Mentre il mondo sta ancora cercando di digerire l’impatto del successo di DeepSeek, ecco che dalla Cina arriva una nuova intelligenza artificiale destinata a scuotere ulteriormente le acque. A lanciare questa novità è Alibaba, colosso dell’e-commerce, che ha presentato una nuova versione del suo modello Qwen 2.5, dichiarando prestazioni superiori anche allo stesso DeepSeek-V3.
La tempistica di questo rilascio, avvenuto proprio nel primo giorno delle festività per il Capodanno Lunare, quando la maggior parte dei cinesi è in ferie e in famiglia, non è casuale. Il messaggio è chiaro: la concorrenza di DeepSeek è così frizzante che nemmeno le festività possono rallentarla.
Nel suo annuncio ufficiale su WeChat, Alibaba ha dichiarato che il nuovo modello Qwen 2.5-Max ha battuto in performance modelli come GPT-4, DeepSeek-V3 e Llama-3.1-405B. A differenza, però, di DeepSeek, Alibaba non ha ancora rilasciato i dettagli sui benchmark specifici, creando qualche incertezza tra gli esperti.
Scende in campo anche ByteDance
Ma Alibaba non è l’unico gigante cinese che si sta preparando a sfidare DeepSeek. Anche ByteDance, la società madre di TikTok (in attesa ancora di conoscere il suo destino negli Usa), ha aggiornato il suo modello di intelligenza artificiale, vantando di aver superato l’O1 di OpenAI nel test Aime, un benchmark che misura la capacità dei modelli di AI di rispondere a istruzioni complesse. La sfida tra questi colossi è un segnale evidente di come la Cina stia diventando il centro nevralgico della competizione nell’IA, con una crescita che mette sempre più sotto pressione anche i giganti tecnologici statunitensi.
A confermare l’importanza di questa battaglia è anche Donald Trump, che recentemente ha lanciato un “campanello d’allarme” per le aziende americane. Secondo l’ex presidente, il successo dell’IA cinese rappresenta una seria minaccia per la leadership tecnologica degli Stati Uniti. “Il lancio di DeepSeek, l’intelligenza artificiale di un’azienda cinese, dovrebbe far riflettere i nostri settori. Dobbiamo concentrarci al massimo sulla competizione per vincere”, ha dichiarato.
DeepSeek, l’app non è più scaricabile in Italia, cosa sta succedendo?
Nel frattempo, in Italia, l’app di DeepSeek non è più disponibile negli store di Apple e Google. Il servizio di intelligenza artificiale generativa cinese non è infatti più scaricabile, anche se il sito web rimane attivo, seppur con alcuni rallentamenti. Il Garante per la Privacy italiano ha avviato un’indagine, inviando una richiesta di chiarimenti a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le aziende che gestiscono il servizio di chatbot. L’autorità ha chiesto di confermare quali dati personali vengono raccolti, da quali fonti provengano, come vengano utilizzati e se siano conservati su server situati in Cina. Le due società hanno 20 giorni per rispondere.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, l’app di DeepSeek ha raggiunto numeri impressionanti, con oltre 1,2 milioni di download su Google Play e più di 1,9 milioni sull’App Store a livello globale, secondo i dati di AppFigures. Ma oltre all’indagine sulla privacy, DeepSeek è stata anche accusata da OpenAI di aver copiato il modello di ChatGPT. Ma non solo, ci sono anche problemi di sicurezza. Con il boom della sua IA, la startup ha subito numerosi attacchi informatici, mettendo a rischio i dati degli utenti e sollevando nuovi interrogativi sulla protezione delle informazioni personali. Per questo motivo, la società rimane sotto stretta osservazione.
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