomia strategica.

L’ingresso di SoftBank rappresenterebbe una mossa importante per rafforzare OpenAI in un mercato sempre più competitivo, dove nuovi attori come la cinese DeepSeek si stanno facendo strada con soluzioni più economiche. Finora, la società ha fatto affidamento principalmente su Microsoft per il supporto cloud e l’infrastruttura computazionale, ma l’espansione dei data center è ora una delle sue priorità per il futuro.

Progetto Stargate: tra ambizione e incertezze

Stargate è, invece, l’ambizioso progetto lanciato da Trump che mira alla creazione di data center avanzati per soddisfare la crescente domanda di potenza computazionale nell’intelligenza artificiale. L’iniziativa, sviluppata da OpenAI in collaborazione con Oracle e MGX (sostenuta da Abu Dhabi), prevede un investimento iniziale di 100 miliardi di dollari, con l’obiettivo di arrivare a 500 miliardi di dollari entro quattro anni.

Nonostante la portata imponente, il progetto solleva alcune perplessità riguardo alla sua fattibilità e alla trasparenza dei finanziamenti. Personalità di spicco del settore, come Elon Musk, hanno già sollevato dubbi, evidenziando le difficoltà legate alla carenza di semiconduttori e ai consumi energetici necessari per alimentare data center su larga scala.

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