Faccia a faccia sull’innovazione tra Banca Generali e una delle start up di maggior successo nata in Italia, Talent Garden, per discutere delle sfide dei nuovi modelli di business e il contributo del fintech. Ospitati dall’Università Cattolica di Milano dal Professor Federico Rajola, le “ricette di innovazione” della banca private hanno affrontato davanti ad oltre 300 studenti le riflessioni sul ruolo della tecnologia nei rispettivi settori.
La passione di Banca Generali per le start up è già emersa nell’incontro riservato agli investitori qualificati insieme all’associazione “build it up” nella torre Hadid a Citylife un paio di settimane fa, ma nel corso della tavola rotonda in Cattolica sono emersi anche ulteriori dettagli dell’approccio strategico della società. “La scelta di indirizzarci verso un modello di open banking capace di integrare le migliori esperienze fintech in circolazione garantisce nuovi servizi e sempre più qualità ai nostri private banker” spiega Gian Maria Mossa –“alle start up invidio certamente la capacità di essere distruptive e di innovare continuamente i processi, ma anche per noi, nel nostro business del weath management, la logica che sottende l’innovazione e il miglioramento del servizio è la stessa: guardiamo infatti alle opportunità dal digitale con team di lavoro che studiano le soluzioni all’avanguardia in circolazione, ci confrontiamo con le best practices in settori diversi dal nostro, e riusciamo così a creare un ecosistema digitale distintivo di grande qualità per le persone che sono il cuore del nostro lavoro”. Anche per Davide Dattoli -28enne- unico italiano recentemente inserito tra i maggiori influencer in Europa under 30 dalla rivista Forbes, il valore centrale del business di una start up è nelle persone. “Cresciamo del 100% anno dopo anno da ormai 6 anni e gli investimenti che stiamo portando avanti per espandere i nostri spazi di co-working trovano la fiducia dei nostri azionisti e dei finanziatori del progetto nella qualità delle persone, la forza del team che stiamo mettendo insieme”.
Talent Garden è uno dei rari esempi di start up che in Italia è riuscita a raccogliere decine di milioni (60 mln) per sviluppare spazi di co-working su scala europea. “Siamo partiti da Brescia con 30 mila euro di un primo investitore, Il Giornale di Brescia che ha creduto in noi, e ora abbiamo 25 centri in otto Paesi europei con 160 dipendenti ed un’età media sotto i 31 anni. Per comprendere con chi ci confrontiamo basta guardare al nostro rivale americano che a NY nel closing per finanziare il proprio progetto ha raccolto 11 miliardi di dollari”. L’intuizione di Dattoli di creare degli ambienti per giovani vicini alla cultura digitale in un mondo con crescenti pressioni sul mercato del lavoro nei termini tradizionali, rappresenta una di quelle chiavi dell’open innovation che stimolano l’attenzione delle grandi aziende spiega il responsabile del Cetif – Rajola – che sottolinea come i due driver del momento siano la blockchain e l’artificial intelligence. “Per essere innovativi nei settori tradizionali la tecnologia gioca un ruolo molto importante ma è soprattutto un approccio culturale; la sfida più importante che vogliamo vincere è quella di essere innovatori puntando ad una crescita sostenibile, portando benefici ai nostri consulenti e ai loro clienti, così come a tutto il sistema” conclude il numero uno della banca private.