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Intelligenza Artificiale: che cos’è realmente e qual è la sua storia. Un report dell’Università di Stanford

Non si fa che parlare di AI. Ma com’è lo stato dell’arte? L’analisi dell’AI Index. Ecco le ultime novità sulla tecnologia del futuro fino al duello tra Microsoft e Google

Intelligenza Artificiale: che cos’è realmente e qual è la sua storia. Un report dell’Università di Stanford

Il successo di ChatGpt e delle nuove applicazioni di intelligenza artificiale ha fatto balzare agli onori della cronaca questa nuova tecnologia. Ma di cosa parliamo con intelligenza artificiale? Prendendo come definizione quella del Parlamento Europeo per intelligenza artificiale s’intende l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. L’intelligenza artificiale permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi, e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati (già preparati o raccolti tramite sensori, come una videocamera), li processa e risponde.

Per capire l’evoluzione di questa tecnologia ci viene in aiuto l’Università di Stanford che, attraverso il suo Human-Centered Artificial Intelligence (HAI), ne traccia la crescita nel corso degli anni. E, secondo l’Università, il 2021 è stato l’anno della svolta: “Il 2021 è stato l’anno in cui l’IA è passata da una tecnologia emergente a una tecnologia matura: non si tratta più di una parte speculativa della ricerca scientifica, ma di qualcosa che ha un impatto nel mondo reale, sia positivo che negativo”, ha commentato Jack Clark, co-presidente dell’AI Index.

Cos’è l’AI Index Report?

L’AI Index Report è un rapporto annuale redatto dall’Institute for Human-Centered Artificial Intelligence (HAI) dell’Università di Stanford. Giunto alla quinta edizione, lo studio analizza le principali tendenze e lo stato dell’arte sull’intelligenza artificiale. Vengono tracciati, raccolti e analizzati i dati all’avanzamento dell’IA.

Il rapporto è scritto da esperti provenienti dal mondo accademico e industriale. Si propone di analizzare l’IA con un approccio centrato sull’uomo e le conseguenze del suo impatto etico sulla società. I temi trattati coprono tutte le aree inerenti alla tecnologia come la ricerca e lo sviluppo, le prestazioni tecniche o le leggi prodotte.

Gli elementi chiave dell’AI Index Report 2022

“Il report di quest’anno ci dice che l’AI viene integrata nell’economia e i suoi effetti stanno iniziando a diventare globali attraverso la ricerca, l’implementazione e anche i finanziamenti”, spiega Jack Clark. Dal rapporto si possono individuare alcuni punti chiave:

Nel 2021, gli investimenti privati hanno raggiunto la cifra record di 93,5 miliardi di dollari, pari al doppio del totale degli investimenti nel 2020. Diminuiscono, invece, il numero di nuove aziende che ricevono finanziamenti: dalle 1051 del 2019 a sole 746 nel 2021. Aumenta la crescita del valore dei singoli investimenti: se nel 2020 erano stati 4 i round di finanziamento del valore di 500 milioni o più di dollari, nel 2021 sono stati 15.

Un dato interessante che esce dal report è quello riguardante la stretta collaborazione nel settore tra Stati Uniti e Cina. Nonostante le crescenti tensioni geopolitiche, infatti, dal 2010 al 2021 gli Stati Uniti e la Cina hanno collaborato molto su temi riguardanti l’intelligenza artificiale risultando essere i maggiori paesi a collaborare nel settore. Basti pensare che la seconda cooperazione più alta, quella tra Regno Unito e Cina, ha prodotto circa 2,7 volte in meno di pubblicazioni.

I modelli linguistici sono sempre più capaci ma anche condizionati dai pregiudizi con cui sono addestrati. Infatti, i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) e gli algoritmi di apprendimento profondo (Deep Learning) nonostante siano addestrati su enormi quantità di dati, si rivelano, comunque, ancora incapaci di superare i “bias” con cui vengono addestrati. In pratica, con il tempo, i sistemi stanno diventando sempre più efficienti, ma all’aumentare delle loro capacità cresce anche la potenziale gravità dei loro pregiudizi.

Aumenta anche il bisogno di dati. A partire dal 2021, 9 sistemi di AI all’avanguardia dei 10 presi in esami sono addestrati con dati aggiuntivi. Questo favorisce implicitamente gli attori del settore privato che hanno accessi agli vari asset di dati.

Cresce l’importanza delle questiona etica dell’intelligenza artificiale. Dal 2014 le pubblicazioni correlate all’argomento sono aumentate di cinque volte. La ricerca sull’equità e la trasparenza nell’IA è esplosa dal 2014, con un aumento di cinque volte delle pubblicazioni correlate alle conferenze sull’etica. L’equità algoritmica e il pregiudizio sono passati dall’essere principalmente una ricerca accademica a diventare saldamente radicati come argomento di ricerca tradizionale con implicazioni ad ampio raggio. I ricercatori con affiliazioni industriali hanno contribuito con il 71% in più di pubblicazioni anno su anno alle conferenze incentrate sull’etica negli ultimi anni. “Man mano che i sistemi di intelligenza artificiale diventano sempre più capaci, diventa fondamentale misurare e comprendere i modi in cui possono perpetuare i danni“, afferma Helen Ngo, ricercatrice e coautrice del capitolo dedicato all’etica dell’AI.

A livello globale, con l’evoluzione dell’AI, comincia ad espandersi anche la regolamentazione a riguardo. Dal 2015 a oggi nelle legislature di 25 Paesi in tutto il mondo sono stati approvati 18 volte più progetti di legge relativi all’AI. Le menzioni dell’AI sono aumentate di 7,7 volte negli ultimi sei anni. Solo gli Stati Uniti hanno proposto 130 leggi nel 2021 ( nel 2015 era stata solo una). Ancora basso però i progetti di legge approvati con solo il 2% che alla fine è diventato legge negli ultimi sei anni. Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno approvato il maggior numero di progetti di legge relativi all’IA nel 2021, con tre adottati ciascuno.

Dal 2018 sono diminuiti i costi dell’AI (-63,3%) mentre aumentano le prestazioni con tempi di addestramento migliorati del 94,4%. La tendenza di abbassamento dei costi riguarda categorie come l’elaborazione del linguaggio e il rilevamento di oggetti. Fattori che favoriscono così l’adozione commerciale delle tecnologie IA.

Anche la ricerca robotica è diventata più accessibile e conveniente. Il prezzo medio dei bracci robotici è diminuito del 46,2% negli ultimi cinque anni, da 42.000 dollari per braccio nel 2017 a 22.600 dollari nel 2021.

La sfida tecnologica tra Microsoft e Google

La corsa all’intelligenza artificiale è più viva che mai, con i colossi delle Big Tech, pronte a sfidarsi su quella che è ritenuta la nuova frontiera della tecnologia. In particolare Microsoft e Google hanno iniziato a sfidarsi per il predominio nel campo.

Microsoft ha anticipato le mosse dei rivali investendo 10 miliardi in OpenAI, l’azienda madre di ChatGPT e ritenuta uno dei tre maggiori laboratori al mondo per l’intelligenza artificiale. L’investimento ha permesso all’azienda di Redmond di integrare la piattaforma AI nella sua struttura. Adesso, ChatGPT è utilizzabile attraverso il motore di ricerca Bing ed è stato integrato in anche Microsoft Teams. L’obiettivo di assaltare l’egemonia (e il mercato) del motore di ricerca dominato da Google è iniziato. E i numeri promettono bene: a livello globale sono decuplicati i download che hanno coinvolto non soltanto l’applicativo del motore di ricerca, ma anche di riflesso il browser di casa Microsoft, Edge. Intanto ChatGPT ha raggiunto numeri stratosferici: a soli due mesi dal lancio ha raggiunto 100 milioni di utenti attivi mensili aggiudicandosi il titolo di applicazione consumer in più rapida crescita nella storia.

Google si è fatta cogliere impreparata dalle mosse dell’azienda di Redmond. Ha richiamato i suoi pionieri, Larry Page e Sergej Brin, e ha velocizzato il suo programma di AI. Nei giorni scorsi Google ha annunciato un’investimento da 300 milioni di dollari nella start-up di AI, Anthropic.

Arrivata anche la risposta a ChatGPT con l’introduzione di Bard, il suo Chatbot. Bard si pone come obiettivo quello di generare risposte dettagliate a domande semplici. Il suo funzionamento si basa sul linguaggio LaMDA, il Language Model for Dialogue Applications. La presentazione di Bard si è pero mostrata un clamoroso autogol per l’azienda: nel video promozionale per il lancio dell’AI, Bard ha sbagliato completamente nel rispondere a una domanda sul telescopio James Webb. Una figuraccia che ha fatto perdere in un solo giorno 100 miliardi di dollari di capitalizzazione con le azioni di Alphabet, la controllante di Google, che hanno perso in Borsa l’8%. Un duro colpo per il colosso di Mountain View.

La sfida tecnologica è però solo all’inizio. Ne vedremo ancora delle belle.

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