L’aggravarsi della crisi nel 2012 e i tagli alla spesa pubblica colpiscono il mercato delle opere pubbliche: gli importi dei lavori messi in gara scendono dai 30,7 miliardi di euro del 2011 ai 24 del 2012, con una flessione del 21,7%. Nel solo mese di dicembre la flessione è stata del 28%. A differenza di quanto accaduto negli scorsi anni, la flessione colpisce tanto le opere pubbliche di sola esecuzione, sino a ieri principali protagoniste della crisi, quanto anche il partenariato pubblico e privato, il settore su cui tanto si punta per rilanciare la spesa infrastrutturale del paese. Anzi il crollo del partenariato pubblico e privato – in base ai dati dell’Osservatorio Nazionale promosso da unioncamere, Dipe-Utfp e Ance e realizzato da Cresme Europa Servizi – è ancora maggiore: si passa dai 13,3 miliardi di euro di lavori messi in gara nel 2011, agli 8,7 del 2012. Una flessione del 34,7%. E all’origine di questo notevole calo vi è innanzitutto il crollo, dopo un biennio espansivo, delle grandi opere di importo superiore a 50 milioni di euro da realizzare in PPP che, in un anno, si sono ridotte del 39,7%.
Al calo degli importi non corrisponde la flessione della domanda, che al contrario continua a crescere anche nel 2012, spinta soprattutto dai Comuni e da altri soggetti che operano a livello locale. Il problema, però, è che essa fa sempre più fatica a concretizzarsi. Non a caso per le opere in PPP aggiudicate le cose sono andate ancora peggio: si passa da 796 gare aggiudicate nel 2011 a 642 nel 2012 (-19,3%) e da 8,3 miliardi di euro a 3,8 (-54%).
Sviluppare programmi di analisi, assistenza e conoscenza tecnica diventa quindi una variabile strategica in questa difficilissima fase di mercato, per delineare le possibili operatività e le sinergie che possono consentire alla crescente domanda di partenariato pubblico e privato di svolgere un ruolo di volano per il rilancio del Paese.
“Il partenariato pubblico-privato – sostiene il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – vive oggi un problema di concretizzazione delle tante iniziative intraprese. Alcuni strumenti sono stati recentemente individuati, ma occorre sostenere questo processo. Già l’anno scorso il sistema camerale ha sostenuto la necessità di procedere con piccoli ma strategici interventi, selezionati con accuratezza. Di fronte alla difficoltà di uno sviluppo basato sulle grandi opere è preferibile infatti investire per rendere più fluidi e tecnologicamente avanzati i sistemi infrastrutturali locali, così da creare micro poli di sviluppo, intorno ai quali costruire la ripresa economica”.
“Negli ultimi annii, su questi aspetti, è cresciuto molto l’interesse delle Camere di Commercio per il tema della banda larga e ultra larga”, ha evidenziato il presidente di Uniontrasporti, Antonio Paoletti. “Nella consapevolezza delle grandi opportunità che essa offre, è stato messo a punto un vero e proprio Manuale d’uso che possa supportare le Camere di Commercio e le altre amministrazioni pubbliche nella realizzazione di interventi infrastrutturali in tema di reti a banda larga e ultra larga, finanziando l’intervento in partenariato pubblico privato”.
Sintesi dello studio
Il mercato del PPP in Italia nel 2012
La domanda di Partenariato Pubblico e Privato (PPP), in base ai dati disponibili dell’Osservatorio Nazionale del Partenariato Pubblico Privato (www.infopieffe.it), un sistema informativo e di monitoraggio degli avvisi di gara e delle aggiudicazioni sull’intero panorama del PPP, nel 2012, con il persistere della crisi economica e finanziaria, continua a crescere ma crollano le grandi opere e diventa sempre più difficile il percorso realizzativo.
Nel 2012 le gare sono state 3.204 per un volume d’affari di 8.682 milioni. Rispetto al 2011 si rileva una crescita di domanda a cui fa però riscontro un netto calo del valore economico, conseguenza della crisi più generale del Paese, che rende difficile il reperimento di risorse finanziare attraverso il credito anche alle aziende private. Tra il 2011 e il 2012 il numero di gare aumenta del 13,15%, da 2.832 a 3.204 gare, mentre il volume d’affari si riduce del 34,7%, da 13,3 miliardi di euro di importi messi in gara a 8,7. E all’origine di questa notevole flessione vi è innanzitutto il crollo, dopo un biennio espansivo, delle grandi opere di importo superiore a 50 milioni di euro da realizzare in PPP che, in un anno, si sono ridotte del 39,7%. Nell’ultimo anno non solo sono mancate le opere di importo eccezionale, come le due concessioni di lavori pubblici, indette nella seconda metà del 2011, per il potenziamento e la manutenzione straordinaria dell’autostrada A22 Brennero-Modena (3 miliardi di euro) e per la realizzazione del Corridoio Intermodale Roma–Latina e collegamento Cisterna–Valmontone (2,7 miliardi di euro), ma si è notevolmente ridotto anche il numero di opere di importo superiore a 50 milioni, passato dalle 22 gare annue del biennio 2010-2011 a 14.