Nei primi 9 mesi del 2015 gli assunti a tempo indeterminato con gli sgravi contributivi previsti dalla legge di stabilità per quest’anno sono stati oltre 906mila. Lo afferma l’Inps nel suo Rapporto sul precariato pubblicato oggi, spiegando che si tratta di 703.890 nuove assunzioni e 202.154 trasformazioni di contratti a termine. Complessivamente , nei primi nove mesi del 2015, il saldo tra le assunzioni e le cessazioni lavorative ha sfiorato le 600mila posizioni. Ciò che è «rilevante» è il confronto con l’analogo valore per l’anno precedente, pari a 310.595 unità: «il miglioramento è dunque prossimo alle 300mila unità».
Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti di lavoro a termine, comprese le “trasformazioni” degli apprendisti, sono state 371.152 (+18,1% su anno). Le cessazioni di rapporti a tempo indeterminato sono di poco aumentate (+25.889 unità). Di conseguenza, la variazione netta dei contratti a tempo indeterminato risulta fortemente positiva (+469.393) e nettamente superiore a quella registrata per il corrispondente periodo dell’anno precedente (+98.046). Nella fascia di età fino 29 anni, l’incidenza dei rapporti di lavoro “stabili” sul totale dei rapporti di lavoro è passata dal 24,4% del 2014 al 31,3% del 2015.
Quanto alle singole Regioni, l’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014 risulta superiore alla media nazionale (che è del 34,4%) in Friuli-Venezia Giulia (+82,0%), Umbria (+59,6%), Piemonte (+54,4%), Marche (+52,8%), Emilia-Romagna (+50,1%), Trentino-Alto-Adige (+48,7%), Veneto (+47,8%), Liguria (+46,0%), Lazio(+41,1%), Lombardia (+39,0%), Basilicata (+35,9%), Sardegna (+35,4%) e Toscana (+34,9%).
I risultati peggiori si registrano nelle regioni del Sud: Sicilia(+10,8%), Puglia (+15,8%) e Calabria (+17,1%).La quota dei nuovi rapporti di lavoro full time sul totale dei nuovi rapporti registra un modestissimo incremento di 0,9 punti percentuali, passando dal 61,8% del 2014 al 62,7% del 2015.
Rispetto al 2014, il peso dei nuovi rapporti di lavoro con retribuzioni mensili inferiori a 1.000 euro diminuisce di un punto percentuale, passando dal 6,3% al 5,3%. Una diminuzione si riscontra anche nella fascia retributiva immediatamente superiore(1.001-1.250 euro), la cui incidenza passa dall’8,8% del 2014 al 7,9% del 2015.
Per quanto riguarda i buoni lavoro, nei primi nove mesi del 2015 risultano venduti 81.383.474 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto al corrispondente periodo del 2014 (48.067.353), pari al 69,3%, con punte del 99,4% in Sicilia e dell’87,7% in Puglia.
“Gli ultimi dati Inps sono il segno di una novità”, ha detto da Milano Matteo Renzi, commentandoli durante il suo intervento al Teatro Piccolo e rivendicando i dati sulla crescita dell’occupazione grazie agli effetti delle sue riforme.