Lo sanno tutti che Giuseppe Orsi, arrestato ieri con l’accusa di corruzione internazionale per le tangenti che avrebbe pagato in India, non è arrivato al vertice di Finmeccanica per esclusivi meriti manageriali ma per le spinte politiche del Pdl e soprattutto della Lega, che ora fa finta di smarcarsi. Ma tutti sanno anche che, se Monti, che avrebbe da tempo voluto licenziarlo, non è riuscito a cacciarlo prima, è stato per la fiera opposizione di Pdl e Lega. Ora però l’estrema sinistra di Vendola, Grillo, Ingroia e Di Pietro finge di dimenticarselo e non trova di meglio che attaccare Monti. In campagna elettorale, si sa, non si va tanto per il sottile, ma allo strabismo e alla malafede politica ci deve pur essere un limite perché i cittadini non sono tutti stupidi o immemori.
Per il capo di Sel, Nichi Vendola, su Finmeccanica “ci sono responsabilità politiche pesantissime del governo Monti”, ma la scelta del futuro management “deve essere fatta dal nuovo governo”. Ancora più assurda l’esternazione di Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione Civile, secondo cui “l’arresto di Orsi porta con sé una grave responsabilità politica del governo Monti che avrebbe dovuto farlo dimettere prima che succedesse questo scandalo quando si sapeva già che era indagato”. Ma l’ex magistrato ha mai sentito dire della resistenza di Pdl e Lega alla cacciata di Orsi? Certo, lui stava in Giuatemala, ma poteva almeno leggere i giornali.
Ancora più desolante la posizione di Antonio Di Pietro, presidente di Idv e candidato di Rivoluzione Civile: “Denuncio formalmente sul piano politico e istituzionale, e lo farò anche sul piano giudiziario, il presidente del Consiglio Monti e il suo governo per omissione di atti d’ufficio su Finmeccanica”. Anche per il leader di M5S, Beppe Grillo, le colpe sono del governo Monti, che doveva vigilare e che “in un anno e passa di governo con una maggioranza assoluta in Parlamento non ha evidentemente trovato il tempo per farlo”.
Inutile attendersi da Vendola come da Ingroia , Di Pietro e Grillo qualche parola di censura per la doppia responsabilità (nomina e difesa di Orsi) da parte dei vari Vendola, Ingroia e Di Pietro. La coerenza politica non è il loro forte ma soprattutto s’è ormai capito che l’avversario da battere della sinistra radicale non è Berlusconi ma il Centro di Monti. Il quale, fortunatamente, non si lascia intimidire e commenta amaramente: “Trovo risibile ciò che è stato detto da Di Pietro, Vendola e Grillo”, se Di Pietro “vuole denunciarmi, lo aspetto con soddisfazione”. Difficile dargli torto.