Nella storia del giornalismo, le grandi rivoluzioni sono cominciate spesso in piccoli giornali. Bisogna dunque fare attenzione a quello che sta accadendo al New Haven Register, un quotidiano fondato nel 1812 in Connecticut, che copre il notiziario di 19 città e vende circa 75 mila copie. Nel 2009, la propietà aveva fatto ricorso al Chapter 11 per fallimento, ma ora le cose vanno meglio. Al punto che il giornale ha deciso di farla finita con la vecchia e obsoleta divisione dei settori in “Esteri”, “Interni”, “Economia”, “Cronaca” e ha creato tre nuove divisioni: una dedicata al giornalismo investigativo, un’altra a incoraggiare la partecipazione della comunità al processo informativo e la terza alla gestione delle breaking news. Questa innovazione ha rinfocolato negli Usa il dibattito tra chi sostiene (Dean Starkman, nell’articolo “Confidence game” sulla Columbia Journalism Review) che il giornalismo “digital first” stia compromettendo la possibilità delle redazioni di operare nell’interesse comune, perché la fretta è nemica dell’approfondimento e della qualità, e chi invece afferma che un giusto equilibrio fra notizie “veloci” e “lente” può dare ottimi frutti.
Al Register, il nuovo gruppo incaricato del giornalismo investigativo approfondirà gli argomenti che coinvolgono la comunità di New Haven, con una particolare, didascalica attenzione alla verifica quotidiana degli annunci e delle promesse fatte da personaggi pubblici. Nello stesso tempo, la comunità verrà invitata a collaborare con il giornale per segnalare temi che possono attivare il gruppo investigativo. Al nuovo settore delle breaking news verrà richiesta più velocità per pubblicare subito informazioni online o sui tablet. Durante l’uragano Irene, l’attività del gruppo “veloce” si è rivelata di estrema utilità per l’interesse pubblico, comunicando tempestivamente ogni informazione che potesse contribuire alla sicurezza dei cittadini. I lenti mezzi tradizionali si sarebbero rivelati del tutto inadatti a gestire l’informazione su un uragano in arrivo.
Spostando il punto focale delle attenzioni dall’edizione su carta a una nuova, più agile newsroom multimediale, si sono liberate risorse da destinare alla qualità. “La nostra audience digitale – ha detto il direttore Matt DeRenzo – è superiore a quella dell’edizione su carta e abbiamo il dovere di migliorare i punti di contatto. Digitale significa in tempo reale e gli utenti si aspettano che rispondiamo in tempo reale, ma essere veloce non ti esime dal rispettare i codici di base del giornalismo. La ragione dei nostri cambiamenti è di creare una organizzazione agile che si concentri sul giornalismo di qualità e sui contenuti che sono rilevanti per le vite dei nostri lettori”.
Soprattutto in Europa, ci vorrà del tempo prima di smantellare le vecchie organizzazioni redazionali accettando l’idea che i bisogni dei lettori sono cambiati. Nell’attesa, si può guardare come riusciranno a cavarsela a New Haven.