Quest’anno i saldi invernali sono iniziati prima del solito, il 3 gennaio, e sul loro andamento i pareri sono discordanti. Dopo il primo giorno di vendite, Federmoda si dice ottimista: “Abbiamo registrano movimento e un certo interesse, anche da parte di acquirenti stranieri”, commenta Renato Borghi, presidente dell’associazione di categoria.
“La gente gira, guarda, valuta, ci pensa ma intanto l’interesse c’è – conferma il presidente di Fismo-Confesercenti, Roberto Manzoni -. Se il risultato fosse uguale a quello dell’anno scorso più uno, sarebbe già un successo: si invertirebbe una tendenza al calo di fatturato che dura ormai da 4-5 anni”.
Di tutt’altro avviso il Codacons, che già nella prima mattinata di saldi stima una flessione delle vendite del 5% nelle grandi città rispetto al 2014, con cali più evidenti nelle periferie.
In generale, sono poche le code davanti alle griffe, nelle quali comprano soprattutto i turisti stranieri. Gli italiani prendono invece d’assalto gli outlet, che hanno registrato un aumento medio delle affluenze del 15%, e i negozi delle grandi catene di abbigliamento low cost.
Secondo l’associazione dei consumatori, però, l’andamento complessivo dei saldi sarà ancora una volta negativo, con vendite che subiranno una riduzione media dell’8% su anno e una spesa che non supererà quota 184 euro a famiglia. Ad oggi – sottolinea il Codacons – solo il 35% delle famiglie italiane prevede di fare qualche acquisto durante i saldi, mentre numerosi sono i negozi che già in questi giorni hanno avviato saldi mascherati, attraverso l’invio di messaggi e mail ai consumatori con promozioni personalizzate e sconti praticati direttamente alla clientela in fase di acquisto negli esercizi.
Pessimismo anche da Adusbef e Federconsumatori, secondo cui solo il 36% delle famiglie farà degli acquisti, mentre la spesa media si attesterà a 179,4 euro a famiglia, il 5,6% in meno rispetto allo scorso anno. In tal modo il giro di affari complessivo dei saldi si attesterà a 1,61 miliardi di euro.