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INPS nella bufera: la pagina Facebook diventa caso nazionale

Diventa un caso nazionale ciò che sta accadendo sulla pagina Facebook INPS per la Famiglia”.

Da ieri, 17 aprile, una delle pagine ufficiali dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale è finita nell’occhio del ciclone a causa di alcune risposte fornite a chi chiedeva delucidazioni – anche piuttosto assurde in certi casi ad onor del vero – sul reddito di cittadinanza.

L’INPS ha infatti cominciato ad inviare gli sms e le email di risposta a chi ha richiesto il sussidio nel mese di marzo e, per alcuni, l’accoglimento della domanda ha portato con sé anche una grossa delusione. L’importo in molti casi è molto più basso rispetto alle aspettative dei richiedenti. Solo 40, 100, 180 euro al mese a chi si attendeva un introito regolare di 780 euro. Colpa non dell’INPS, che come sottolineato centinaia di volte dal social media manager della pagina “INPS per la Famiglia” si occupa solo di “applicare le regole approvate in Parlamento”, ma di una comunicazione politica esasperata che alle spiegazioni puntuali ha spesso preferito proclami e promesse irrealizzabili.

Fatto sta che migliaia di persone si sono riversate sulla pagina in questione, chiedendo informazioni ed esprimendo lamentele. In alcuni casi, si è arrivati addirittura ai limiti “dell’autodenuncia”: “Mio figlio non ha mai lavorato (legalmente), dove può recarsi per richiedere più delucidazioni sul reddito di cittadinanza?”

La pagina Facebook “INPS per la Famiglia” ha risposto a moltissimi utenti, spesso e volentieri utilizzando toni pacati e professionali, in alcuni casi usando parole forse un po’ troppo esasperate e spazientite.

A destare scalpore soprattutto le repliche fornite ad un utente che si fa chiamare “Candy Candy, Forza Napoli”. Dopo uno scambio al limite del surreale sul PIN INPS, il social media manager risponde così: “Basta richiederlo a Poste o a Inps. Oppure è troppo impegnata a farsi i selfie con le orecchie da coniglio?”. Il riferimento è alla foto profilo della ragazza. Gli amministratori rincarano anche la dose: “Le ripetiamo: se usa Facebook e si fa i selfie con le orecchie da coniglio sa anche richiedere un pin”.

I botta e risposta hanno suscitato due reazioni differenti: da un lato “le grasse risate” di chi aveva già previsto la delusione dei beneficiari del reddito di cittadinanza, da un lato l’indignazione di chi ritiene inaccettabile, da parte di una pagina istituzionale, determinati tipi di risposte.

Allo scopo di porre fine alle polemiche, in mattinata sono arrivate le scuse ufficiali: “In linea con quanto previsto dalla netiquette e dalla social media policy della pagina e in considerazione del grande interesse e impatto del #redditodicittadinanza e di altre misure a favore della famiglia, risponderemo solo a commenti inerenti agli aspetti tecnici delle prestazioni erogate da Inps. Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte“.



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