Il 2015 è stato l’anno del boom dei buoni lavoro. A certificarlo sono i numeri diffusi dall’Inps nell’Osservatorio statistico sul Lavoro accessorio: nel corso del 2015 sono stati venduti, infatti, 115,1 milioni di voucher di importo nominale pari a 10 euro, con una crescita del 66% su base annua, che conferma la diffusione sempre crescente del lavoro accessorio, anche grazie alle numerose modalità di distribuzione dei voucher, che sono acquistabili, per esempio, anche presso il circuito dei tabaccai.
Nell’ultimo anno sono stati 1.380.030 i lavoratori interessati, in aumento del 36% rispetto al 2014, e ogni lavoratore ha riscosso in media 64 voucher.
Da quando, nel mese di agosto 2008, è iniziata la diffusione del buoni lavoro, sono stati venduti complessivamente 277,2 milioni di voucher dell’importo di 10 euro. Il ricorso ai voucher è concentrato nel Nord del paese: il Nord-est, con 104,3milioni di voucher venduti, incide per il 37,6%, mentre il Nord-ovest, con 81milioni, incide per il 29,2%.La Regione nella quale si è avuto il maggior ricorso ai buoni lavoro è la Lombardia, con 47,5 milioni di voucher; seguono il Veneto, con 38,4 milioni, e l’Emilia-Romagna, con 34,2 milioni.
L’aumentata diffusione dei voucher ha portato ad una maggiore necessità di controllare lo strumento, come dichiarato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha chiesto una maggiore tracciabilità dei voucher, “al fine di eliminare comportamenti illeciti o aggiramenti della norma”.