Anno che vai, visite fiscali che trovi. Ormai sembra diventata una fiction: di anno in anno cambiano alcune regole sulle visite fiscali, altre rimangono così come sono, altre ancora avrebbero dovuto essere modificate, ma a sorpresa, sono rimaste uguali.
Con il risultato che anche nel 2018 dipendenti pubblici e privati non sanno bene come organizzarsi in caso di assenza dal posto di lavoro. In quali casi arriva il medico? Quali sono le fasce di reperibilità per le visite fiscali? Quali gli obblighi e le eventuali sanzioni?
Ecco ciò che c’è da sapere.
VISITE FISCALI 2018: LE FASCE DI REPERIBILITà
Ricordate gli annunci in pompa magna arrivati nel 2017 in relazione alle fasce di reperibilità e all’equiparazione tra dipendenti pubblici e privati dopo il passaggio di tutte le competenze in capo all’Inps? Se la risposta è sì, dimenticatele.
Lo scorso 29 dicembre è stato varato un decreto che entrerà in vigore il prossimo 13 gennaio che, pur prevedendo cambiamenti importanti sotto vari aspetti, lascia totalmente invariate le fasce di reperibilità tra i dipendenti pubblici e quelli privati.
Parlando in parole povere i primi dovranno continuare a rimanere a casa per 7 ore, i secondi “solo per 4”. La tanto agognata equiparazione non è infatti contemplata nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nonostante fosse considerata una dei capisaldi della riforma della Pa targata Marianna Madia.
C’è però una spiegazione: in base a quanto affermato dal ministero competente, la parificazione avrebbe comportato una riduzione delle finestre orarie per gli statali e dunque “una minore incisività della disciplina dei controlli”.
Motivazioni che però non hanno convinto il numero uno dell’INPS, Tito Boeri, promotore della parificazione: “La mancata armonizzazione – ha affermato all’Ansa Boeri – rende più difficile realizzare quelle economie di scala che sono alla base della scelta del polo unico. Se ci sono due dipendenti malati, uno pubblico e uno privato in una piccola località, per ridurre i costi unitari dei controlli si potrà essere costretti a rinunciare a visitare sia l’uno che l’altro”
VISITE FISCALI DIPENDENTI PUBBLICI: GLI ORARI DI REPERIBILITà
In base a quanto stabilito dal decreto che entrerà in vigore il 13 gennaio dunque, i dipendenti della Pubblica Amministrazione che si assentano dal posto di lavoro per malattia, come detto, dovranno restare a casa nelle seguenti fasce di reperibilità:
- dalle ore 9.00 alle ore 13.00,
- dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
VISITE FISCALI DIPENDENTI PRIVATI: GLI ORARI DI REPERIBILITà
Rimangono invariate anche le fasce di reperibilità dei dipendenti privati che dovranno rimanere a casa, complessivamente, per quattro ore:
- dalle 10.00 alle 12.00,
- dalle 17.00 alle 19.00.
Attenzione però, perché per entrambe le categorie lo stesso Dpcm prevede una “cadenza sistematica e ripetitiva” dei controlli, “anche in prossimità delle giornate festive e di riposo settimanale”. Parlando in parole povere, dopo aver ricevuto la prima visita fiscale ci sarà comunque il rischio di riceverne una seconda.
VISITE FISCALI 2018: I CAMBIAMENTI Più IMPORTANTI
A partire dal 13 gennaio, il datore di lavoro o lo stesso Istituto Nazionale di Previdenza Sociale potranno richiedere la visita fiscale sin dal primo giorno di assenza del dipendente dal posto di lavoro. I medici da inviare a casa del lavoratore saranno selezionati tramite un canale telematico e, nel caso in cui la malattia “vada per le lunghe” i medici potranno effettuare nuove visite fiscali con “scadenze sistematiche e ripetitive”.
VISITE FISCALI 2018 LE SANZIONI
I dipendenti pubblici e privati che, in seguito al controllo del medico, risulteranno assenti nelle fasce di reperibilità indicate saranno soggetti alle sanzioni previste dai contratti collettivi.
Ogni lavoratore avrà 15 giorni di tempo per “giustificare” l’assenza: nel caso in cui la motivazione non risulterà valida, verrà avviato un procedimento disciplinare che può arrivare fino alla decurtazione dello stipendio (riduzione dell’100% per i primi 10 giorni di malattia, ribasso del 50% per i giorni seguenti) e, nei casi più gravi, al licenziamento per giusta causa.
VISITE FISCALI 2018: QUANDO L’ASSENZA è GIUSTIFICATA
Verranno considerate assenze giustificate quelle effettuate per:
- sottoporsi terapie salvavita e accertamenti diagnostici
- infortuni sul lavoro,
- malattie professionali,
- patologie connesse all’invalidità, pari o superiore al 67%.
In questi casi, al medico spetterà il compito di redigere un verbale contenente la valutazione relativa alla capacità o incapacità al lavoro riscontrata, che verrà poi trasmessa telematicamente all’Inps.
Nel caso in cui il lavoratore intenda ritornare al lavoro prima della scadenza prevista, potrà richiedere un secondo certificato allo stesso medico che ha rilasciato il primo.