Il 99% delle pensioni pagate agli ex dipendenti del settore elettrico (Enel in testa) fra il 2000 e il 2014 supera la somma che si otterrebbe con il metodo contributivo, ovvero calcolando l’assegno sulla base dei contributi effettivamente versati. E’ quanto emerge da un’indagine Inps sull’ex Fondo elettrici, che ora è uno dei maggiori fondi speciali gestiti dall’Istituto pubblico e si avvia a chiudere il 2015 con un disavanzo di 1.972 milioni, oltre a un debito di 30 miliardi.
Secondo l’analisi, che rientra nell’operazione “Porte aperte” dell’Inps, il 79% dei trattamenti in essere è più alto del 20-40% rispetto a quanto risulterebbe se fosse calcolato con il metodo contributivo e soltanto una pensione su 100 del Fondo elettrici risulterebbe più generosa con il ricalcolo contributivo.
“Le variazioni sono significative”, scrive l’Inps. Ad esempio, un funzionario andato in pensione a 61 anni nel 2013 titolare, a gennaio 2015, di una pensione lorda mensile di 3100 euro, percepisce una prestazione di 900 euro più alta di quella che avrebbe ottenuto con il ricalcolo contributivo. Il vantaggio aumenta a fronte di età di pensionamento più basse.
I privilegi nelle regole di calcolo della pensione che hanno prodotto questi squilibri sono principalmente due: 1) fino al 1992 la retribuzione usata per il calcolo della pensione era riferita agli ultimi 6 mesi e non agli ultimi 5 anni come per il fondo lavoratori dipendenti; 2) l’aliquota di rendimento era fissata al 2,514%, e non al 2%.
“Il Fondo elettrici è stato istituito nel 1956 – ricorda l’Inps –. Dal 1° gennaio 2000, data di soppressione del fondo, i nuovi lavoratori del settore vengono iscritti al Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (FPLD), mentre ai lavoratori che facevano già parte del Fondo Elettrici prima di quella data vengono applicate le regole previste per il soppresso fondo, diverse da quelle applicate agli iscritti al FPLD”.
Negli anni, “il Fondo ha conosciuto una progressiva erosione del proprio patrimonio – prosegue l’Istituto –, diventato negativo all’inizio del nuovo millennio ed ha ad oggi un debito complessivo di quasi 30 miliardi. Il Fondo è stato in disavanzo sin da quando confluito nel FPLD. Il disavanzo è peggiorato nel corso del tempo e presumibilmente raggiungerà i 2 miliardi nel 2015, anche perché dal 2000 non ci sono più nuovi iscritti e quindi le entrate contributive tendono progressivamente ad azzerarsi”.
Infine, la legge Monti–Fornero ha istituito un contributo di solidarietà dal 2012 al 2017 a carico degli iscritti e dei pensionati del Fondo, il cui ammontare dipende dal “periodo di iscrizione antecedente all’armonizzazione conseguente alla legge n.335/1995, e alla quota di pensione calcolata in base ai parametri più favorevoli rispetto al regime dell’assicurazione generale obbligatoria”.