Instagram apre le porte agli abbonamenti a pagamento. Il social network di proprietà di Mark Zuckerberg ha lanciato un test per una nuova modalità di abbonamento che consente agli influencer di offrire ai propri follower – a pagamento – contenuti esclusivi. Una caratteristica popolare già seguita da OnlyFans, Patreon e la piattaforma di newsletter Substack. L’obiettivo è quello fidelizzare gli utenti più seguiti, fornendo una sorta di ricompensa diretta dall’app per supportare la propria attività.
Attualmente, solo 10 influencer statunitensi, con decine di migliaia di seguaci ciascuno, hanno ottenuto l’accesso alla nuova funzione. Tra loro ci sono la giocatrice di basket Sedona Prince, la modella Kelsey Cook, l’attore-influencer Alan Chikin Chow, la ginnasta olimpica Jordan Chiles, gli influencer “della spiritualità” Bunny Michael e Aliza Kelly, l’attore Jack Jerry, i creatori digitali Lonnie IIV, Don Allen Stevenson III e Elliott Norris.
I creatori di contenuti selezionati saranno in grado di fornire esclusive sessioni di live stream, storie e badge agli abbonati paganti che saranno segnalati dalla tonalità di viola, in modo che gli influencer possano identificarli più facilmente nei commenti o messaggi privati. Una mossa che “aiuterà i creatori a guadagnare di più”, ha detto Mark Zuckerberg, Ceo della società madre Meta, in un post di Facebook. I costi dell’abbonamento andranno da un minimo di 99 centesimi a 99,99 dollari al mese.
Inoltre, sia gli influencer che i follower saranno in grado di offrire un feedback a Instagram prima che le sottoscrizioni vengano diffuse su larga scala ed essere disponibili per tutti nei prossimi mesi.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze nel mondo dei social? Da un lato consente agli utenti più famosi di poter sostenere economicamente il loro lavoro sui social network, dall’altro però ci si dirige verso una relazione più univoca e indiretta tra influencer e follower, molto diversa dalla semplice condivisione di contenuti per cui queste piattaforme erano state concepite all’origine.
Anche il Ceo di Instagram, Adam Mosseri, è intervenuto sottolineando la necessità di introdurre strumenti di monetizzazione per aiutare i creatori di contenuti a guadagnare di più. E che gli abbonamenti sono uno dei modi migliori per avere un reddito “sicuro e prevedibile”, un modo che non è legato “alla quantità di reach che si ottiene su un dato post”, ossia il numero totale di persone che vedono i contenuti.
Ma non sono le uniche novità. A quanto detto da Mosseri emerge la volontà di dare una vera e propria “svecchiata” al popolare social network nell’ottica di restare al passo con i tempi e le tendenze in costante evoluzione ma soprattutto con gli altri social, come Tok Tok. “Dovremo ripensare a cosa sia Instagram perché il mondo sta cambiando rapidamente e dovremo cambiare con esso”.
Le piattaforme di social media sono sempre alla ricerca di modi per permettere agli utenti popolari di monetizzare i loro profili. Seguendo il programma Subscriptions allestito già nel 2020 sul sito madre Facebook, Meta non tratterrà alcuna provvigione dall’abbonamento Instagram almeno fino al 2023. Non è chiaro però quanto ammonterà la percentuale dovuta al portale che ospita i content creator, ma guardando Facebook potrebbe essere intorno al 30%.
Anche Twitter, lo scorso settembre, ha lanciato la sua versione di un modello di abbonamento, Super Follows, che consente agli utenti di pagare 2,99, 4,99 o 9,99 dollari al mese per ricevere contenuti esclusivi dai creatori a cui si sono iscritti. Mentre YouTube ha lanciato le iscrizioni ai propri canali già nel 2018.