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Innovabiomed: a Verona la medicina del futuro

Innovabiomed

La ricerca medica di base e l’industria medica innovativa e tecnologica, si danno appuntamento a Verona per delineare il futuro della medicina italiana con l’obiettivo di mettere a punto un contesto prospettico operativo che consenta scientificamente di ridurre i tassi di mortalità della popolazione e migliorare la qualità della vita delle persone. L’occasione sarà la prima edizione di Innovabiomed, network place for medical industry che si terrà il 23 e il 24 gennaio alla Fiera di Verona.

Innovabiomed è stato ideato come luogo di incontro e confronto per stimolare la riflessione sui nuovi sviluppi e sulle nuove applicazioni delle scoperte più recenti, mettendo in connessione il mondo della ricerca e il mondo della produzione.

“Fino a oggi la nostra ricerca e la nostra industria biomedica, pur registrando livelli di eccellenza che ci vengono riconosciuti in tutto il mondo hanno viaggiato in un certo qual senso su binari paralleli, trovando episodicamente punti di convergenza interdisciplinari per situazioni eccezionali , spiega il prof. Carlo Adami, ideatore di Innovabiomed, chirurgo vascolare di fama internazionale che nel 1994 impiantò a Verona, per la prima volta in Europa, la prima endo-protesi aortica, una pratica che ha cam¬biato il modo di affrontare la chirurgia vascolare attraverso metodiche non invasive che hanno portato a un abbattimento dei tempi di degenza e hanno allargato il trattamento a tutte quelle categorie di pazienti che non avrebbero mai potuto affrontare interventi cruenti e che quindi hanno potuto così beneficiare di un allungamento della vita. Con il prof. Adami del comitato scientifico fanno parte anche due alte personalità della scienza medica italiana, il prof. Gianpaolo Tortora che assieme al prof. Claudio Bassi ha fatto dell’ospedale di i Verona uno dei punti di riferimento mondiale per le cure e i trattamenti chirurgici dei tumore del pancreas una dei più temibili neoplasie che fino a poco tempo fa lasciavano poche speranze di vita e al prof. Gino Gerosa, uno dei più grandi cardiochirurghi italiani il primo ad aver impiantato in Italia un “CardioWest”, ovvero un cuore artificiale formato da due camere di poliuretano, totalmente impiantabile (TAH, Total Artificial Heart).

In pratica Innovabiomed segna dunque un nuovo corso, realizzando un punto di incontro del mondo della ricerca e di quello dell’industria che d’ora in poi disporranno di un luogo in cui possono confrontarsi per delineare fattibili scenari futuri coinvolgendo tutti i protagonisti delle diverse aree scientifico-tecnologiche: dalla fisica alla meccanica, dalla biologia alla scienza dei materiali, dall’ingegneria clinica all’elettronica. A Verona si parlerà di materiali, di componenti, di tecnologie e servizi, potenzialmente applicabili a qualsiasi specialità medica, di nanomedicina e delle nanotecnologie nella cura delle patologie, di presidi medico-chirurgici, di dispositivi impiantabili attivi e passivi, di protesi e sistemi ortopedici, di apparecchiature e strumentazioni medicali e diagnostiche, aprendosi alle nuove frontiere della ricerca rese possibili dalle esperienze maturate nelle spedizioni spaziali con riferimento in particolare alla stampa in 3D.

In questa piazza di mondo futuro e futuribile della medicina assieme ai medici interverranno anche managers, ingegneri, fisici, chimici, ricercatori, avvocati, professionisti dell’economia e della finanza e, più in generale, quanti operano direttamente o indirettamente con competenze specifiche o collaterali attorno alla complessa materia delle innovazioni biotecnologiche inaugurando così un nuovo modo di affrontare sistematicamente, come mai avvenuto in passato, le sfide più importanti che si presentano all’orizzonte della medicina.

Innovabiomed nasce con la organizzazione della Fiera di Verona, del distretto di Mirandola, noto come la “Silicon Valley italiana del biomedicale” considerato il primo distretto dedicato in Europa e il secondo nel mondo e del Gruppo RPM Media Srl. Non è certo casuale che questa nuova pagina della medicina si apra in Italia. Il nostro paese ha In questo campo qualcosa da dire a livello internazionale: siamo leader del settore caratterizzato da alta tecnologia e rapido tasso d’innovazione che poggia solidamente le sue basi su un mercato da 10 miliardi di euro e 70.000 occupati di cui il 7,3% impiegato in ricerca e innovazione. Nello specifico nel 2016, l’osservatorio di Assobiomedica ha censito 4.480 imprese attive nel settore. Il 69% delle imprese e oltre l’83% del fatturato si concentrano in cinque regioni: Lombardia, Emilia-Romagna dove nell’area nord della provincia di Modena si trova il Distretto Biomedicale Mirandolese, Lazio, Veneto che può contare su centri di eccellenza con un sistema di imprese ad elevata specializzazione tecnologica e forte impatto sul sistema regionale che coprono molti ambiti di applicazione come biotecnologia, diagnostica, dentale, materiali di consumo, ortopedia e ottica e Toscana.

Un comparto produttivo estremamente promettente con aziende che investono in ricerca e innovazione circa 1,1 miliardi di euro (il 7% del fatturato). con previsioni di crescita a due cifre (un +18,1% previsto al 2019) per i prossimi anni. Un comparto che ha registrato quasi 350 start-up, di cui il 44% originate come spin-off della ricerca pubblica: industrie molto ‘giovani’ quindi con un’età media di 6 anni. Per la cronaca il maggior numero di start-up risulta attivo nel comparto della diagnostica avanzata (35%), gli altri ambiti di attività sono l’oncologia (10%), il cardiovascolare (8%), la nutraceutica (8%), la medicina degenerativa (7%).

E a questa crescita guarda essenzialmente Innovabiomed nella consapevolezza che il made in Italy in questo settore (le esportazioni sono aumentate del 4,8% rispetto al 2015 per un valore di 4,9 miliardi di euro) ha ancora molte possibilità di sviluppo e di espansione sui mercati internazionali.

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