L’Italia è il Paese europeo che paga il costo medio più alto per l’inquinamento: ben 1.500 euro l’anno a famiglia. Tra le città, Milano è in cima alla classifica con 2.800 euro a testa. È quanto emerge da un rapporto della European Public Health Alliance. Un dossier che dovrebbe sollecitare i poteri pubblici a prendere provvedimenti. E il Covid 19 non può essere il paravento per coprire i ritardi.
Le maggiori città del Nord seguono Milano, con costi decrescenti che comprendono di ogni tipo di danno. Una lista nera che va da Padova a Venezia, da Torino a Bergamo, passando per Pavia. In pratica tutta la pianura padana intossicata dagli scarichi dei mezzi pubblici e privati. Il cuore produttivo, ma malato, del Paese. Il lockdown di primavera ha spento un po’ i motori. L’aria si è ripulita, ma finché strade ed autostrade continuano a essere attraversate da mezzi a benzina o a gasolio, la condizione generale non si modifica stabilmente.
Il rapporto della European Public Health Alliance analizza 20 Paesi attraverso un centinaio di organizzazioni no profit impegnate sui temi dell’ambiente e della sanità. Alcuni governi studiano i dossier e ascoltano le proposte delle organizzazioni non governative. Altri rimangono intrappolati in dispute ideologiche che paralizzano le decisioni. L’Italia rientra nella seconda categoria: basti pensare che i tanto discussi soldi del Mes sarebbero utili anche per interventi sulla sanità a valenza ambientale.
L’analisi della European Public Health Alliance sui costi da inquinamento considera anche il valore monetario delle morti premature, delle cure mediche, dei costi sanitari, delle assenze per malattia. Le cause possono essere diverse: particolato, ozono, biossido di azoto. Un aumento dell’1% delle automobili in una sola città fa salire i costi complessivi di gestione della salute di mezzo punto percentuale. Se per sconfiggere il Covid 19 serve un vaccino, per non morire di smog sarebbe sufficiente una buona politica.