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Inps, boom dell’evasione contributiva: 141 miliardi

Lo scrive la Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti di previdenza obbligatoria, che ha dato parere favorevole sul bilancio dell’Istituto, ma ha anche chiesto chiarimenti sulla “trasparenza e veridicità delle scritture contabili”

Inps, boom dell’evasione contributiva: 141 miliardi

L’Inps ha incaricato Equitalia di recuperare 141,1 miliardi di euro di evasione contributiva, ma di questi ben 90 miliardi rischiano di “non giugnere mai a riscossione”. Lo scrive la Commissione parlamentare di controllo sulle attività degli enti di previdenza obbligatoria nella Relazione sui bilanci consuntivi Inps 2011-2014 e preventivi 2012-2015.

Nel documento, approvato all’unanimità dalla Commissione, si segnala che “l’accantonamento per la copertura delle mancate riscossioni tende a essere insufficiente nel tempo rispetto al trend di crescita delle mancate riscossioni” e si invita l’Istituto a “chiarire e definire, già dal prossimo bilancio, in termini di trasparenza e veridicità delle scritture contabili, l’entità e l’incidenza sul passivo di bilancio del complesso delle entrate contributive non ancora dichiarate formalmente inesigibili”.

In particolare, nella Relazione si legge che “attualmente a fronte di un carico effettivo affidato a Equitalia di 140 miliardi, 85 sono lavorabili coattivamente e circa 55 sono invece considerati difficilmente esigibili, anche se formalmente non sono da considerarsi inesigibili. Degli 85 miliardi citati, 23 sono in riscossione, 8 sono dilazioni, quindi sono rateizzati e 56 sono in corso di in lavorazione, di cui 21 in lavorazione e 35 sono stati indicati come problematici”.

Riguardo alla “quantità di crediti difficilmente esigibili”, stimati in 90 miliardi, la Commissione ne evidenzia le “criticità” derivanti dall’essere “calcolati attualmente come residui attivi nel bilancio dell’Inps”

Quanto alle cause di tale situazione, nel documento si afferma che “sono innumerevoli, e naturalmente hanno a che fare con aspetti legati alla crisi economica e al cambiamento del panorama economico, che negli ultimi anni è stato piuttosto traumatico”.

Passando all’analisi dell’equilibrio economico e finanziario dell’operatività dell’Inps, la Commissione parlamentare ricorda che “oggi il trasferimento annuale della fiscalità copre circa un quarto del bilancio, cioè circa 100 miliardi”. Ma “secondo le proiezioni e sulla base degli esiti della riforma Fornero, dei parametri a disposizione e del fatto che attualmente, soprattutto a causa del blocco del turn over, rilevante è il peso che esercita il mondo dei dipendenti pubblici sul carico pensionistico si calcola che l’aumento a carico della fiscalità generale possa crescere del dieci cento all’anno fino almeno al 2023”. Nella Relazione si considera “forse leggermente più ottimistico il panorama per quanto riguarda i lavoratori del mondo del lavoro dipendente, privato e autonomo, con le nuove forme di contratto”.

Accanto al parere favorevole sul bilancio, la Commissione parlamentare offre nella Relazione alcune osservazioni. Viene posto “in primo luogo l’accento sulla necessità di superare più compiutamente la separazione tra assistenza e previdenza”, così come viene riproposto “il tema della risoluzione della questione della governance e delle competenze interne all’organizzazione dell’Istituto”.

La Commissione quindi “auspica una piena integrazione tra Inps, Inpdap ed Enpals, ai fini di una caratterizzazione dell’Inps come Istituto capace di erogare servizi sul territorio e di svolgere fino in fondo la sua funzione di ‘back office’ e di rapporti e servizi al cittadino”

Vengono infine sollecitate la prosecuzione del lavoro di spending review “già buono, ed incrementando l’efficienza del lavoro di riscossione” e lo scioglimento del “nodo del patrimonio immobiliare, auspicando che il tavolo tecnico in corso presso il ministero dell’Economia possa avere un esito positivo”.

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